Sono finite oggi le speranze per la società calabrese del presidente Caffo di essere ripescati in Serie C. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dal club rossoblu, che ha annunciato attraverso il suo massimo dirigente di voler fare appello al Consiglio di Stato.
La Vibonese del presidente Mimmo Caffo, poche ore fa si è vista respingere dal Tar del Lazio la domanda cautelare presentata dalla società calabrese per l’annullamento della sentenza emessa dal Collegio di garanzia del Coni, condannando i rossoblù al pagamento delle spese processuali.
I giudici amministrativi sono giunti a questa sentenza senza voler entrare nel merito, perché evidentemente hanno ritento opportuno non sconvolgere l’andamento del campionato di Serie C in corso, dove la squadra calabrese sarebbe stata inserita nel Girone C, che presenta un posto libero e sarebbe dovuto essere occupato proprio dai rossoblu.
Alla fine si è preferito non sconvolgere lo svolgimento del campionato anziché fare giustizia a favore di un club che ha sempre rispettato le regole e avrebbe tutti i requisiti per essere riammessa tra i professionisti. La reazione da parte del presidente Caffo dopo il verdetto dei giudici, è stata quello di non volersi arrendere di fronte a questa ingiustizia e che la società continuerà la sua battaglia, facendo ricorso al Consiglio di Stato, ma al momento i rossoblu resteranno in Serie D.
Ecco il verdetto che spiega in maniera chiara la decisione dei giudici del tribunale amministrativo:
il danno prospettato dalla Vibonese appare “recessivo rispetto all’ interesse della Federazione e della Lega Pro all’ordinato svolgimento di due campionati, ormai iniziati, essendo state svolte, per entrambi, 5 giornate di calendario”.
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