Serie A, l’AD De Siervo fa il punto sulla prossima stagione: “Riproporremo il calendario asimmetrico. Supercoppa? Si gioca in Arabia, a gennaio, e verrà trasmessa da Canale 5. Stiamo valutando format spagnolo”.
Prende lentamente corpo la prossima stagione di Serie A. L’AD della Lega Calcio Luigi De Siervo ha rilasciato dichiarazioni importanti a “La politica nel pallone”, parlando di quello che sarà il prossimo campionato.
Un campionato che vedrà la riconferma del calendario asimmetrico tra girone d’andata e ritorno: ““Il calendario asimmetrico verrà riproposto, è uno strumento che consente maggiore elasticità – le sue paeole riportate da SportMediaset – A maggior ragione sarà necessario l’anno prossimo, caratterizzato da un Mondiale invernale e sfide delle coppe europee molto compresse“.
In un altro passaggio dell’intervista, De Siervo si è soffermato sulla prossima Supercoppa italiana, che vedrà in scena il “Derby della Madonina” tra Milan ed Inter. De Siervo ha confermato la sede straniera della competizione, che dovrebbe giocarsi in Arabia Saudita, e l’appalto alle reti Mediaset, con Canale 5 che sarà broadcaster dell’evento.
Parlando sempre di Supercoppa, De Siervo ha affermato come intenzione della Lega Calcio sia avvicinare il trofeo a un format spagnolo, comprensivo di semifinali e finali. A contendersi il trofeo, sarebbero dunque le prime due classificate, sia in campionato che in Coppa Italia.
Chiusura sulla riduzione del campionato a 18 squadre: “Le riforme si fanno insieme. Non siamo contrari alle riforme. La scelta di passare da 20 a 18 squadre e’ una scelta sanguinosa, non solo perché si riducono le piazze e le tifoserie, Non è un tabù, ci sono giudizi positivi e negativi – ha affermato l’AD, che poi si è soffermato sui danni cui andrebbe incontro il prodotto Serie A in caso di riduzione delle partecipanti – Giocare a 18, vuol dire 76 partite in meno, ovvero oltre il 20& in meno di prodotto e non siamo nelle condizioni di poter vedere ridurre i ricavi. Quei soldi poi finiscono solo e sempre nelle tasche dei calciatori”.
Dunque, l’attacco ai professionisti del pallone: “E’ dunque un processo che va studiato ma tutti devono fare la loro parte, soprattutto i calciatori che in questi anni si sono comportati male perché non si sono messi a disposizione delle squadre e dei tifosi rinunciando ad una parte del proprio stipendio Troppo facile dunque parlare di calendario congestionato. I giocatori devono dimostrare di venire incontro, i presidenti sono comunque persone che hanno perso centinaia di milioni di euro. Chi non ha perso nulla sono i calciatori e questo non e’ corretto”.
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