Tutta l’Inghilterra è ai piedi di Antonio Conte. Un anno dopo la strepitosa impresa di Ranieri col suo Leicester, un altro tecnico del Belpaese è l’assoluto protagonista della Premier League. “Italians do it better”: uno slogan attuale come non mai, specie oltremanica. Eppure la stagione dell’ex allenatore della Juventus, la prima (e forse l’ultima) sulla panchina del Chelsea, non è stata tutta rose e fiori. Soltanto dopo le sconfitte a settembre per mano di Liverpool e Arsenal i londinesi hanno cominciato a giocare con il 3-4-2-1, un modulo che a conti fatti si è rivelato vincente perché perfetta muta tattica per esaltare al massimo le caratteristiche dei singoli, all’interno di un collettivo che necessitava soltanto di un demiurgo dalle idee chiare per girare a meraviglia.
Fino ad allora, sullo stesso Conte cominciavano persino a girare voci di un possibile esonero. Il cambio di modulo è servito da autentico spartiacque: nelle successive 29 giornate i Blues hanno perso per strada la miseria di tredici punti, conquistando quindi i restanti 74 e dando vita a una cavalcata trionfale. Col passare dei mesi solo il Tottenham ha saputo tenere loro testa, salvo poi arrendersi la scorsa settimana, quando la matematica li ha definitivamente estromessi dalla lotta al titolo.
Uno Scudetto che porta con sé firme altisonanti, tra giocatori ritrovati e altri messi piacevolmente in vetrina. Parliamo dei vari Pedro, Hazard e Diego Costa, veri trascinatori in fase offensiva, del preziosissimo Kantè, che ha alzato al cielo il trofeo per il secondo anno di fila, di David Luiz, tornato a offrire il rendimento di un tempo.
E sul futuro? Le incognite sono ancora molte: Conte ha espresso il desiderio di restare ancora a lungo ma la corte dell’Inter è spietata, Diego Costa probabilmente accetterà i soldoni cinesi a discapito di una carriera sportivamente più probante e appagante. L’obiettivo del club è e deve essere uno: evitare di smantellare una squadra che viaggia a mille, specie ora che dovrà sostenere l’impegno della Champions League. Ma, conoscendo il portafoglio di Abramovich, non dovrebbe affatto essere un problema…
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