Mentre aspettiamo che i motori si riaccendano, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Vicky Piria, pilota italiana di grande talento che attualmente gareggia nella W Series, la “F3 rosa”. La poliedrica 26enne italo-inglese passa la sua vita fra i motori. Oltre che pilota, infatti, è anche istruttrice e quando non indossa la tuta è comunque concentrata sui motori: gira spot tv ed è conduttrice di programmi.
Intervista a Vicky Piria
Avete presente il detto “donne e motori, gioie e dolori”? L’italiana Vicky Piria da a questo modo di dire un nuovo senso, in quanto cockpit e garage sono per lei il suo ambiente naturale, ed è lei a sperimentare sulla sua pelle, proprio grazie ai motori, gioie e anche qualche dolore. La prima cosa che colpisce di lei è la grinta, che insieme al suo indubbio talento l’ha portata dapprima in GP3 e poi ad essere l’unica italiana a correre nella W Series, la categoria equivalente alla attuale F3 in cui gareggiano solo donne. Vicky ci porta con sè nel suo mondo, in cui femminilità e motori camminano di pari passo, incrociandosi alla determinazione e al talento cristallino.
La tua passione per le corse traspare da ogni cosa che fai. Ma com’è iniziata?
È iniziata grazie a mio fratello, fece lui i primi giri su un gokart. Io al contrario facevo gare di equitazione! Poi un giorno provai anche io e non smisi più!
Costruire la tua carriera in un mondo dominato da maschi non dev’essere stato semplice. Come hai fatto?
Sarei stata ipocrita di pensare di far parte di un mondo da sempre maschile e pensare che sarebbe stato tutto normale. Ci sono stati dei momenti dove ho sentito un po’ di discriminazione ma non è mai stato un problema per me. La mia passione è sempre stata più forte. Poi, se ne faccio io un problema, come posso pretendere che per gli altri non lo sia?
Il commento più fastidioso che ti è stato rivolto, e come hai fatto a proseguire per la tua strada?
Il commento più fastidioso che io abbia mai ricevuto è provenuto da un manager importante, il quale mi disse che le donne non potranno mai essere veloci come gli uomini, ma che comunque potevo fare decentemente. Per proseguire ho semplicemente cercato di dimostrarmi sempre professionale e determinata. Nessuno con cui poi ho lavorato ha mai dubitato di me.
Hai corso sia in GP3 nella categoria mista che ora nella W Series, tutta al femminile. Qual è la pià grande differenza e come ti trovi a correre con altre donne con la tua stessa passione?
In realtà nessuna. Inizialmente ero preoccupata, lo ammetto, perchè pensavo che sarebbe stato troppo diverso; ma in realtà ad oggi ti posso dire non cambia assolutamente nulla. Visiera abbassata e te ne dimentichi proprio. L’unico cambiamento è che a fine gara se ti serve una spazzola per sistemarti un attimo un’avversaria sicuramente ce l’ha!
In F1 sono arrivate solo cinque donne – di cui tre italiane. Pensi che ce la potrebbe fare una donna a correre nella F1 odierna? Qual è secondo te la più grande differenza che potrebbe esserci fra un uomo ed una donna, sotto tutti gli aspetti (fisici, tecnici, mentali)?
Credo di si, magari non nel futuro a breve termine ma nei prossimi anni ne sono quasi sicura. Dal punto di vista fisico, la differenza fra i due sessi risiede sicuramente in collo, resistenza, spalla e trapezio. Queste differenze potrebbero creare qualche difficoltà ma sono tutte assolutamente rimediabili. Dal punto di vista mentale e tecnico, zero differenze.
Tu sei veramente poliedrica: pilota, istruttrice, protagonista di show TV e spot. Come fai a gestire tutto? Il tuo “ruolo” preferito?
Chiaramente pilota. Nasce tutto da lì, è questo il mio valore aggiunto. Nel resto semplicemente cerco di unire l’utile al dilettevole, mi pago le bollette comunque stando tra macchine, che sia per insegnare o condurre programmi. Per me non potrebbe andare meglio di così!
Il COVID-19 ha costretto tutti ad uno stop: come ti tieni ora in allenamento e come passi la tua giornata?
Sto facendo molto Interval Training che era un po’ il mio punto debole; dal punto di vista di forza e resistenza, invece, sono sempre stata molto pronta. Spero a breve di riuscire a settare magari un simulatore casalingo.
Qual è la prima cosa che farai appena potrai uscire?
Una cena con tutti i miei amici. Poi prendo la macchina, vado in autostrada e spero di tornare alla mia vita normale!
Chi è stato il tuo idolo quando hai incominciato a correre?
Sicuramente Ayrton Senna.
Hai un sogno ancora nel cassetto? Qual è l’obiettivo maggiore che ti prefiggi per il futuro?
Ne ho tanti, ma sono tutti raggiungibili. Ad oggi, quello maggiore è continuare a vivere della mia passione come sto facendo ora, continuare a gareggiare e migliorarmi sempre!
Termina qui il nostro momento passato insieme a Vicky, che ci ha trasportato nel suo mondo, fatto di qualche discriminazione ma anche tanto coraggio, fiducia in se stessi e negli altri, tanto lavoro e un’inguaribile passione. Non possiamo che ringraziarla per essere stata schietta, diretta, disponibile e gentile e le auguriamo di tornare ad illuminare la pista con la sua grinta il prima possibile.
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