All’interno della lunga riunione del World Motor Sport Council della FIA, in corso a Vienna, uno degli argomenti di discussione, anche in seguito a quanto verificatosi in Messico, è stato quello riguardante le sanzioni conseguenti al taglio delle curve. A prendere la parola in proposito è stato Garry Connelly, presidente degli steward della FIA.
“Al momento, penso che in tutti i circuiti del Mondiale ci siano 11 o 12 curve dove è possibile effettuare tagli in modo chiaro” – spiega Connelly – “Ci sono soluzioni che possiamo adottare. Per esempio, si potrebbe fare come nella prima variante a Monza, dove se esci dal tracciato c’è una sorta di sanzione naturale, visto che ci vuole più tempo per tornare in pista che per restare al suo interno. Questo facilita il lavoro dei commissari, visto che la penalità viene comminata automaticamente dalla limitazione presente in quel tratto“.
“Il problema è che abbiamo varato delle regole secondo le quali un pilota può tornare in pista purchè lo faccia in modo sicuro e senza acquisire un vantaggio duraturo” – prosegue – “Questa parola, ‘duraturo’, è troppo soggettiva. Cioè, può durare 500 metri, fino alla curva seguente, per qualche giro o per tutta la gara? Questa soggettività, però, può venir disinnescata se un circuito viene modificato o progettato per innescare automaticamente uno svantaggio nei confronti del pilota che esca fuori pista“.
Connelly ha parlato anche della coerenza delle decisioni dei commissari da una gara all’altra, argomento foriero di molte polemiche. “Siamo passati attraverso molte normative” – dice Connelly – “Dobbiamo vedere come possiamo lavorare con la Federazione per riordinare la formulazione. Così potremmo prendere decisioni più rapide. Abbiamo parlato molto sul come poter ottenere decisioni uniformi. Queste chiaramente vengono prese collettivamente, ma è importante capire come possano essere più coerenti tra loro“.
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