Come non di rado negli ultimi tempi, Bernie Ecclestone è tornato a parlare della Ferrari e della situazione difficile che si vive ai vertici della Scuderia di Maranello. Una squadra, quella italiana, che attende una vittoria (e una pole) dal Gran Premio di Singapore 2015 e che ha raccolto la miseria di un podio nelle ultime 11 uscite (con Vettel a Monza). Chiaro che, rispetto alle aspettative iniziali, si può tranquillamente parlare di fallimento.
“Sono tornati all’epoca precedente all’arrivo di Jean Todt” – sottolinea Ecclestone ad Auto, Moto und Sport – “La squadra era tutta italiana e io li convinsi a prendere un manager esterno. Con questo non voglio però criticare l’attuale gestione, anche perchè tutti amano l’Italia, ma gli italiani sono italiani, gli inglesi sono inglesi e i tedeschi sono tedeschi. Guidare una squadra da soli non funziona affatto“.
“Non so se vinceranno un Mondiale nelle prossime cinque stagioni” – prosegue l’inglese – “Dipenderà molto anche dagli avversari. Sergio Marchionne, con tutte le sue forze, vuole una Scuderia vincente. Ma mi chiedo se sappia cosa ci vuole per riportare la Ferrari al vertice. Non sapendo cosa accada all’interno della squadra, non posso esprimermi. Todt fece quello che andava fatto: portò a bordo le persone giuste“.
Infine, Bernie difende in un certo qual modo Arrivabene: “Maurizio è in una situazione difficile. Credo abbia le sue di idee, ma non può attuarle perchè c’è qualcun’altro sopra di lui. Jean Todt fu fantastico nel vendere le sue idee a Montezemolo, che le fece proprie. Questa è arte“.
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