
Gennaro Gattuso non ci sta. Dopo il sofferto 2-0 in Moldavia, il CT azzurro ha risposto con decisione alle critiche sulla prestazione dell’Italia e, soprattutto, ai cori polemici arrivati da una parte dei tifosi presenti a Chisinau.
La serata, già priva di entusiasmo per via della vittoria della Norvegia sull’Estonia (4-1), che ha reso irraggiungibile il primo posto del girone, è stata resa ancora più complicata dai numerosi cambi e da un 4-4-2 sperimentale. Gli Azzurri hanno mantenuto il controllo del gioco per tutta la partita ma, nonostante le occasioni create, il gol non arrivava.
Tutto si è sbloccato soltanto nel finale: Mancini all’88’ con un colpo di testa in tuffo e Francesco Pio Esposito nei minuti di recupero hanno firmato un successo importante, ma non sufficiente per evitare i play-off.
Gattuso però ribadisce: l’Italia ha giocato bene.
“Che significa che non è stata una buona Italia? Abbiamo dominato, la Moldavia non ha tirato in porta”, ha dichiarato a RAI Sport. “Se qualcuno si aspettava un altro 11-1 come quello subito dalla Moldavia contro la Norvegia, il problema non è mio. Le partite facili non esistono.”
Il CT si è poi mostrato amareggiato per i cori provenienti dal settore azzurro verso la fine del match, quando il risultato era ancora fermo sullo 0-0.
“Mi dispiace per ciò che ho sentito: cori che dicevano di andare a lavorare. Non lo accetto. Nei momenti difficili bisogna restare uniti, e i ragazzi stanno facendo tutto quello che devono fare.”
Gattuso ha anche difeso la scelta di cambiare tutti e 11 i titolari: “Con così tanti cambi potevamo anche perdere. Hanno fatto meglio di quanto mi aspettassi.”
Il successo in Moldavia è storico: per la prima volta nella sua storia l’Italia ha vinto sei partite in un girone di qualificazione mondiale. Ma non basta. La Norvegia ha vinto tutte e sette le partite, con una differenza reti mostruosa: +29 contro +12. Un paradosso regolamentare che costringe gli Azzurri ai play-off.
“Non sono io a decidere le regole. Ai miei tempi passavano le prime e le migliori seconde. Ora ci sono più squadre, più continenti, il Mondiale si è allargato. Abbiamo 18 punti, e dobbiamo comunque giocare altre due partite. Non sembra giusto.”
Domenica a San Siro arriverà la Norvegia, ma anche vincendo sarebbe quasi impossibile ribaltare la differenza reti. La testa, inevitabilmente, è già ai play-off di marzo 2026, dove l’Italia comincerà dalla semifinale.


