Si dice spesso che noi italiani dovremmo prendere spunto dagli inglesi, famosi per la loro razionalità e per il loro aplomb. Nei primi tre mesi di Premier e Championship, la pazienza nei confronti degli allenatori italiani non è sembrata proprio all’altezza di questo detto. Dopo Di Matteo e Guidolin, anche Walter Zenga è stato rimosso dal suo incarico e da ieri non è più il manager del Wolverhampton.
Roberto Di Matteo era stato cacciato dall’Aston Villa il 3 ottobre. Stessa sorte per Francesco Guidolin, esonerato dalla guida dello Swansea dopo aver raccolto il misero bottino di 4 punti nelle prime 7 giornate. Per Zenga è stata fatale la sconfitta interna contro il Leeds e lascia la panchina dopo aver raccolto 16 punti in 14 partite.
Resistono solo tre allenatori italiani. Il primo è Antonio Conte, che dopo qualche tentennamento iniziale si è preso il lusso di rifilare un secco 4-0 al Manchester United di Mourinho ed è a un solo punto dalla vetta. La sua panchina è salda e il pubblico ha iniziato ad amarlo. Il secondo è Claudio Ranieri, che dopo il miracolo dell’anno scorso sta regalando ai suoi tifosi una stagione a due facce: altalenante in Premier, devastante in Champions League (3 vittorie su 3 e zero gol subiti).
Infine c’è Walter Mazzarri, a metà classifica con il suo Watford. La squadra sta offrendo prestazioni ottime e i tifosi si stanno divertendo, c’è solo da augurarsi che continui così.
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