
La pesante sconfitta per 4-1 contro la Norvegia a San Siro rischia di segnare un punto critico del percorso degli Azzurri verso i play-off Mondiali. L’Italia di Gennaro Gattuso, alla sua prima battuta d’arresto da quando siede sulla panchina azzurra, ha dilapidato il vantaggio iniziale firmato da Francesco Pio Esposito, crollando nella ripresa sotto i colpi della squadra di Haaland.
L’Italia sapeva che il primo posto nel girone era fuori portata, dato l’enorme vantaggio nella differenza reti della Norvegia, ma l’obiettivo minimo era chiudere con una prestazione convincente per affrontare i play-off con fiducia. Il tracollo del secondo tempo ha invece acceso più dubbi che certezze.
In conferenza stampa, Gattuso ha parlato senza filtri. Alla domanda sul perché la Norvegia sembrasse correre al doppio della velocità nella ripresa, il ct ha risposto che non si è trattato di una questione fisica. “Dopo l’intervallo, in trenta secondi abbiamo concesso un’occasione e da lì abbiamo smesso di fare le cose giuste. Abbiamo dato campo ai loro punti di forza e ci hanno puniti.”
La vera preoccupazione, secondo Gattuso, è il crollo mentale. Movimenti non eseguiti, uscite dal basso completamente snaturate, giocatori che improvvisamente non seguivano più quanto provato in settimana. “Ci siamo spenti. È questa la cosa che pesa di più. Chiediamo scusa ai tifosi, perché una partita del genere non si può perdere così, non ci si può sciogliere al primo segnale di difficoltà.”
Il ct riconosce che questa fragilità psicologica pesa come un macigno sulle spalle della Nazionale, già reduce da due Mondiali mancati. “Sarei ipocrita a dire che non sono preoccupato. Il terzo gol è quello che fa più male. Non possiamo pretendere di non subire mai tiri, ma dobbiamo saper reagire, e oggi non l’abbiamo fatto.”
Gattuso ha commentato anche le voci su un possibile stage a Coverciano a febbraio, prima dei play-off di marzo. “I calendari sono quelli, sappiamo che le uniche date disponibili sono il 2-3 o il 9-10, ma la mia impressione è che non le avremo.”
Dopo la gara, i fischi del pubblico sono stati inevitabili. Il ct non si è nascosto: “Giovedì contro la Moldavia avevo detto che i fischi non mi piacevano. Oggi no: oggi la gente aveva ragione. Nel primo tempo eravamo messi bene, c’era entusiasmo, ma parlare non basta più.”
Sul futuro dell’Italia, e su cosa serva per uscire da questa spirale di insicurezze, Gattuso è stato chiaro: “Non possiamo farci prendere dalla paura. Al primo problema torniamo indietro, ci limitiamo al compitino. È come se avessimo una montagna sulle spalle dopo gli ultimi fallimenti. Dobbiamo smettere di giocare col freno a mano.”
Alla domanda se l’Italia debba accettare di non essere più tra le squadre top d’Europa, Gattuso ha risposto con amarezza: “Avrei preferito prendere una lezione di calcio dall’inizio alla fine. Avrei accettato più facilmente. Il rammarico è che nel primo tempo abbiamo dimostrato di potercela giocare.”
Non poteva mancare il tema Federico Chiesa, che ha saltato le ultime convocazioni per ritrovare la piena condizione al Liverpool. Gattuso non ha alimentato polemiche: “Sapete bene la sua storia. È un giocatore importante, ma deve sentirsi sereno. Ci siamo parlati e continueremo a parlarci.”
Una notte difficile, che lascia l’Italia piena di dubbi e in cerca di certezze in vista dei prossimi, decisivi, play-off.


