Per concludere la carrellata di giovani profili interessanti, per il futuro del tennis maschile, era doveroso guardare un po’ anche in casa azzurra e, tra i tanti nomi che occupano le posizioni dalla 200 in giù, uno, in particolare, ha attirato in questo 2018 una buona attenzione su di sé, Gian Marco Moroni.
Il ragazzo romano, classe 1998, ha chiuso la stagione a ridosso dei primi 200 giocatori del mondo in posizione numero 216, con best ranking di numero 212, guadagnando, nel corso dell’annata, ben 491 posizioni.
Fin da piccolo, appena quattordicenne, si parlava bene di questo ragazzo cresciuto nel Circolo del Tennis Parioli ma, solo in questo 2018, il suo talento ha iniziato a mostrarsi su certi livelli.
NOME | GIAN MARCO |
COGNOME | MORONI |
DATA DI NASCITA | 13.02.1998 |
NAZIONE | ITALIA |
RANKING | 216 |
COLPO PREFERITO | ROVESCIO |
HIGHLIGHTS | F CHALLENGER MESTRE, SF VENEZIA |
Dopo diversi infortuni fisici, uno piuttosto serio alla caviglia, che lo hanno costretto a ritardare un po’ il suo percorso tra i tornei Challenger ed una sfortunata parentesi tecnica in Liguria, Gian Marco Moroni ha trovato il suo posto ideale per crescere tennisticamente in Spagna, come successo a tanti talenti azzurri.
Il ventenne di Roma, trasferitosi in Spagna sotto la guida tecnica di Oscar Burrieza Lopez, ha centrato in questo 2018 i primi risultati significativi a livello Challenger oltre ai primi tentativi di qualificazione in un evento major.
Certo la strada è ancora davvero lunga ma intanto, qualcosa, alle spalle di Fabio Fognini, ormai da anni su certi livelli ed in particolare in questa ultima stagione, e di Marco Cecchinato e Matteo Berrettini, esplosi in questa fortunata annata di tennis azzurro al maschile, si sta effettivamente muovendo.
Gian Marco Moroni, secondo i dati ufficiali dell’anagrafica del sito dell’ATP, è alto 1,85 m per un peso di 85, insomma la sua fisicità è piuttosto imponente e robusta, forte nei fondamentali a rimbalzo quanto esplosivo sul campo.
Di lui colpisce subito il rovescio ad una mano, non solo perché tanto raro quanto bello stilisticamente da vedere, ma anche perché è un colpo molto interessante, con il quale è abile a trovare dirompenti accelerazioni alternate ad altre sbracciate cariche e ricche di effetto in “top”.
Tuttavia, bastano pochi scambi per rendersi conto che, un po’ come la scuola spagnola insegna, tende a preferire il diritto per martellare a tutto campo, spostandosi anche sullo “sventaglio”, e provando così, dal suo angolo sinistro a prendere in mano il gioco in spinta.
Però, malgrado l’imponente stazza fisica e la potenziale naturale propensione all’aggressività, Moroni tenda ancora troppo spesso ad essere passivo nello scambio, a scalare oltre la riga di fondo campo giocando più di rimessa e sfruttando il peso della palla avversaria per contrattaccare.
Anche con il servizio, nonostante la buona altezza e la forte struttura fisica, Moroni non è ancora dotato di un colpo travolgente per velocità e precisione, ma è solito, piuttosto, affidarsi a traiettorie cariche e lavorate, sicuramente continue, ma che non regalano sufficienti punti diretti costringendolo più volte a sudarsi il quindici.
Ciò che impressiona e, inevitabilmente, piace, è la grinta con cui sta sul campo, con cui costantemente si incita, si carica, vivendo ogni punto della partita con la mentalità giusta, tutti ugualmente importanti e decisivi.
Questo, sicuramente, è l’aspetto che più piace e che fa ben sperare in questo giovane ragazzo italiano che soltanto a causa di un problema fisico alla schiena non ha potuto partecipare alle qualificazioni per le NextGen ATP Finals di Milano, torneo al quale avrebbe potuto davvero prendere parte visto che, tra i suoi coetanei e connazionali, era il favorito.
Ma l’impressione è che soddisfazioni di questo genere, per Moroni, non tarderanno ad arrivare perché, oltre ad una naturale ed innata qualità tecnica, in lui c’è l’ardore negli occhi e nell’atteggiamento, di chi crede di potercela fare e vuole, a tutti i costi, riuscirci.
Romano come lui, poco più grande di lui di un paio di anni, Matteo Berrettini potrà rivestire un ruolo improntate anche nella crescita dello stesso Moroni, nella tipica “rivalità sportiva” che caratterizza quegli atleti a migliorarsi continuamente, a spingersi sempre oltre i propri limiti per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi.
Intanto, attendendo serenamente, senza alcuna fretta o pressione, la possibile esplosione tennistica di Moroni, fa piacere almeno avere qualche ragazzo giovane su cui sperare, da accompagnare nel suo percorso di crescita nel circuito dei grandi.
Quando e se, Gian Marco, sarà in grado di fare il definitivo salto di qualità, non ha importanza, intanto è giusto godersi questo momento di crescita e di esperienza con la consapevolezza che, per il suo evidente talento, farcela è davvero possibile. In bocca al lupo!
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