Antonio Di Natale dice addio calcio giocato: il suo futuro è incerto
Se ne va un’altra bandiera del nostro calcio, una delle ultime. Antonio Di Natale ieri sera contro il Carpi ha portato alla vittoria il suo Udinese, che ha guidato per ben 12 anni della sua straordinaria carriera, nella sua ultima partita da capitano dei friulani.
L’attaccante, che compirà 39 anni il prossimo 13 ottobre, ha deciso già da tempo di non proseguire più la sua straordinaria carriera da calciatore attaccato non al denaro ed agli ingaggi multimilionari ma ad una maglia, quella bianconera dell’Udinese.
Già, perchè Totò Di Natale ha preferito, in tempi non sospetti, rimanere in una squadra che lotta per salvarsi ma in una città che lo ama invece di trasferirsi alla Juventus, dove avrebbe potuto diventare noto non solo in Italia ma anche affermarsi in Europa. Invece ha scelto il cuore, il calore della gente, ed uno stipendio basso per un calciatore: 800 mila euro annui circa.
Si chiude così, con un gol su calcio di rigore che condanna il Carpi alla Serie B, la carriera di uno degli attaccanti più forti quanto sottovalutati degli ultimi anni. Il numero 10 se ne va lasciando la Serie A dopo 209 gol, dei quali 190 nelle ben 384 partite con la maglia dei friulani. A tutti questi vanno aggiunti i 19 gol di Coppa Italia e 17 nelle coppe europee (Europa League e/o Coppa Uefa).
In questo campionato sono soltanto due reti, una ieri sera ed una contro il Genoa, alle quali vanno aggiunti i due gol rifilati all’Atalanta in Coppa Italia: troppo poco per un bomber come lui che, però, sente il peso degli anni, calcisticamente parlando s’intende, e capisce quando è il momento di smettere.
Il suo futuro è incerto: quello che è sicuro, però, è che non giocherà più, non calcherà i rettangoli verdi. Una sola cosa è certa: non sarà lontano da Udine:
Non scomparirò da Udine, perché i miei figli sono affezionati a questa città, soprattutto il maschio, Filippo. Ora penso a prendermi una lunga vacanza, non ho fretta. Il mio futuro lo deciderò con calma, ma giocare lo escludo, perché non mi cambierebbe nulla fare un altro anno. Mi piace il settore giovanile, come si intuisce dalle scuole calcio che ho creato, e sto molto bene a Udine, la città che mi ha fatto diventare un grandissimo giocatore: i friulani mi hanno fatto sempre sentire a casa, come se fossimo una grande famiglia. Ho fatto una scelta di vita e sono onorato di essere stato accettato così bene in questa terra.
Gli applausi per lui nel nuovo Dacia Stadium e l’affetto che lo lega al di là del contratto alla famiglia Pozzo è noto ormai da tempo, quindi un futuro da dirigente all’interno dell’Udinese, o magari al Granada o in Inghilterra al Watford, non è da escludere a priori, anzi. Al di là di questo, però, se ne va un’altra bandiera, una delle più importanti e silenziose. Antonio Di Natale: un grande uomo che ama la sua Udine, che lo ha adottato come se fosse un figlio.
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