Tennis, Australian Open Maschile 2018: cadono i big, Nadal si ritira, Edmund sorprende Dimitrov
È la giornata delle grandi sorprese quella del secondo martedì degli Australian Open, la prima dedicata ai quarti di finale e quella che sancisce l’eliminazione delle prime due teste di serie della parte alta del tabellone.
Fuori Rafael Nadal e Grigor Dimitrov in una giornata pazzamente singolare in quel di Melbourne dove, tra due giorni, non assisteremo ad una nuova sfida tra lo spagnolo ed il bulgaro dopo quella splendida maratona di cinque set di soli dodici mesi fa, bensì ad una sorprendente ed inaspettata semifinale.
Saranno Kyle Edmund e Marin Cilic a contendersi un posto nella finale di Melbourne di domenica, primo slam stagionale, e chiunque lo avesse pronosticato ad inizio torneo, sarebbe stato preso per pazzo.
È vero che Nadal arrivava tra mille dubbi e mille incertezze fisiche, reduce da un fastidio al ginocchio che lo aveva attanagliato alla fine della passata stagione, ma quello che aveva fatto intravedere fin qui, lo portava ad essere considerato il favorito almeno per la finale.
E dopo un set e mezzo, anche il campo stava dando la stessa sentenza ma si rischiava di escludere troppo presto due importanti voci in capitolo, quella di Marin Cilic, non uno qualunque, già campione slam a New York, e proprio quella del fisico di Nadal che dopo più di tre ore ha fatto crack costringendolo al ritiro.
Onore a Cilic per non aver mollato sotto di un set e di un break, onore a Cilic per aver resettato mentalmente dopo un terzo set perso a causa di un dritto maldestro, ma per larghi tratti dominato, onore a Marin Cilic per aver messo a referto 83 colpi vincenti sballottando Nadal da una parte all’altra del campo.
Il premio per il croato non è solo una prestigiosa affermazione sul numero uno del mondo ma anche una ghiotta occasione di centrare una nuova finale slam dopo quella recente a Wimbledon e dopo quella magica di New York poco più di tre anni fa.
In semifinale infatti, dall’altra parte della rete, troverà un assoluto esordiente, il ventiduenne britannico Kyle Edmund che, dieci giorni fa aveva iniziato il torneo come unico rappresentate della sua nazione e con il peso dell’eredità di un campione come Andy Murray.
Ebbene, in questo viaggio a Melbourne, Edmund ha messo in mostra una solida maturità che gli ha permesso di crearsi un buon pertugio nel tabellone sorprendendo all’esordio Anderson fino ad arrivare al primo quarto di finale slam della carriera.
Non contento, Edmund ha pensato di fare ancora meglio e, trovatosi di fronte il numero tre del mondo Dimitrov, ha sfoderato tutta la completezza del suo repertorio, potenza, fisicità e tecnica per insinuarsi nelle insicurezze del bulgaro, inspiegabilmente timoroso ed in balia dell’avversario.
Una prova sontuosa sotto tutti i punti di vista per Edmund che lo fa planare tra i primi trenta giocatori del mondo e gli regala una inaspettata semifinale slam, dove partirà sfavorito, certo, ma non battuto, soprattutto ora che si è reso conto che sognare è davvero bello.