Rapporti distesi e fine dell’embargo per Cuba, che disputerà un’amichevole contro gli Stati Uniti d’America oggi
Si può scrivere la storia mondiale con il calcio? Be’, la risposta è evidentemente sì, perché il calcio è molto più di uno sport, è l’espressione più metaforica della vita stessa. Oggi, infatti, proprio il calcio permetterà di scrivere una pagina importantissima della storia nei rapporti internazionali tra due nazioni, pronte a mettere da parte il passato e scrivere insieme il nuovo percorso politico, sociale ed economico.
Oggi è il giorno della tanto attesa amichevole tra Cuba e Stati Uniti d’America, in programma allo Stadio Pedro Marrero dell’Avana. Era dal 1947 che la nazionale statunitense di calcio non disputava partite in terra cubana. Diversamente, invece, l’ultimo incrocio tra le due squadre risale al luglio del 2015, quando gli USA si imposero a Baltimora su Cuba con un rotondo 6-0 nei quarti di finale di Gold Cup.
E’ una giornata storica, quindi è giusto ripercorrere il passato. L’embargo contro Cuba, conosciuto anche come el bloqueo, è un embargo commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba all’indomani della rivoluzione castrista. Prima del 1959 a Cuba gli statunitensi controllavano il petrolio, le miniere, le centrali elettriche, la telefonia e un terzo della produzione di zucchero di canna. Nel 1961 ci fu il famoso tentativo fallito di invasione degli americani nella Baia dei Porci, che di fatto pose le basi per la fine dei rapporti tra le due nazioni. Infatti, l’embargo contro Cuba scattò ufficialmente con il Proclama 3447 nel 1962, che ebbe come conseguenza la famosa crisi di Cuba tra il 14 ottobre 1962 e il 7 febbraio 1963. Solo grazie alla riapertura dei rapporti tra Raul Castro, erede di Fidel, e Barack Obama, presidente degli USA, è stato possibile distendere i rapporti diplomatici ed allentare la morsa.
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