Serie A 2020-21: le principali “rivelazioni” del girone d’andata

Il campionato di Serie A sta per mandare in archivio il girone di andata, e questo ci permette di gettare uno sguardo panoramico su quello che è stato il rendimento delle squadre e dei singoli fino a questo momento. Stiamo assistendo a un campionato sorprendente, con Milan ed Inter a contendersi la testa della classifica dopo quasi un decennio, e la Juventus di Pirlo che sta trovando la propria dimensione dopo un primo periodo di rodaggio.

In un torneo dalle gerarchie tanto indefinite, non deve stupire che le attrattive principali vengano dal calcio di provincia. Tra queste, Junior Messias, il nuovo “profeta” del Crotone, la cui storia è di esempio in un calcio che continua a creare miti e distruggerli troppo frettolosamente.

Junior Messias: da fattorino a profeta del pallone

Già, perché Junior Messias non si aspettava di arrivare, un giorno, a calcare i campi della Serie A. Emigrato in Italia a 20 anni, con un passato nelle giovanili del Cruzeiro, si ritrova impiegato come fattorino per un commerciante di elettrodomestici. Il calcio resta un hobby, finché l’incontro con Ezio Rossi, ex tecnico del Torino, non gli cambia la vita. È lui a farlo esordire in Eccellenza, con la maglia del Casale. Ed è lì che Messias dà a tutti un saggio della propria classe: 21 gol nella stagione 2015/16, che permettono ai nerostellati di ottenere la promozione diretta. È l’inizio di un’ascesa che lo porterà, in breve, a misurarsi con i campi di Serie D e C vestendo le maglie di Chieri e Gozzano. Proprio tra le file del Gozzano lo ha pescato Raffaele Vrenna, che ora si gode il suo gioiellino, fregandosi le mani al pensiero del ricavato che potrebbe trarre da una sua cessione. È grazie ai suoi gol, sei finora, se il Crotone è riuscito a riscattarsi dall’ultimo posto in classifica e può nutrire ambizioni di salvezza, nonostante una difesa troppo “ballerina” per la categoria.

Eldor Shomurodov: il “Messi” uzbeko che ha stregato Genova

Veste sempre rossoblù, ma gioca a ben altre latitudini, Eldor Shomurodov, l’ennesima scommessa vinta da Enrico Preziosi. Il Genoa lo ha prelevato dal Rostov in estate e lui si è ritagliato lentamente un posto da titolare. Soprannominato il “Messi uzbeko”, paragone piuttosto gravoso che tocca a tutti i giovani di talento nati in Paesi dalla scarsa tradizione calcistica, questo ragazzone di un metro e novanta spicca per la capacità di coniugare caratteristiche da prima e seconda punta. Prestante fisicamente, si rende molto utile nella protezione della palla spalle alla porta, ma è anche capace di scatti brucianti che innescano pericolosi contropiedi. Molto abile nel fraseggio coi compagni, predilige mandare in porta i suoi partner offensivi, piuttosto che segnare lui stesso, come testimoniano gli appena 18 gol messi a segno in quasi 100 presenze col Rostov. In coppia con Destro sta trascinando il Genoa alla risalita in classifica. Neanche il tempo di goderselo, che il “Grifone” deve già guardarsi dall’interessamento delle “big”, fra cui la Juventus, che pare avergli messo gli occhi addosso. Staremo a vedere…

M’Bala Nzola: un bomber al servizio di Italiano

Storia per certi versi simile a quella di Messias la sua: Nzola è arrivato nel calcio che conta a 24 anni, ma ha dovuto faticare parecchio per portare alla luce le sue grandi qualità da uomo d’area. Dopo l’inizio in Portogallo, con la maglia del Sartanense (terza serie), il francese si trasferisce in Italia, dove l’agente Didier Pingisi si accorge di lui e lo ospita a casa sua, a Bologna, con la promessa di farlo sfondare nel mondo del calcio. Quando si dice: “cogliere il treno finché passa”. Dopo essere stato scartato dal Perugia, convinto ormai a tornare in Francia, Nzola viene contattato dal Francavilla per sostenere un periodo di prova, sempre grazie alla mediazione e agli agganci del suo agente. Un vero viaggio della speranza: “Salimmo su quel treno col sorriso e la convinzione di farcela”, ricorda Pingisi a Gianluca Di Marzio. Con la squadra pugliese M’Bala metterà a segno 11 gol e da lì inizierà l’ascesa verso le più alte categorie. Il giorno della partenza da Bologna, Nzola vestiva una maglietta bianca, lo stesso colore che ora lo vede protagonista assoluto con lo Spezia in Serie A, dove sta per raggiungere la doppia cifra . Che strani scherzi fa il destino…

Matteo Pessina e Mattia Zaccagni: talento italiano al potere

Bello poter parlare, tra la colonia di stranieri che annualmente invade il nostro campionato, di due talenti tutti italiani. Si tratta di Matteo Pessina e Mattia Zaccagni, entrambi trequartisti, ruolo che, negli ultimi anni, stenta a far fiorire grandi interpreti a livello nazionale. Pessina, classe 1997, ha risolto involontariamente una bega inaspettata a Gianpiero Gasperini: è lui il vice Gomez che l’Atalanta si è trovata direttamente in casa, dopo che il “Papu” ha rotto con il tecnico piemontese. Pessina, dopo l’anno di apprendistato a Verona, dimostra di poter vestire tranquillamente la maglia di una squadra che fa la Champions, e l’eredità dell’ex capitano non sembra pesargli più di tanto. Zaccagni è invece uno che a Verona ci è rimasto, per maturare definitivamente sotto la guida del “vate” Juric. Al fianco di Barak ha già messo insieme un bottino di quattro gol e sei assist, tanto che il Napoli starebbe pensando a lui come primo rinforzo per la campagna di gennaio.

Gonzalo Villar: lo “sconosciuto” che la Roma sta rendendo grande

Quando la Roma lo ha preso a gennaio dall’Elche, i riflettori erano puntati tutti su Carles Perez, che si presentava nella capitale con un pedegree ben più pregiato, avendo vestito la maglia del Barça. Pochi mesi dopo il mondo sembra essersi capovolto: Perez non ha lasciato traccia di sé, tanto che la Roma sta facendo di tutto per liberarsene. Invece, la crescita di Gonzalo Villar è stata esponenziale e repentina, tanto che Fonseca non può più prescindere da lui nella mediana a due. Centrocampista dalla grande visione di gioco, capace di dettare i tempi e liberare spazi per i compagni col suo modo di occupare il campo mai casuale e fine a se stesso. A testimonianza della sua incredibile bagaglio tecnico, oltre che della sua intelligenza tattica, c’è il dato relativo ai dribbling: 90,4% dei dribbling riusciti su quelli tentati, nessuno come lui in Europa, come sottolineano i colleghi di “Ultimo Uomo”.

Mkhitaryan e Pedro: i “talismani” di Fonseca

Sono la coppia di trequartisti più forte del campionato, a dispetto di quanti li consideravano “bolliti”. Se la Roma di Fonseca può puntare al piazzamento in Champions, lo deve anche ai due “vecchietti” che agiscono da mezzepunte. In due contano undici reti e altrettanti assist complessivi, praticamente quasi un terzo delle marcature giallorosse passano per i loro piedi. Lo spagnolo è stato fermato recentemente da alcuni problemi fisici, ed è questo l’unico fattore di rischio che Fonseca vuole scongiurare. Tommaso Pobega: il giovane scuola Milan che studia da Pogba Pobega-Pogba: chi pensava che l’accostamento fosse solo frutto di un’assonanza, si è dovuto ricredere. Certamente Tommaso Pobega non può essere paragonato al fuoriclasse francese, che alla sua età già guidava il centrocampo della nazionale transalpina, ma alcune caratteristiche lo accomunano al “polpo”. Innanzitutto l’importante struttura fisica, che lo rende una presenza imperiosa in mezzo al campo. Poi l’aggressività e il tempismo nei tackle, che lo rendono prezioso nelle fasi di “rottura” della manovra avversaria. A ciò abbina un’ottima capacità d’inserimento, come dimostrano i nove gol messi a segno nell’ultimo anno e mezzo. Si tratta insomma, come “il Polpo”, di un centrocampista “box-to-box”. Se migliora nella gestione palla al piede e nell’assistenza ai compagni, può diventare una delle mezzali più forti in circolazione.

Achraf Hakimi e Theo Hernandez: terzini con licenza di segnare

Strano definire “sorpresa” un giocatore pagato 40 milioni, che già lo scorso anno era risultato il migliore per rendimento nel campionato tedesco. Eppure Achraf Hakimi si portava dietro le solite incognite relative all’adattamento al calcio italiano. Bravo in fase offensiva, meno quando deve difendere. Questo il pensiero comune che aleggiava al momento del suo arrivo. Invece Hakimi ha dimostrato di saper essere decisivo anche in un calcio più tattico come quello nostrano. La vena realizzativa rimane uguale: sei gol e quattro assist che lo rendono il difensore più incisivo tra i cinque top campionati europei. Per ciò che riguarda la fase difensiva, Conte ci sta lavorando, ma l’impressione, confortata anche da qualche dato come il numero di dribbling medi subiti a partita (0,6 contro gli 1,4 dello scorso campionato ) è che il ragazzo stia migliorando molto anche da quel punto di vista. Sull’altra sponda del naviglio hanno invece imparato ad apprezzare Theo Hernandez. Miglior terzino sinistro del campionato, il francese ha raggiunto una maturità tale da poter essere considerato tra i migliori interpreti in Europa. In fase di spinta è pressocché incontenibile, come dimostrano i quattro gol già messi a segno. Anche in difesa ha fatto registrare un miglioramento, sia nel numero di falli commessi (0,9 contro 1,8), sia nel numero di dribbling subiti (0,7 contro 1,5). Detto questo, resta un giocatore piuttosto indisciplinato, con una media di un’ammonizione ogni tre gare.

Rafael Leao: il vice Ibrahimovic che ora brilla di luce propria

Tra le maggiori rivelazioni di questo campionato c’è anche il portoghese del Milan. Pagato 23 milioni al Lille, Leao aveva deluso tutta la scorsa stagione, accendendosi solo nella seconda parte di stagione.quando sembrava aver trovato un’intesa perfetta con Ibrahimovic. Uscito dal cono d’ombra dello svedese, ne ha assunto addirittura le veci, risolvendo il problema della punta di scorta a Stefano Pioli. Proprio il tecnico parmense è il principale responsabile della crescita del ragazzo, che ora riesce ad agire indifferentemente sia da esterno sinistro che da prima punta.

Danilo e la rinascita sotto la guida di Pirlo

Anche Danilo Luiz da Silva merita una menzione per la prima parte di stagione disputata. Nessuno si aspettava che il brasiliano potesse diventare tanto importante per il sistema di gioco bianconero, eppure… È lui la variabile tattica che permette a Pirlo di utilizzare senza problemi la difesa a tre o a quattro, vista la grande sicurezza che ha saputo dare al reparto giocando da centrale. In grado di spaziare su tutto il fronte arretrato, il brasiliano si è fatto notare anche in attacco, con un gol e tre assist già messi a referto. Queste sono secondo noi, senza alcuna pretesa di essere esaurienti, alcune delle note più liete che il nostro campionato abbia saputo regalarci in questo girone di andata. Vaedremo se anche la seconda parte di campionato confermerà o smentirà tali aspettative.

Queste sono secondo noi, senza alcuna pretesa di essere esaurienti, alcune delle note più liete che il nostro campionato abbia saputo regalarci in questo girone di andata. Vaedremo se anche la seconda parte di campionato confermerà o smentirà tali aspettative.

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