Europei Under 21, top 11 e flop: Ceballos, Puscas e Waldschmidt rivelazioni. Delusioni Kean e Jovic.

Finito l’Europeo Under 21 con la meritata vittoria della Spagna in finale contro la Germania, è tempo di valutare i migliori giocatori del torneo e le delusioni che hanno disputato la competizione.

TOP 11

ALEXANDER NUBEL: il portiere dello Schalke 04 e Germania finalista si merita la palma di miglior estremo difensore del torneo, nonostante la colpa grave del 2-0 subito nella finale. Nel corso del torneo è stato sempre una sicurezza sui pali, dove nella fase a girone ha subito 3 reti solo su calcio di rigore, ma compiendo grandi interventi (decisiva la parata su Kvasina nella partita con l’Austria su un colpo di testa da 0 metri). Nella semifinale è suo il miracolo che leva il 3-1 alla Romania, essedno prodigioso su un’incornata di Puscas.

JUNIOR FIRPO: titolare su 3 partite su 5 (in panchina nelle gare del girone con Italia e Polonia), Firpo è stato uno degli elementi migliori nelle ultime due gare del torneo, dove in semifinale ha dominato la fascia sinistra con continue sovrapposizioni e scatti in velocità, ottimo anche nella finale. Notevole vetrina per il terzino sinistro del Betis Siviglia.

JONATHAN TAH: titolare inamovibile della difesa tedesca, il giocatore del Bayer Leverkusen ha disputato un Europeo di grande sicurezza e solidità, dimostrandosi leader difensivo della Germania. Sui il merito delle poche reti subite dai tedeschi nel torneo, capace di tenere botta ad attaccanti quotati come Puscas e Jovic.

IBRAHIMA KONATE: il gigantesco difensore del Red Bull Lipsia e della Francia ha confermato il notevole talento e i progressi avuti nella scorsa stagione. Imponenza fisica e atletica che gli permettono grande attenzione difensiva. Nella fase a gironi la Francia subisce 1 sola rete anche per lui. Commette un’ingenuità nella brutta semifinale con la Spagna, ma non ne esce ridimensionato.

JOAKIM MAEHLE: La Danimarca non è riuscita a passare oltre ai gironi nonostante 2 vittorie ma nelle due partite disputate (non sceso in campo all’esordio con la Germania), il terzino destro del Genk ha saputo ritagliarsi uno spazio importante. Doppietta decisiva all’Austria con due inserimenti quasi da mezzala, il giocatore del Genk si è dimostrato terzino moderno, con eleganza e capacità tattica, unita a una buona tecnica e a una propensione alla fase di spinta.

ALEXANDRU CICALDAU: uno dei giocatori rivelazione della sorprendente Romania: il mediano centrocampista classe 1997 si è fatto notare per una grande intelligenza tattica, unendo molte bene le fasi in possesso che grandi abilità in fase di recupero ed intercettamento. Nle solido 4-2-3-1 della Romania si è fatto trovare sempre ben posizionato ed attento a schermare la difesa dagil attacchi avversari, unendo anche un’ottima tecnica.

DANI CEBALLOS: il centrocampista del Real Madrid è stato uno dei migliori giocatori del torneo, grazie al suo talento smisurato ha gestito e diretto con grazia il centrocampo spagnolo con fraseggi stretti e passaggi illuminanti. Abile nel dribbling e nello smarcamento, è stato la chiave per il superamento del girone della Spagna con il bellissimo gol all’Italia (seppure inutile), la gara da leader col Belio e il piazzato con la Polonia. Paradossalmente ha brillato meno in finale, ma Europeo da incorniciare. 

FABIAN RUIZ: probabilmente solo una conferma del suo talento, ma parte del successo della Spagna parte da lui. Eletto miglior giocatore del torneo, è stato il regista oscuro degli spagnoli, il primo a iniziare il possesso e abile a farsi trovare in zona offensiva. Esce per infortunio nella gara inaugurale con l’Italia e i suoi perdono dominio a centrocampo, torna con la Polonia dove segna il 3-0 con un gran sinistro ed è sempre uno dei migliori in semifinale (dove serve 1 assist) e apre le marcature nella finale.

IANIS HAGI: altro protagonista della Romania è il giovanissimo (classe 1998), Ianis Hagi, figlio del grande Gheorghe. Trequartista dal grande talento, Hagi Jr è stato uno dei fattori di successo della Romania, abile a ribaltare dubito il fronte del gioco sia con passaggi lunghi che corti a servire i compagni. Bravo a oscillare nella metacampo avversaria, ha creato pericoli a difese molto più fisiche, trovando anche la soddisfazioni di 2 gol nella fase a gironi.

GEORGE PUSCAS: ottimo Europeo per l’attaccante del Palermo che si è rivelato la miglior prima punta del torneo, determinante per l’ottimo percorso dei suoi. 4 gol totali, all’esordio su rigore con la Croazia, rigore contro l’Inghilterra e doppietta illusoria ma spettacolare in semifinale alla Germania. Attaccante sia classico che moderno nell’interpretazione del ruolo, capace sia di essere cinico finalizzatore che punta di manovra abile a difendere palla.

GIAN-LUCA WALDSCHMIDT: non poteva non entrare in top 11 il capocannoniere del torneo. 7 gol realizzati e un Europeo da protagonista, nonostante la finale persa. Chiude la gara d’esordio con la Danimarca con un delicato pallonetto, poi si scatena con una tripletta nel roboante 6-1 alla Germania: di fino, in progressione col diagonale destro dopo una progressione e dalla distanza col sinistro. Si ripete con l’Austria con un capolavoro da fuori. Spedisce i suoi in finale con una doppietta alla Romania: rigore e punizione magistrale.

FLOP

MOISE KEAN: doveva essere l’Europeo degli Azzurrini ma quasi tutti hanno deluso. Il giovane 2000 bianconero parte titolare nella gara inaugurale con la Spagna, ma non incide nell’ora di gioco in cui è in campo. Entra da subentrato nella ripresa nella gara persa con la Polonia, ma gira a vuoto non sapendo dove stare se esterno o centrale d’attacco. Viene punito per scelta disciplinare non giocando l’ultima gara del girone col Belgio assieme al compagno Zaniolo. Se doveva essere il torneo della consacrazione, passare più tardi.

LUKA JOVIC: il recentissimo nuovo acquisto del Real Madrid toppa clamorosamente l’appuntamento europeo con la sua Serbia, uscita con grande mestizia alla fase a gironi con 3 sconfitte su 3 partite. Jovic da far suo è un fantasma del giocatore visto con l’Eintracht e non mostra nulla del suo talento. Colpisce solo una traversa nella prima partita contro la Romania, poi scompare. Impalpabile con la Germania, non scende nemmeno in campo con la Danimarca.

HOUSSEM AOUAR: La Francia è comunque arrivata in semifinale pur mai convincendo, è uno dei simboli di un europeo giocato sotto tono è stato il giovane talento del Lione. Titolare nella partita d’esordio con l’Inghilterra, non combina molto ma anzi sbaglia il rigore del possibile 2-0 per i suoi. Entra a metà secondo tempo con la Croazia e si adagia nel ritmo soporifero del match, per poi riposarsi con la Romania. Gioca titolare tutti e 90 i minuti della semifinale con la Spagna ma mai è decisivo e assiste da spettatore non pagante alla superiorità spagnola. Pigro palla tra i piedi e con poche idee durante il torneo.

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