Un’esplosione nei primi mesi dell’anno ed una crescita continua nel resto della stagione, il 2018 di Alex De Minaur è stato piacevolmente sorprendente.
Il giovanissimo australiano, classe 1999, si è rivelato al mondo del grande tennis mainstream con una serie di buoni risultati, eccellendo soprattutto sulle superfici rapide.
Già le prime due settimane del 2018 avevano fatto intravedere grandi progressi ed ottime potenzialità e, il resto della stagione, chiusa a ridosso dei primi 30 giocatori al mondo, non ha disatteso le aspettative.
NOME | ALEX |
COGNOME | DE MINAUR |
ETA’ | 19 |
NAZIONE | AUSTRALIA |
RANKING | 31 |
W/L 2018 | 28-23 |
TITOLI ATP | – |
Pronti via, “Demon”, nei suoi tornei di casa in Australia ha subito messo in chiaro che il 2018 sarebbe stato il primo importante anno della sua futura carriera, raggiungendo prima la semifinale a Brisbane e poi addirittura la finale a Sydney.
Un sorteggio sfortunato contro l’ex top ten Tomas Berdych, gli ha bloccato la strada troppo presto a Melbourne ma, se una partita così gli fosse capitata 6 o 7 mesi dopo, probabilmente l’avrebbe vinta.
Perché la crescita, soprattutto sotto il profilo mentale e della consapevolezza nei propri mezzi, è stata esponenziale portandolo, di fatto, a ridosso dei primi 30 tennisti del mondo e con la possibilità di avere, nel prossimo Australian Open, addirittura una testa di serie.
Un traguardo che ha dell’incredibile se si pensa che, solo meno di dodici mesi fa, De Minaur occupava la posizione numero 208 nel ranking ATP prima di far registrare un incredibile balzo in avanti di ben 177 posizioni sedendosi alla piazza numero 31 che equivale anche al suo best ranking.
Ovviamente i risultati sul suo cemento australiano sono stati solo alcuni dei buoni traguardi raggiunti da De Minaur nel corso dell’anno, ai quali vanno aggiunti l’altra finale, anche più prestigiosa nell’ATP 500 di Washington, persa contro Alexander Zverev, e la semifinale, sempre sul duro, a Shenzhen.
Buoni piazzamenti anche nei tornei dello slam che l’hanno visto centrare, per la prima volta, il terzo turno, sia a Wimbledon, battuto dal numero uno del mondo Rafael Nadal, sia a New York, sconfitto al termine di cinque set ed una partita entusiasmante, terminata alle 2.22 di notte dopo aver salvato 7 match point, dall’ex vincitore del torneo Marin Cilic.
Ovviamente, però, senza disdegnare, nel suo percorso di crescita, anche eventi del circuito minore con la vittoria nel Challenger di Nottingham e la finale la settimana precedente a Surbiton, risultati entrambi maturati sull’erba, la sua superficie preferita.
Quello che colpisce di De Minaur è la spiccata adattabilità del suo gioco un po’ a tutte le superfici con quelle rapide che esaltano senz’altro meglio il suo tennis, ma con la terra comunque potenzialmente amica visti i tanti anni di allenamento in Spagna, ad Alicante.
Ad impreziosire ulteriormente la stagione, infine, ci ha pensato l’ottima prestazione al Master dei giovani, le NextGen ATP Finals di Milano che l’hanno visto volare fino in finale, lasciando le briciole nel suo girone, e cedendo solo di fronte ad un ottimo Stefanos Tsitsipas.
L’universalità del suo gioco risiede, in gran parte, nella evidente completezza tecnica dell’australiano che dichiara come colpo preferito il rovescio, ma non sfigura affatto con l’altro fondamentale, il diritto, altrettanto efficace e continuo.
In confronto ad altri suoi giovani colleghi rampanti, è un po’ penalizzato dall’altezza (pur essendo, secondo i dati ATP, comunque leggermente al di sopra del metro e ottanta), ma questo gli permette di avere un’ottima propensione alla fase difensiva riuscendo bene laddove altri peccano.
Il possibile colpo debole più evidente al momento è senz’altro il servizio (232 ace contro 167 doppi falli) con il quale ottiene delle buone percentuali ma destinate a crescere ulteriormente per poter registrare il definitivo salto di qualità (un discreto 69% di punti vinti con la prima in campo ed un sufficiente 53% con la seconda).
Anche la risposta necessita di qualche perfezionamento statistico ma, per ora, i suoi valori non sono tanto distanti dai giocatori vicini a lui in classifica ed anche talvolta più esperti, con un 28% di punti conquistati in risposta alla prima di servizio ed un più che positivo 53% in risposta alla seconda.
La sua buona impostazione tecnica, la sua completezza nei vari fondamentali di gioco ed una lucida visione tattica dello scambio sono già qualità che brillano ed impressionano nel tennis di questo giovanissimo talento.
Oltre a ciò, spicca un atteggiamento propositivo, convinto ma non “pompato”, decisamente più rigoroso e serioso in campo rispetto ad altri potenziali giovani talenti che l’Australia tennistica sta provando a lanciare come Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis.
Senza dubbio il nome di De Minaur sarà uno di quelli di cui, nel mondo del tennis, si sentirà parlare più spesso perché, dati alla mano, le qualità in lui non mancano affatto.
Già nei primi mesi dell’anno, però, “Demon” sarà chiamato a difendere tanti punti e provare le prime pressioni del dover, a tutti i costi, dimostrare qualcosa, sfide che servono per crescere, sfide che dovrà saper brillantemente superare. Se ne sarà in grado, partendo così con il piede giusto, il 2019 potrà davvero essere l’anno dell’esplosione.
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