Esclusiva Stadiosport – Giusy Versace: “Volevo semplicemente provare perché non ricordavo più cosa volesse dire correre. Adesso voglio regalare nuove opportunità a chi non se le può permettere”

La redazione di Stadiosport, in esclusiva, ha avuto l’onore ed il piacere di intervistare la campionessa paralimpica Giusy Versace, nonché conduttrice televisiva, che è stata recentemente impegnata in una tournée teatrale in cui ha raccontato la storia della sua vita attraverso “prosa, musica e danza”. Giusy è stata commentatrice dei XIV Giochi Paralimpici estivi (Sky Sport, 2012), ha partecipato a Ballando con le stelle 10 nel 2014, di cui è stata la concorrente vincitrice, ed ha condotto “La domenica sportiva” su Rai 2 nella stagione 2015-2016.

Una chiacchierata tra amici, più che un’intervista formale, con una donna forte e sicura, ma allo stesso tempo una ragazza semplice, che ha superato momenti tremendi ed è arrivata al successo solo grazie alla sua forza ed alla sua determinazione, non dimenticando mai le sue origini e dando costantemente sostegno a chi è meno fortunato e a chi si trova in difficoltà, contraddistinta da quella sensibilità tipica di chi alcuni ostacoli li conosce bene, ci si misura quotidianamente, li supera e non accetta che qualcuno possa rimanere impantanato nei meandri delle mille difficoltà che ci pone dinanzi la vita. 
La nostra campionessa si è raccontata ai microfoni di Stadiosport, rivivendo i “primi passi” della sua nuova vita e anticipando che ha in serbo altri progetti e sorprese. Pechè Giusy è così: un vulcano di idee, un fiume in piena, una super-donna. 

giusy versace

Dopo soli due anni dal grave incidente sei tornata a guidare, mostrando subito di voler ricominciare a vivere a modo tuo, mettendoti immediatamente in gioco e non ponendoti limiti, fino a riuscire, nel 2010, a divenire la prima atleta donna della storia a correre con una doppia amputazione agli arti inferiori. Prima di allora ti occupavi di moda, cosa ti ha spinta a metterti alla prova proprio nel campo dell’atletica?

La curiosità è stato il vero motore! Volevo semplicemente provare perché non ricordavo più cosa volesse dire correre. Poi ci ho preso gusto e non mi sono più fermata.

Credi in Dio? Ritieni, in un certo qual senso, di poter dire di essere “grata” all’incidente?
Molti ne sarebbero usciti distrutti e non avrebbero trovato la forza per reagire, ma non tu!
Possiamo dire che, per una grande donna come te, è stato un input che ti ha portata a cogliere grandi occasioni?

Certo! Io ho una grande fede e non ne faccio mistero. Ho anche dedicato un intero capitolo a questo nel mio libro. Oggi sono anche volontaria di Unitalsi e quando posso parto insieme a loro per Lourdes. Un posto dove riesco a riflettere e trovare le risposte che cerco, lo consiglio a tutti, anche a chi non crede! Io li ho imparato a non chiedermi più “perché?…”
Io ringrazio Dio ogni giorno perché, anche se ho due gambe finte, ho ancora una testa forte e un cuore pulito e cerco di vivere questa mia nuova vita come una seconda possibilità che non posso sprecare, anzi, cerco sempre di mettere a disposizione degli altri anche le mi esperienze perché possano essere da stimolo.

Nel 2011 hai fondato l’associazione “Disabili no limits” con lo scopo di sostenere tutte quelle persone con disabilità, fornendo supporti che non sono previsti dal nostro Sistema Sanitario Nazionale (Asl).
Ma chi ha supportato te? C’è stato qualcuno che ha sostenuto la tua causa? Come sei entrata in possesso della tua prima protesi in carbonio?

giusy.versace

Io ho avuto l’incidente durante una trasferta di lavoro e pertanto la fornitura protesica è coperta dall’Inail che, in quanto ente, tutela proprio i casi di infortunio come questo. Comunque ho iniziato a camminare con un banalissimo piede di legno. Non è detto che la tecnologia veda sempre bene, perchè ci si deve arrivare poco per volta e ci si deve dare il tempo di abituarsi.
Anche per questo ho fondato la Onlus: per regalare nuove opportunità a chi non se le può permettere.

Nel 2012, ai campionati italiani di Torino, hai stabilito il record europeo nei 100 metri ma, incredibilmente, non sei stata convocata per le Paralimpiadi di Londra 2012. Che spiegazione ti sei data?
Poteva essere un brutto colpo psicologico ma, ancora una volta, hai dimostrato la tua immensa determinazione, tornando a lavorare sodo e migliorando, infrangendo record su record e conquistando 11 titoli italiani suddivisi in più categorie. Qual è stato il punto di svolta della tua magnifica carriera da atleta? Che programmi hai per il futuro?

Sì, Londra è stata una delusione! Avevo lavorato tanto, ero tra le favorite, ma la federazione ha fatto scelte diverse!
Mi sono comunque divertita a commentare le gare grazie a Sky, che mi ha dato la possibilità di vivere la mia Paralimpiade, se pur da commentatrice.
Poi, in seguito, ho raggiunto altri obiettivi importanti ma certamente senza il mio coach Andrea Giannini molti non li avrei mai raggiunti. Gli anni di allenamento e gare sommati tra loro fanno l’esperienza.
Questo mi ha permesso di crescere, lavorare meglio e affrontare le gare con una testa diversa… i risultati sono arrivati da soli e forse le soddisfazioni più grandi le ho avute l’ultimo anno, nel 2016, segnando nuovi primati italiani, facendo il mio esordio sui 400 metri, vincendo le mie prime medaglie internazionali (argento/bronzo agli Europei) ma soprattutto coronare il sogno di tutti gli atleti: correre alla Paralimpiade di Rio 2016. Ho sbagliato una gara ahimè, ma in compenso ne ho centrata un’altra entrando nella finale (difficilissima) dei 200 metri.

E come dice mia madre “10 anni fa muovevi i tuoi primi passi con le stampelle ora sei a Rio! Qui, ci arrivano solo i più grandi non te lo dimenticare mai! Tu, hai già vinto! Non servono medaglie al collo per ricordarcelo!”

Non potevo desiderare di più considerando che ho 40 anni e sono partita “tardi”.
Ora ho preso un anno di pausa per dedicarmi ad altri progetti che mi stanno a cuore: lo spettacolo teatrale tratto dal mio libro, e nuovi progetti e sorprese per la prossima primavera!

giusy versace

Nel 2013 hai scritto “con la testa e con il cuore si va ovunque”.
Se dovessi brevemente riassumere l’essenza di questa stupenda autobiografia, che parole useresti per dare coraggio e speranza a tutte le persone in difficoltà?

Il libro per me è come fosse un diario nel quale mi sono raccontata a cuore aperto! Ora lo abbiamo trasformato in un vero e proprio spettacolo teatrale e io racconto la mia vita su un palco attraverso prosa, musica e danza.
La regia è stata curata da Edoardo Sylos Labini e sul palco con me c’e il cantante Daniele Stefani e il ballerino Raimondo Todaro. Buona parte dell’incasso è devoluto alla mia onlus per regalare nuove opportunità di vita (anche attraverso lo sport) a chi non può permettersele.

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