Il buon Mario Sconcerti, anziano giornalista fiorentino, ne ha sparata un’altra delle sue criticando aspramente l’affare Piatek, in procinto di passare dal Genoa al Milan nelle prossime ore, asserendo che “Il Milan gioca oggi a Genova contro la squadra a cui ha comprato il centravanti fenomeno Piatek, il quale, per colmo di perfezione, sarà assente perché squalificato“. Che diamine vuol dire, dottor Sconcerti? Che il club meneghino ha acquistato la punta in maniera tale da ingraziarsi i liguri ed ottenere tre punti facili? Questo, se è il suo pensiero, è da querela, lo sa bene. Ma perché non ha detto nulla su quanto accaduto al termine della passata stagione con il passaggio di De Vrij dalla Lazio all’Inter ufficializzato proprio alla vigilia dello spareggio per la Champions League e divenuto un caso per la prestazione dell’olandese, decisivo in negativo (o in positivo)? Ah no, mi scusi: ne parlò in termini molto meno negativi: “Se non gioca sicuramente bisogna parlarne. Se fossi stato un dirigente della Lazio non so cosa avrei fatto perché in ballo ci sono decine e decine di milioni di euro. Mettere al centro della difesa un giocatore che da mesi è già dell’avversario può essere un inconveniente“. Nulla da aggiungere, davvero, dottor Sconcerti.
Successivamente lei decide di aggiustare il tiro con un discorso sentimentale: “Mi interessa dei genoani, gente evidentemente di nessuno, mai nominati, vittime predestinate. Hanno trovato un giocatore, è diventato in cinque mesi un fenomeno e se lo vedono portar via senza un consiglio, senza una riga di spiegazione da nessuno. Vale solo la forza del Milan. Eppure a memoria non è mai accaduta una blasfemia del genere. Baggio da Firenze partì comunque a fine stagione. Non è mai stato interrotto a metà un discorso così importante. Perché non è corretto. Piuttosto si rovescia il tavolo, si butta il mazzo di carte. Perfino nei giochi più logori esiste una routine che passa per giustizia. Qui in tre giorni hanno fatto tutto, perfino calcolato i bonus con la partita in corso. Non ricordo un campione in una grande città fatto vedere e scomparso“. Come saprà, il buon Enrico Preziosi, padre-padrone del Genoa in perenne attesa di vendere il giocattolo a Godot non meglio identificati, smonta la sua squadra ogni anno per ricavare bei soldoni da mettere da parte, quindi non dovrebbe essere sorpreso da questo affare né tanto meno trasformarsi in genoano ad honorem per ricevere un applauso e far finta che il calcio sia ancora una questione prevalentemente di cuore.
Mi permetta, infine, di chiederle cosa avrebbe detto se ad acquistare Piatek fosse stata un’altra squadra, ad esempio la Juventus o l’Inter, squadre da lei spesso incensate, specialmente la prima: avrebbe tirato fuori questo discorso oppure avrebbe fatto i complimenti alla dirigenza? Glielo chiedo perché, dottor Sconcerti, lei mi sembra fin troppo ossessionato dai colori rossoneri e li bacchetta spesso in maniera non costruttiva al pari di gentaglia come Ruiu, Ravezzani, Criscitiello, Zazzaroni, ecc… contro i quali lei, viste età ed esperienza, dovrebbe essere un baluardo. E invece si avvicina a loro per scarsa obiettività.
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