Scandalo razzismo a Parigi, il quarto uomo chiama “negri” i giocatori del club turco: PSG e Basaksehir abbandonano il campo

Finora non era mai successo, almeno ad alti livelli, ma da questa sera l’idiozia umana ha un nuovo esponente: Sebastian Coltescu, rumeno, quarto uomo della sfida tra PSG e Basaksehir, valida per l’ultima giornata della fase a gruppi di Champions League.

Accade tutto al 16° minuto: sulla panchina del club turco c’è elettricità, l’arbitro Ovidiu Hațegan, anch’egli rumeno, si avvicina ed espelle il vice allenatore Pierre Webò, secondo di Okan Buruk, per proteste.

Da parecchi minuti Webò stava lamentandosi del quarto ufficiale Coltescu, accusato di rivolgersi ad alcuni dei giocatori di riserva con l’appellativo “black guys“. Tra i più infuriati la punta Demba Ba, anch’egli in panchina ed espulso al pari di Webò.

Secondo un’altra ricostruzione, il “black guy” sarebbe stato rivolto proprio a Demba Ba nel momento in cui Coltescu ha richiamato Hategan per comunicargli di espellerlo.

Si è cercato di ricomporre la situazione, ma inutilmente. Nemmeno il ds dei parigini Leonardo è riuscito a calmare i giocatori e così sia il PSG sia il Basaksehir si sono uniti nella protesta e hanno abbandonato il campo.

In attesa di capire se e quando riprenderà il match, possiamo azzardare un pronostico: Coltescu ha molto probabilmente chiuso qui con fischietto, cartellini e tabellone luminoso.

Con tutta probabilità, più che razzismo, potrebbe essersi trattato di un gigantesco equivoco: Coltescu avrebbe detto al collega di espellere il “jocatorul negru” e negru in rumeno vuol dire nero e non negro. Non sapendo il rumeno, Demba Ba ha scatenato il parapiglia e gli altri direttamente interessati si sono uniti.

L’attaccante ha detto: “ma perché negro? Tu non dici ad altri <<giocatore bianco!>>“. Perché il match riprenda è necessario che Coltescu sia allontanato, come da richiesta del Basaksehir.

Intanto è arrivata anche la reazione del “sultano” Recep Tayyip Erdogan, che del club è proprietario non dichiarato (è del Ministero della Gioventù e tutto, anche i colori dei seggiolini dell’impianto, fa capo all’AKP, il partito al governo), che ha chiesto alla UEFA di agire.

Erdogan è ai ferri corti da tempo con il presidente francese Emmanuel Macron a causa delle parole di quest’ultimo sull’Islam e della decisione di aumentare i controlli nelle moschee e non aspettava altro. Certo, Coltescu poteva essere più cauto, magari farsi dare il nome o il numero del giocatore, ma il fatto che il match fosse a Parigi può farci dire che era destino che avvenisse l’incidente diplomatico.

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