Il movimento tennistico serbo ha visto, in questi primi anni del terzo millennio, una vera e propria esplosione e l’ultimo nome, indicato dai più come potenziale campione del futuro, è quello di Miomir Kecmanovic.

Dopo il lungo dominio di Novak Djokovic, atteso il prossimo anno da un forte e deciso riscatto, e l’affermazione ad alti livelli di Viktor Troicki e Janko Tisparevic, Kecmanovic sembra l’erede perfetto di questo movimento iniziato ormai, più di 10 anni fa.

Classe ’99, trionfatore quest’anno nel challenger di Suzhou, alle porte dei primi 200 giocatori del mondo, Miomir è atteso da un prossimo grande salto di qualità anche perché le potenzialità, come vedremo, sono davvero elevate.

Miomir ha iniziato a giocare a tennis all’età di 6 anni grazie ad una zia, Tanja, istruttrice presso un circolo di Belgrado.

La famiglia di Kecmanovic era benestante, i genitori entrambi medici, e per questo è stato facile per lui poter essere seguito con impegno, costanza e dedizione lungo tutta la trafila giovanile fino a che non è stato notato dal Maestro Nick Bollettieri.

Quest’ultimo lo ha portato in Florida, a Bradenton, nella IMG Academy dove Miomir risiede e si allena ancora oggi e da dove sta preparando il terreno per il definitivo salto di qualità.

Forte di una statura ben superiore al metro e ottanta e di una fisicità robusta, muscolosa e già ben sviluppata, il tennis di Miomir è aggressivo e propositivo, sebbene non disdegni talvolta lavorare il punto con scambi più lunghi ed intensi.

L’idolo fin da piccolo, non può che essere lo straordinario connazionale Novak Djokovic al quale ha rubato la grinta, proverbiale negli sportivi serbi, e la completezza tattica e tecnica.

Infatti, guardando pochi scambi di Kecmanovic si nota che, sebbene lui dichiari di sentire più confidenza sul lato destro, con il dritto, il giovane serbo è dotato di una notevole completezza su un po’ tutti i fondamentali.

Buon rovescio, buon servizio, ottimo dritto e matura dedizione al lavoro, al sudore e alla fatica, Kecmanovic sembra dimostrare già ora molto di più della sua età per atteggiamento e per qualità tecniche.

Il dritto, in effetti, è il colpo con cui trova le accelerazioni più interessanti, talvolta da lasciare a bocca aperta per pesantezza e rapidità di esecuzione, e con il quale ama comandare spostandosi sullo sventaglio e smistando a destra e a sinistra.

Il colpo ha, come il rovescio, un’apertura piuttosto ampia e quindi necessita del giusto tempo per preparare l’esecuzione e del giusto timing poi sull’impatto, ma in questo Kecmanovic sembra aver già trovato una buona continuità.

Tuttavia, se preso in velocità, su accelerazioni rapide e penetranti dell’avversario, Kecmanovic fa estrema fatica a difendersi e rischia ancora troppo di soccombere dopo pochi colpi, e questo sarà un problema al quale dovrà trovare rimedio contro giocatori già affermati.

Sul lato sinistro, vige una altrettanto buona continuità di rendimento, ma il colpo risulta meno affidabile alla lunga per quanto riguarda le accelerazioni fulminee e vincenti, più sporadiche e con la stessa necessita di un buon piazzamento sulla palla.

Appoggi sicuri sul terreno e tempi giusti di apertura e di esecuzione sembrano essere due delle condizioni preliminari più importanti affinché il tennis di Kecmanovic possa divenire davvero letale, affinché possa realmente essere da numero uno.

Come già detto, fisicamente il serbo è già ben predisposto con una buona massa muscolare definita che gli permette pesantezza sui colpi a rimbalzo ma a cui affianca una altrettanto positiva abilità difensiva che gli consente di adattare il suo gioco anche a scambi lunghi e regolari.

Mancano ancora delle variazioni sul tema, dei tagli in slice, degli effetti in top o alcune improvvise discese a rete o alcune spiazzanti palle corte, ma sarà la maturità a fargli capire se ne varrà la pena oppure.

Infatti, nonostante tutto, il gioco preferito dal serbo è quello in spinta, alla ricerca del vincente e così ama giocare i suoi colpi piatti a tutto braccio, mettendo i piedi dentro al campo e comandando dalla linea di fondo.

Per questo un colpo decisivo nel suo gioco, potrà essere il servizio, già buono adesso, ma al quale Miomir dovrà aggiungere variazioni, precisione e continuità, aspetti sotto cui, al momento, è ancora leggermente deficitario.

Quello che non manca al serbo è una predisposizione al lavoro, alla continua necessità di apprendere, di migliorarsi sul campo, e questo potrà essere un sicuro vantaggio per il suo futuro.

Così come il suo carattere, composto, poco nervoso e mai polemico sul campo, sicuro di sé, pronto ad incitarsi ma allo stesso tempo estremamente rispettoso, proprio quasi già come un piccolo campione.

Per questo e per delle evidenti ed innate qualità dal punto di vista tecnico, fisico e tattico, Kecmanovic ha, a tutti gli effetti, il diritto di essere considerato uno dei possibili campioni del futuro, ma se effettivamente sarà l’erede di un mostro assoluto come Novak Djokovic è ancora presto per dirlo.

C’è da dire, però, che dovrà essere fatto un gran lavoro per togliergli di dosso il peso di questa ingombrante aspettativa, perché Kecmanovic ha, allo stesso tempo, tutto il diritto di fare la sua crescita, di percorrere la sua strada, di vivere in questo sport con serenità e tranquillità.