Analizzando i numeri del Verona dopo 13 giornate si notano due cose: una difesa non del tutto imperforabile che ha incassato 10 reti, ma un attacco devastante che ne ha insaccate ben 31: più di due reti a partita, un dato che consente agli scaligeri di guadagnarsi la palma di miglior attacco del torneo.
Ma c’è di più: questi gol portano la firma di ben 11 giocatori diversi. Un’intera squadra a rete, portiere escluso. Il capocannoniere della squadra, e del torneo, è Pazzini con 12 reti; dopo di lui il talentuoso Bessa con 4, Valoti 3, Fossati, Ganz, Romulo e Siligardi 2 e Gomez, Luppi, Pisano e Zaccagni 1.
Il reparto più prolifico è quello avanzato (16 gol), ma il centrocampo non scherza affatto, avendo realizzato ben 14 reti. La difesa è invece ferma ad un solo gol segnato.
C’è già chi parla di “Pecchialandia“, parafrasando la leggendaria Zemanlandia vista a Foggia nei primi anni ’90 e a Pescara nella stagione 2011-12; di sicuro mister Fabio Pecchia ha messo su una squadra votata all’attacco, ma con un occhio di riguardo alla difesa, da sempre punto debole degli schemi del boemo. Tra quel Pescara e questo Verona c’è finora un abisso, comunque, vista la spregiudicatezza tattica dei primi e la maggior disciplina dei secondi.
Il Verona ha comunque tutto il tempo per battere questo ed altri record, senza mai dimenticare che il suo obiettivo è il ritorno in A.
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