Circa 350 lavoratori si sono riuniti per alzare la voce con i piani alti. E’ nato infatti il “Broadcast Team”, che comprende tutti quei lavoratori nel mondo del calcio che garantiscono la messa in onda delle partite. Da video-operatori a tecnici, da fonici a registi: tutti uniti per chiedere garanzie, a livello sanitario, per il loro ritorno a lavoro
Il campionato italiano è ormai prossimo alla ripartenza. In questi giorni si sta definendo il protocollo sanitario, nodo fondamentale per poter permettere il ritorno in campo. L’emergenza della pandemia Coronavirus, ha infatti portato ad uno stravolgimento delle condizioni di gioco, mettendo in primo piano la salute dei giocatori e di tutti gli addetti ai lavori.
I protagonisti del calcio, infatti, non sono solo i 22 che che scendono in campo, ma c’è tutta una lista di persone che lavorano dietro le quinte per far in modo che tutto il sistema funzioni. Questo gruppo di personaggi è chiamato il gruppo degli “invisibili” del calcio: si tratta di 350 lavoratori precari, provenienti soprattutto dalla Toscana.
In queste ore, si sarebbero riuniti per chiedere maggiore attenzione e garanzie per quanto riguarda le condizioni di lavoro e della salute. Fanno parte di questa cerchia video-operatori, addetti alla regia, tecnici audio-video e fonici, cioè tutti coloro che garantiscono la messa in onda delle partite.
Da qualche settimana, i protagonisti di questa iniziativa hanno creato un gruppo, chiamato “Broadcast Team”. L’idea è quella di essere coinvolti in un protocollo che tuteli nel migliore dei modi il loro ritorno a lavoro. Il Codid-19, infatti, ha colpito gran parte del nostro paese e i protagonisti del calcio vogliono garanzie per potersi muovere anche tra le zone rosse.
Il Broadcast Team è composto sia da donne che da uomini, che condividono insieme il disagio di non aver guadagnato soldi in questo periodo di lockdown.
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