Europei Under 21: conferme Spagna e Germania, sorpresa Romania, delusioni Italia e Inghilterra

La Spagna ha vinto il suo 5° titolo europeo Under 21 battendo in finale la Germania per 2-1, in una vendetta della finale della scorsa edizione. In questo primo europeo giocato in Italia e San Marino, si sono viste conferme e rivelazioni ma anche delusioni dei 12 team Under 21 che dal 16 al 30 giugno si sono contese il titolo.

La Palma di miglior squadra non può che andare alla Spagna, che ha chiuso trionfando un torneo giocato da protagonista, esponendo per tutte e 5 le partite del torneo la sua filosofia di gioco. Grandissima tecnica individuale al servizio di un gioco fluido fatto di fraseggio e passaggi in velocità, movimenti continui e possesso palla a dominare il gioco. Solita identità spagnola che seppur partita con una battuta d’arresto (la sconfitta all’esordio con l’Italia), ma che ha saputo non snaturarsi pur ibridando più volte col modulo (dal 4-1-4-1 al 4-2-3-1) e superare il girone con facilità grazie alle vittorie con Belgio e Polonia.

Nella fase ad eliminazione diretta poi, la migliore Spagna che ha dominato ed asfaltato la Francia per 4-1 e regolato la Germania in finale. Tanti i talenti messi in mostra dalla squadra spagnola: due su tutti Fabian Ruiz e Dani Ceballos, veri e propri maestri del centrocampo iberico e che hanno mostrato tutto la loro bravura tra gol e assist, dando un contributo importante al trionfo della propria Under 21. Altri giocatori degni di nota il casse 1998 Dani Olmo, capace di ritagliarsi un proprio spazio ed essere anche decisivo nella partita col Belgio e nelle gare di semifinale e finale con 3 reti realizzate, il talento eclettico di Pablo Fornals, Oyarzabal e Borja Mayoral

Nota di merito anche per l’Europeo della Germania, che nonostante non sia riuscita a bissare il trionfo del 2017, ha confermato lo stato di salute del movimento tedesco, pronto ad offrire ricambi immediati alla Nazionale Maggiore. Germania Under 21 che si è rivelata solida e concreta, arcigna in difesa grazie alla leadership di Jonathan Tah e tecnica in fase offensiva grazie al talento di Dahoud e Eggestein e l’esplosione degli attaccanti: buon Europeo per Marco Richter, autore di 3 gol nella fase a gironi (poi non più impiegato in semifinale e finale) e per Amiri (3 gol tra semifinale e finale), ma soprattutto la rivelazione di Gian-Luca Waldschmidt, capocannoniere del torneo con 7 reti. Un talento offensivo variegato, tecnico e veloce che ha dimostrato di sapersi adattare sia come prima ce come seconda punta.

Ma detto delle conferme di Spagna e Germania, la vera sorpresa dell’Europeo Under 21 è stata la Romania di Radoi. Giunta incredibilmente ma con merito in semifinale dopo aver passato il girone di ferro con Inghilterra, Francia e Croazia da imbattuta. Un 4-2-3-1 molto classico nella concezione ma tremendamente compatto ed efficace, la Romania ha esposto un gioco elementare ma cinico fatto di ripartenze veloci e letali e grande ordine tattico in fase di difesa, capaci di battere 4-1 la Croazia, 4-2 l’Inghilterra e di dominare per un tempo la Germania in semifinale. Tanti i giocatori rumeni messi in mostra, dal portiere Radu, ai due mediani Cicaldau e Baluta, ma soprattutto gli offensivi con Hagi Jr a ridare lustro al ruolo del trequartista con classe e tecnica e Puscas, forse il miglior attaccante puro del torneo, autore di 4 reti totali.

Tra conferme e sorprese anche qualche chiaro scuro: la Francia Under 21 in termini puramente di risultato non ha disputato un cattivo Europeo, qualificandosi in semifinale e per l’Olimpiade del 2020. Ma le premesse forse erano altre vista la rosa a disposizione dei giovani Blues: Konate, Upamecano in difesa, centrocampo che poteva disporre di Aouar, Tousart e Geundozi e un attacco veloce e talentuoso con Bamba, Ikoné, Dembelè e Thuram Jr. Francesi che però non hanno mai brillato per gioco e idee, adagiati forse troppo sul loro potenziale tecnico per poterlo effettivamente esprimere attraverso un gioco piacevole.

Vittoria più di nervi che di merito con l’Inghilterra, gara soporifera ma vittoriosa contro una Croazia iper deludente e poi pari comodità con la Romania nella fase a gironi. Ma i limiti dei francesi si sono visti tutti in semifinale contro una squadra nettamente superiore come la Spagna. La Francia non ha saputo controbattere, passando in vantaggio ma capitolando di fronte al brillante palleggio spagnolo senza imbastire una reazione ma subendo un pesante 4-1. Probabilmente parte della colpa andrà al tecnico Ripoll, poco lucido nel far rendere al meglio una squadra sulla carta fortissima.

Citazioni anche per le selezioni Under 21 che sulla carta non erano date per favorite ma hanno comunque disputato un buon torneo: la Danimarca è uscita ai gironi nonostante 2 vittorie in 3 partite, condannata dalla sconfitta con la Germania all’esordio e dalla mancata goleada con la Serbia. Ma seppur il gioco danese è apparso confuso, Under 21 che ha messo in evidenza alcuni giovani da tenere d’occhio: dal già noto Bruun Larsen, fino all’ala Robert Skov e al terzino destro Joachim Maehle, probabilissimi nuovi pilastri della Danmarca che verrà. 

Buona figura anche per l’Austria, che aveva stupito tutti con il 2-0 iniziale sulla Serbia grazie a un gioco veloce e di contropiede davanti e di buona difesa in fase di non possesso, ha poi fallito perdendo con la Danimarca e pareggiando con la Germania seppur giocando bene coi tedeschi. In evidenza il difensore Danso, i centrocampisti Ljubicic, Lienhart e Schlager e l’esterno Horvath.

Poi tante delusioni: dalla Polonia che ha vinto le prime due partite con Belgio e Italia, ma ha poi buttato via una qualificazione vicina facendosi travolgere dalla Spagna con un gioco troppo difensivista e poco propositivo, cinico ma con aridità di idee. Le imbarazzanti Belgio, Serbia, Inghilterra e Croazia, deludenti su ogni punto di vista sia di gioco che di motivazioni e in grande confusione tattica, nonostante potessero contare su grandi talenti nelle proprie rose.

Discorso a parte merita la prestazione all’Europeo degli Azzurrini di Luigi di Biagio: arrivati col favore del pronostico nella competizione disputata in casa ma usciti alla fase a gironi. La Nazionale Under 21 poteva contare su una rosa di giocatori già presenti nella Nazionale di Mancini e arrivati per l’occasione: Barella,Kean e Chiesa i nomi di punta, ma anche Lorenzo Pellegrini, Patrick Cutrone e Nicolò Zaniolo e Alessandro Bastoni. Ma questo Europeo Under 21 ha confermato le difficoltà tattiche e di gioco viste nel biennio di preparazione al torneo, con un’Italia spesso in confusione col modulo e con gli uomini e senza grandi trame di gioco.

Di Biagio nelle 3 partite del girone ha poi optato per un 4-3-3 per meglio sfruttare le caratteristiche degli attaccanti, ma dopo la fortunata vittoria sulla Spagna all’esordio, la meritata sconfitta con la Polonia ha spento le speranze, nonostante la vittoria rabbiosa sul Belgio per 3-1 all’ultima giornata, che però non è bastata ad evitare l’eliminazione. Delusione nel gioco e capro espiatorio ricaduto si Di Biagio, poi esonerato. Ma forse anche una mancanza d’umiltà e di testa bassa dei componenti della squadra, sopravvalutati un po’ da tutti tifosi e media compresi ma che hanno fallito all’occasione più importante.

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