Emergenza Coronavirus: Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, dice ancora una volta la sua sulla ripresa del campionato: “non ci sono le condizioni necessarie per ripartire”.
La telenovella “ripresa campionato” continua ancora e giunge all’ennesima puntata. Sembra ormai diventata una barzelletta, vorremmo lo fosse, invece si tratta della triste e cruda realtà. La FIGC, mediante la figura del suo presidente, Gabriele Gravina, ha messo in chiaro da tempo la propria posizione riguardo la ripresa del campionato e anche la Lega Serie A pare trovarsi sulla stessa linea di pensiero della federazione.
FIGC e Lega spingono quindi per ripartire ad ogni costo, ma l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) che pure si era mostrata propensa a ripartire, sembra aver fatto ora qualche piccolo passo indietro rispetto ai giorni scorsi o, per meglio dire, sembra aver chiarito meglio la propria posizione riguardo la ripresa della Serie A. Come ricorderete, qualche giorno fa Tommasi aveva rilasciato le seguenti dichiarazioni:
La volontà dei calciatori e delle calciatrici è, e sarà sempre, quella di tornare al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori. La volontà di tutti gli atleti e le atlete è di poter tornare a svolgere il proprio lavoro così come tante altre categorie professionali, senza apparire privilegiati o usufruire di corsie preferenziali sui controlli medico sanitari.
Dichiarazioni, figlie di un pensiero tutto sommato normale, che in seguito all’incontro di ieri tra lo stesso Tommasi e il ministro dello sport, Spadafora, ha subito un evidente retro front. Successivamente all’incontro con il Governo, il numero uno dell’AIC si è infatti espresso così:
Allo stato attuale, la situazione del Paese non consente la ripresa dell’attività, dobbiamo capire se ci saranno le condizioni di sicurezza nelle prossime settimane e quali procedure si devono attivare per renderlo possibile, tutelando la salute di tutti, non solo degli atleti. L’incontro di oggi è stato utile per mettere sul piatto tutte le posizioni delle componenti del mondo del calcio e metterle a confronto con chi dovrà analizzare la situazione per stilare un protocollo adeguato.
Ritornando quindi sulla volontà di calciatori e calciatrici di tornare in campo, Tommasi ha continuato dicendo:
Da parte dei calciatori la richiesta che è stata fatta è quella di far ripartire il calcio quando tutti i cittadini potranno disporre di tamponi e test, non ci deve essere una corsia preferenziale per la categoria. Questo non certo per immagine ma per responsabilità etica: molti calciatori sono risultati positivi e molti hanno familiari e amici malati in attesa dei tamponi. I calciatori non vogliono essere fuori dal contesto del Paese.
In conclusione, il comandante in capo del sindacato dei calciatori ha detto la sua sull’assegnazione dei titoli:
Non assegnare i titoli non è un dramma, il dramma sono i morti e i malati: i titoli si assegnano solo se ci sono le condizioni.
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