Agostino Di Bartolomei: un capitano nella storia della AS Roma

Agostino Di Bartomei: Cervello, Anima, Potenza, Tecnica, Concretezza, Serietà dentro e fuori dal campo. Tiro dotato di una potenza e precisione rarissima. Metronomo della Roma non più Rometta. Cantore di un calcio quando era ancora pallone. Semplicemente AGO

Quest’oggi inizieremo il racconto dei 10 migliori giocatori della storia romanista. La prima puntata la dedichiamo ad Agostino Di Bartolomei. A quell’Ago che con la sua leadership silenziosa ma rimbombante al contempo ha guidato la Roma al secondo scudetto, alle varie Coppa Italia, e quella maledetta data di maggio.

La data in cui decidiamo di iniziare questa serie non è assolutamente casuale. Agostino Di Bartolomei infatti è nato a Roma proprio l’8 di Aprile del 1955 ossia esattamente 65 anni fa.

Agostino Di Bartolomei ha indossato la maglia della Roma dal 1972 al 1984 con un interruzione nella stagione 1975-76 quando ha militato nella Lanerossi Vicenza.
Con la Roma ha giocato un totale di 237 partite in Serie A segnando 50 Gol.
In totale Ago ha giocato 311 partite con la maglia giallorossa mettendo a segno 69 reti.

CAPITANO UNICO – Se dicessi che per più di qualche tifoso agée il capitano che più li ha rappresentati non è né Totti, né De Rossi ( o tutti coloro che hanno preceduto questi due), non dovete prendermi per pazzo. Nella storia della Roma c’è stato un giocatore distante anni luce dal 98% (le percentuali, grande passione di Liedholm, estimatore del protagonista di questo breve racconto) dei calciatori passati, presenti e forse futuri. Agostino Di Bartolomei. Il Capitano. Il Capitano della Roma della rinascita. Della Roma del secondo scudetto. Delle Coppa Italia una dietro l’altra. Il Capitano di quel maledetto 30 maggio 1984. Maledetto ancor di più dieci anni dopo.

Primi passi nel calcio di Agostino di Bartolomei:

Di Bartolomei cresce nel quartiere popolare di Tor Marancia, muovendo i primi passi calcistici alla OMI, allora squadra satellite della Roma. Già da piccolo i suoi tiri erano diventati proverbiali. Si narra che quasi nessuno volesse mettersi in barriera al passaggio di un pallone da lui calciato. Difficile biasimarlo. La prima squadra professionistica a notarlo non è però quella giallorossa, ma il Milan. La famiglia tuttavia rifiuta le lusinghe dei rossoneri. Arriva quindi finalmente la chiamata della Roma. Nelle giovanili giallorosse vince due campionati Primavera. Successi che gli aprono le porte della Prima Squadra.

Video Tributo per Agostino di Bartolomei:

DEBUTTO IN SERIE A di Agostino Di Bartolomei:

A 18 anni Ago debutta nei professionisti. L’esordio avviene a San Siro, in Inter-Roma nella stagione 1972- 73. Di Bartolomei gioca al posto di Cordova, non uno qualunque.
Il primo gol di Ago in Serie A arriva però l’anno successivo contro il Bologna.
L’anno successivo nel 1975-76 viene mandato al Lanerossi Vicenza in B, per maturare.
E da Vicenza l’anno successivo Ago torna alla grande nella capitale
Nella stagione 1976-77 Di Bartolomei salva più volte la Roma dal baratro della retrocessione.
Con il ritorno del Barone, poi, arriva la svolta. Gli vengono affidate le chiavi del centrocampo, ma soprattutto quelle dello spogliatoio. I lanci millimetrici, la velocità di pensiero che compensava quella fisica e la sua leadership fatta di calma e concretezza, portano la Roma più volte vicina allo scudetto.

Per la Roma arrivano secondi e terzi posti, preambolo del magnifico trionfo dell’82-83.

Scudetto della Roma 1982-83 e successiva Coppa dei Campioni:

CINQUANTACINQUE SECONDI – La vittoria dello scudetto qualifica la Roma alla successiva Coppa dei Campioni. I giallorossi rischiano di dover dire addio alla competizione dopo la semifinale di andata con gli scozzesi del Dundee, i quali si impongono 2-0.
Al ritorno, però, Ago, aiutato dal resto di quella squadra fenomenale, compie l’impresa. Pruzzo fa doppietta, prima da angolo e poi su rigore. Rigore. Il rigore è una parola che si incrocia spesso quando si parla di Ago, sia come giocatore ma soprattutto come uomo.
Per un altro fallo in area, ecco un altro rigore.
Sul dischetto non può che andare Lui. Con la solita rincorsa fatta di mezzo passo, Ago lascia partire il destro potente che lo contraddistingue. La palla è dentro. Roma 3 – Dundee United 0.

As Roma video storia di un capitano: Agostino Di Bartolomei:

Finale di Coppa dei Campioni 1983-84 Roma Liverpool:

La Roma ora è in finale di Coppa dei Campioni.

Finale che si giocherà a Roma contro il Liverpool. Occasione irripetibile. Il Liverpool, dall’alto della sua tradizione vincente, sa come si vincono queste gare. Ma la Roma no, è ancor una vergine europea.
A Roma si respira un’aria strana. Euforia, gioia, sicurezza e fiducia nei propri mezzi si riveleranno fatali.
La gara si mette subito male. I Reds passano in vantaggio in modo fortunoso.
Traversone al centro, Tancredi esce e blocca quella palla che perderà immediatamente; Bonetti, nel tentativo di spazzare, fa carambolare il pallone sull’estremo difensore giallorosso mettendo un involontario quanto invitante assist per Neal che non sbaglia.
La Roma accusa il colpo. Non ci sta. I ritmi si fanno più alti e Pruzzo, servito da Conti, pareggia.
I tempi regolamentari hanno sancito un equilibrio di 1-1. Si va ai rigori.
Dal dischetto vanno prima gli inglesi. Nicol sbaglia.
Agostino Di Bartolomei segna il suo rigore! Per cinquantacinque paradisiaci secondi, come il titolo del magnifico libro di Tonino Cagnucci, la Roma è campione d’Europa.
Neal pareggia.
Conti fallisce il raddoppio.
Il Liverpool non sbaglia più, la Roma si con il tiro di Graziani.
Il Liverpool è campione d’Europa.

Video della Finale di Coppa dei Campioni Roma Liverpool 1984:

https://youtu.be/m7yC0hmSTbI

Trasferimento di Agostino Di Bartolomei al Milan: Tradimento e Perdono

La stagione successiva Di Bartolomei lascia la Capitale, destinazione Milano, sponda rossonera.
Questa volta s’ha da fare. A portarlo è Liedholm, il suo mentore.
L’addio però non viene mandato giù molto facilmente dall’ambiente giallorosso.

Tifosi ed addirittura compagni aspettano intrepidi il ritorno dell’ex Capitano all’Olimpico. I tifosi, quei stessi tifosi che Ago aveva posto al di sopra di tutti gli altri, gli tributano indecorosi fischi. Troppo corta la memoria, ma soprattutto troppo aperta e calda la ferita dell’addio. Altro non ci si può attendere.
Anche in campo il clima non è dei migliori. Durante uno scontro di gioco, Graziani posa violentemente le mani sull’ex compagno. C’è il boato del pubblico. Per Ago non può esserci cosa peggiore. Vede fuggire il grande amore, quei colori che sono stati ragione di vita.

Agostino di Bartolomei: Finale di Carriera

RICORDATI DI NOI, NOSTRO CAPITANO – Terminerà la carriera in punta di piedi, come ha sempre fatto e lontano dai riflettori del grande calcio. Per ragioni di cuore, andrà a giocare in C alla Salernitana. Nei granata del Sud (amatissimo da Ago), contribuisce alla promozione nella serie cadetta. Conclude da vincitore. Almeno sul campo. Appesi gli scarpini al chioso, avvia un’agenzia di assicurazione e una scuola calcio a Castellabate, paese in cui aveva messo le radici.

Prova anche a rientrare nel mondo del calcio. Un mondo che però è poco troppo limpido per accogliere un’anima lontana da qualsivoglia sotterfugio e inganno morale quale è quella di Ago. Le cose vanno male. Si narra di investimenti sbagliati con le assicurazioni. La burocrazia tarpa le ali alla partenza della scuola calcio, volta anche a recitare un ruolo socio-educativo. Le cose vanno decisamente male.

E vanno peggio quella mattina. Quella dannatissima mattina del 30 maggio 1994. Un colpo di pistola squarcia il silenzio della villa dove viveva con l’amata Marisa, Luca e Michele, figlio del precedente matrimonio di Marisa. Marisa corre alla finestra, vede il corpo di Ago riverso in una pozza di sangue. Accanto c’è la Smith& Wesson 38 special. La pistola che lo ha accompagnato sin dai primi anni da professionista per dargli una presunta sicurezza, e che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno di vita. Una vita vissuta con rettitudine morale e compostezza, senza mai urlare, mancare di rispetto ed educazione a qualcuno. Una vita da Capitano. Una vita da Ago. Si adducono le più disparate ragioni. Dall’indebitamento, alla depressione post-carriera fino all’ostracismo del suo mondo. Ragioni che però ormai è inutile cercare, andava fatto prima. Un dubbio atroce però rimane: la data. Sono 10 anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni.

1976–77 Serie A – AS Roma v Juventus FC – Agostino Di Bartolomei’s goal

Partite storiche di Agostino Di Bartolomei con la Roma

Migliori partite di Agostino di Bartolomei con la Roma in ordine temporale:

  • Torino-Roma 1-1, finale di ritorno Coppa Italia 1980-81.
    All’andata all’Olimpico finisce 1-1, al ritorno sono i granata a passare in vantaggio e a iniziare a porgere le mani sulla Coppa. Deve pensarci Ago di rigore (ricordatevi quanto detto sopra) e di potenza a fargli cambiare idea. Segna e si va ai rigori, da dove però sbaglia il suo tiro. Poco danno, il suo già l’ha fatto. Dopo la vittoria, chiama commosso papà Franco.
  • Roma – Avellino 2-0, Serie A 1982-83. Mancano tre giornate alla fine del campionato. A Roma si respira aria di scudetto. Apre Falcao, Agostino firma il gol che pone fine alla pratica. Esulta correndo con i pugni chiusi per poi inginocchiarsi ed alzare gli occhi al cielo. Uno dei più bei dipinti giallorossi. È la partita della storica frase: “Andremo in porto sicuramente, vedremo di andarci col vessillo“. Mai profezia fu più indovinata;
  • Genoa-Roma 1-1, Serie A 1982-83. È la partita che pone fine ad un incubo. La Roma passa in vantaggio con un gol di testa di Pruzzo, meravigliosamente imbeccato da Ago. L’incubo è finito, si può uscire dalla prigionia del sogno. Il tutto accompagnato dal sorriso di Ago durante i festeggiamenti.

Chiudiamo la storia di Agostino Di Bartolomei con la canzone dedicata da Antonello Venditti allo storico Capitano della Roma:

 AgoAgoAgo Agostino gol!”

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