Un 2017 da incubo quello che ha visto le nostre azzurre impegnate tra i tanti eventi del circuito WTA con la sola Francesca Schiavone, campionessa che però non ha più nulla da dimostrare, capace di regalare una piccola gioia.

La milanese, regina del Roland Garros nell’ormai lontano 2010, ha conquistato a 37 anni l’ottavo titolo della carriera nel torneo International, su terra rossa, di Bogotá, unico successo per una tennista azzurra nel corso di questa lunga stagione.

Hanno racimolato le briciole tutte le altre con Camila Giorgi incapace di tenere una parvenza di continuità di rendimento anche a causa di troppi problemi fisici, con Roberta Vinci giunta, sembrerebbe, ormai al capolinea, e con Sara Errani che ha vissuto la stagione senza dubbio più complicata della sua carriera.

MIGLIORI

• FRANCESCA SCHIAVONE, 6,5: aveva chiuso il 2016 tra mille dubbi e ripensamenti sul suo futuro nel mondo del tennis, prima di decidere di non esserne ancora stanca. Sudare, lottare, rincorrere una pallina sul campo è quello che fa ormai da troppo tempo e non sembrava ancora pronta per rinunciarvi una volta per tutte. Grazie ad un infinito e spassionato amore per questo sport e ad una encomiabile e caratteristica grinta, è tornata a sollevare al cielo un trofeo, non prestigioso come la coppa Suzanne Lenglen di Parigi, ma ugualmente pieno di significato. E nonostante discontinuità, acciacchi fisici, sconfitte brucianti ed inaspettate, ce ne fossero di Francesca, ce ne fossero…

PEGGIORI

• CAMILA GIORGI, 5,5: non si capisce se la colpa è di chi si aspetta troppo da lei o se la prima responsabile è proprio Camila che tra problemi fisici, gioco monocorde e monocromo, potenziale espresso a metà, fa scivolare un’altra nuova stagione senza aggiungere soddisfazioni e risultati al suo piatto palmarès. Eppure le qualità per ambire ad un posto fisso almeno tra le prime 30 sembrano davvero esserci, ma per diversi strani motivi è probabile che rimarranno lì, inaccessibili e chiuse in un cassetto. Realisticamente, però, è l’unica “speranza” del tennis italiano al femminile e, considerato che ha già 26 anni, le prospettive sono più che nere.

• ROBERTA VINCI, 5: tutto quello che poteva e che si sentiva di fare, Roberta lo ha già realizzato. Successo in tutti e 4 i tornei dello slam in doppio, vetta della classifica di specialità, top 10 centrata anche in singolare, finale a New York con alle spalle una delle imprese più grandi della storia dello sport. Fare di più, adesso, a 34 anni, sembra e probabilmente è impossibile, ma proprio per questo sarebbe meglio che prendesse, una volta per tutte, una decisione chiara e ferma. Questa versione 2017, sprofondata alla 117esima posizione mondiale, non può essere l’ultimo ricordo di Roberta Vinci che è attesa ora dalla scelta più dolorosa della sua vita. E comunque, se lasciare definitivamente il tennis è una separazione troppo pesante, c’è sempre il doppio…

• SARA ERRANI, 5: senza dubbio la stagione più difficile della sua vita con sconfitte, crollo della fiducia, un gioco che non funziona più ed armi sempre meno pericolose. Come se non bastasse, arriva anche la squalifica di due mesi per doping, una macchia che ha rovinato ulteriormente umore e classifica facendo scivolare Sara fuori dalla prime 200 giocatrici del mondo prima di rialzarsi fino al numero 145. Il 2018 dovrà restituirle lo spirito della guerriera, quello che l’ha resa tanto grande portandola a raggiungere risultati forse inimmaginabili, ma che da troppo tempo sembra ormai perduto.