L‘Italia vince 3-1 contro l’Armenia grazie alla doppietta di Andrea Belotti e al gol di Lorenzo Pellegrini arrivati in rimonta dopo il vantaggio dei padroni di casa firmato Karatepyan e coglie la quinta vittoria consecutiva nel Gruppo J di qualificazione ad EURO 2020. Azzurri a 15 punti in classifica ed in testa al girone, che vincono ma offrono una prestazione deludente, certamente condizionata da una condizione fisica precaria e aiutata da un avversario ostico, volenteroso ma che ha mostrato la minore cifra tecnica rispetto alla squadra di Roberto Mancini.
Mancini che al netto delle defezioni obbligate conferma il suo 11 tipo, ma nel primo tempo Azzurri che faticano parecchio a costruire gioco sia dal basso che sugli esterni e a cui chiaramente manca ritmo e intensità per muovere la palla, complice una forma fisica ancora deficitaria. Italia che subisce più del previsto la foga dell’Armenia, squadra compatta e fondata sulla ripartenza che riesce però a chiudere le fonti di gioco azzurre. Italia poco incisiva soprattutto nella prima metà della frazione, dove la lentezza del trio del centrocampo va di pari passo con la sterilità del trio offensivo che si muove poco e male. In fase di non possesso, difesa che soffre le transizioni negative e al’11° ne viene punita: strappo dei padroni di casa, palla in profondità per Karatepyan e vantaggio armeno.
Dal 23° in poi Italia che parzialmente si scuote, ma Jorghinho, Verratti e Barella non danno le giuste geometrie e inserimenti, Chiesa e Bernardeschi sono in totale serata no (nonostante lo juventino riesca almeno a rendersi pericoloso con un sinistro a giro che si stampa sulla traversa), ma il pari arriva sull’asse Palmieri – Belotti, i due meno peggio del primo tempo azzurro: bel sfondamento sulla sinistra del terzino del Chelsea, che mette in mezzo e serve a porta vuota Belotti che insacca il pari. Prima della fine del tempo, Armenia che finisce in 10 proprio per il rosso a Karatepyan.
Nella ripresa, superiorità numerica che non si evidenzia con gli Azzurri che rimangono vacui in zona offensiva, poco mobili a centrocampo e sugli esterni e con poche idee, distanti dal gioco fresco e brillante voluto e cercato da Mancini. Anzi, la scarsa condizione atletica permette agli armeni di rendersi più volte pericolosi con dei contropiedi mal sfruttati che però colgono impreparati la retroguardia azzurra.
L’Italia alla fine la spunta, per la superiorità numerica e per i limiti tecnici avversari ma non troppo per meriti di gioco propri: ci vuole un guizzo del neo entrato Pellegrini che al 77° da inserimento trova il gol del vantaggio si assist di Bonucci e 3 minuti dopo, l’azione personale che porta alla doppietta Belotti. Vittoria per la classifica, ma passo indietro e forse la più brutta prestazione dell’era Mancini.
TOP
BELOTTI, 7: nei primi 20 minuti è innocuo come tutta la Nazionale, poi però è abile a farsi trovare nel momento giusto per il pari raccogliendo l’assist perfetto di Palmieri. Nella ripresa lotta anche se è impreciso e riceve poche palle giocabili, viene premiato con la doppietta dopo un’azione personale e caparbia.
EMERSON PALMIERI, 7: a differenza del disastroso collega di fascia, spinge con discreta costanza per tutta la partita e nel primo tempo è quello che crea più pericoli. Ottimo l’assist per l’1-1.
PELLEGRINI, 6.5: Entra all’ora di gioco e non è troppo incisivo nei primi minuti dall’ingresso e fatica a trovare la posizione. Al 77° per pesca l’inserimento vincente di testa che di fatto risolve una partita che stava diventando complicata.
FLOP
BERNARDESCHI,4: a parte una traversa, è disastroso in ogni scelta: mai un dribbling o un passaggio illuminante e pare un corpo avulso dal gioco di squadra. Resta in campo anche troppo.
CHIESA, 4: tenta qualche strappo ma come Bernardeschi, il suo contributo in zona offensiva è vicino allo zero. Solite corse a testa bassa ma nessun pericolo e nessun dialogo coi compagni. Inesistente.
FLORENZI, 5: alla fine la difesa ne esce abbastanza indenne e i due centrali fanno una prestazione decente, ma nella ripresa l’Armenia trova delle praterie dalla parte sinistra presidiata dal terzino della Roma, per fortuna mai sfruttati a dovere. Per di più in partita spinge davvero poco.
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