Sono giorni concitati per la Fiorentina, in particolare per il suo direttore tecnico Pantaleo Corvino, che si trova a Milano per trattare alcune operazioni per il calciomercato viola, soprattutto in uscita e soprattutto con ambedue i principali club del capoluogo lombardo.
I viola rischiano di perdere alcuni fra i loro pezzi pregiati.
Tiene fortemente banco la questione Borja Valero, conteso fra entrambe le milanesi ma con il forte rilancio recente dell’Inter, anche se le parti sono ancora lontane, perché la discrepanza fra offerta nerazzurra e richiesta viola è ancora forte: i nerazzurri offrono 5, massimo 6 milioni di €, ma la viola ne vorrebbe almeno 10. Il possibile addio dello spagnolo ha scatenato vibranti proteste nella tifoseria fiorentina-molto affezionatasi al giocatore in queste 5 stagioni- con un gruppo di tifosi che hanno esposto sui cancelli dello stadio “Artemio Franchi” uno striscione che si scaglia proprio sul dirigente della viola.
In alternativa a Borja Valero i nerazzurri potrebbero virare, oltre che su Federico Bernardeschi-per il quale però c’è da battere la complicata concorrenza bianconera-anche sull’uruguagio Matìas Vecino, molto voluto dal nuovo tecnico interista Luciano Spalletti, ma per il quale c’è il forte nodo legato alla clausola rescissoria, decisamente onerosa, ben 24 milioni.
Anche sul fronte Milan Corvino è molto impegnato. Da qualche settimana, come noto, è entrato nel mirino dei rossoneri l’attaccante Nikola Kalinic, perno dell’attacco viola, appetito anche all’estero-rifiutata la richiesta di Fabio Cannavaro, che lo voleva al suo Tianjin.
Sul croato però il problema è sempre lo stesso, ossia di natura economica: c’è ancora troppa differenza fra la richiesta dei toscani-30 milioni- e l’offerta rossonera-25-differenza che potrebbe essere colmata dal Milan mettendo in gioco una contropartita tecnica come pedina di scambio, si parlava nelle scorse settimane di Bacca ma recentemente è spuntato il nome di Gianluca Lapadula. Non c’è ancora stato però alcun contatto, né fra Corvino e la dirigenza rossonera, né con Gianluca Albertazzi, procuratore di Lapadula, ma potrebbe essere solo tutta una questione di tempo.
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