Analisi Napoli-Milan 3-2: i rossoneri gettano alle ortiche un risultato incredibile che stava maturando dopo 50′ minuti di gioco, con la squadra di Gattuso che si era portata sul doppio vantaggio. Grande rimanda degli azzurri, con grande merito di Ancelotti che legge benissimo ogni fase della partita, inserisce gli uomini giusti e cambia almeno 3 moduli. 

Questo Napoli ha ancora molta strada da fare e mantiene lo stampo di gioco di Sarri, ma sta assorbendo già tutti gli effetti positivi di un grandissimo allenatore come Ancelotti. Infatti, gli Azzurri sono capaci, adesso, di cambiare pelle più volte a partita in corso, di adattarsi ai momenti della gara e di assorbire nuove indicazioni tattiche senza sbandare. 

Il Napoli inizia con il consueto e scontato, ma mai banale, 4-3-3, ma il Milan ha preparato benissimo la partita ed è praticamente perfetto per i primi 50 minuti di gioco: linee strette, non da profondità, gioca sempre la palle e costruisce dal basso sfruttando anche Donnarumma ed è finalmente cinico sottoporta. 

Questo è il mix che porta Bonaventura e Calabria a portare gli ospiti sullo 0-2 con due azioni pressoché identiche nella costruzione: verticalizzazione di Biglia per Suso e palla dentro l’area. 
Poi Ancelotti cambia tutto mandando in campo Mertens per uno spento Hamsik (che deve lavorare tanto per giocare come regista) e passando al 4-2-4 con Milik, Insigne, Callejon e Mertens contemporaneamente in campo. 

Il cambio tattico da i suoi frutti ed il Napoli ribalta la gara, sfruttando però gli errori di un Milan impaurito che dopo aver trovato il raddoppio sparisce dal campo.
Gattuso ha qualche colpa nella gestione della partita e non sa difendere il vantaggio, ma c’è da dire anche, come ammesso dallo stesso Ancelotti, che il fatto che il Milan non abbia giocato la settimana scorsa potrebbe anche aver generato un seppur minimo vantaggio dal punto di vista fisico al azzurri, che fino al 94′ hanno mostrato di avere più birra nelle gambe.