Analisi Milan-Frosinone 2-0: Donnarumma salva, Piatek la sblocca, Suso mette in cassaforte. C’è ancora speranza
Analisi Milan-Frosinone 2-0: i rossoneri iniziano bene, ma poi vengono imbrigliati dagli avversari che, già retrocessi e liberi di mente, giocano una partita onesta. Quale occasione fallita da entrambe le parti fa sì che il primo tempo si chiuda e reti inviolate. Succede tutto nel secondo tempo. Donnarumma para un rigore, mentre Piatek e Suso siglano le reti rossonere.
Il Frosinone non arriva a San Siro come vittima sacrificale e gioca con grande spensieratezza e freschezza. I ragazzi di Barone ci tengono a far bella figura in un vetrina così importante, ma devono arrendersi alle maggiori energie nervose del Milan, che crede ancora alla Champions League e vince la terza partita consecutiva.
I rossoneri non riescono ad impostare fluidamente e Gattuso chiede ai suoi terzini e alle mezzale di provare a lanciare qualche palla in più lunga, per poi gettarsi caparbiamente sulle seconde palle. Calhanolgu è l’uomo che può mandare in tilt la difesa avversaria tagliando il campo in diagonale da sinistra verso destra ed è così che arrivano le migliori occasioni. Suso è in stato di grazia e lo si vede dalla grande quantità di dribbling e palloni bittati in mezzo.
Il Frosinone è comunque abile a fare castello difensivo e ripartire con ordine. Ne consegue uno scialbo 0-0 al termine dei primi 45′. Nella ripresa il copione non cambia e in occasione di una ripartenza dei ciociari Abate perde il contatto visivo con Paganini e causa involontariamente il calcio di rigore. Ciano calcia ad incrociare e Donnarumma vola: boato del pubblico che ha vissuto la partita in maniera quasi empatica ed ha sostenuto la squadra dal 1′ al 93′. E’ la scossa che serviva. Gattuso capisce il momento e getta nella mischia Cutrone al posto di Bakayoko.
La squadra alza il proprio baricentro e trova subito il vantaggio, con un tocca da rapace di Piatek. Suso continua a dare spettacolo e calcia una punizione telecomandando la palla all’incrocio dei pali, facendole baciare la traversa prima di entrare in rete. E’ il gol che mette in cassaforte l’incontro e permette al Milan di giocare sul velluto. Ancora Suso si esibisce in alcune giocate che fanno spellare le mani al pubblico, che a questo punto si chiede perché non ha potuto godere di Jesus in questa condizione per l’intera stagione.
Intorno all’80’ Gattuso concede la passerella ad Ignazio Abate. Il prodotto del vivaio rossonero è in orbita Milan dal 1999 ed ha esordito in rossonero nel 2003, ma dopo vari prestiti, è entrato stabilmente in rosa nel 2009. Da allora 304 presenze con la maglia del suo Milan cucita sulla pelle. Il pubblico lo ha omaggiato come merita un ragazzo che ha dato tanto a questa squadra e che, specialmente in questa stagione, è stato utilissimo risolvendo più di qualche problema. In questa stagione Abate si è ripreso quello che il destino (ed il pubblico) gli aveva tolto in più occasioni in passato, quando è stato criticato forse più del dovuto. Ma quest’anno il rapporto con i suoi tifosi si è ricucito e rinvigorito, fino alla standing-ovation che gli ha riservato ieri San Siro, quando ha salutato per l’ultima volta Ignazio Abate, il ragazzo casertano con il Milan nel cuore per sempre, come recitava una scritta la maglia che indossato dopo la sua uscita dal campo.
Forse anche l’addio di Abate conferma che Gattuso lascerà il Milan perché, se avesse deciso Ringhio, ad uno come Abate non avrebbe mai rinunciato.
Redazione
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