Roma-Udinese 2-0, le pagelle: Perotti, che vergogna. Fonseca, un allenatore nel pallone

L’argentino, capitano di serata, non è più da certi livelli. Macchia una prestazione già ignobile con un fallaccio. Bene Mirante. Tra i più positivi Perez, Under ed anche Cristante. “Safari dentro la mia testa” per il tecnico

Sprofondo giallorosso. Se possibile, ancora più inguardabile di San Siro e delle trasferte di Bergamo e Sassuolo. È questa la Roma che si è vista contro l’Udinese, formazione che è arrivata all’Olimpico avendo il peggior attacco insieme alla Spal, non vincendo una partita da gennaio (3-0 contro il Sassuolo). Ma una delle specialità giallorosse, si sa, è quella di resuscitare i morti. Ecco allora ecco che la formazione di Gotti gioca nella maniera più semplice possibile. Ed altrettanto semplicemente vince 2-0, con una rete per tempo. Senza contare i due gol annullati per fuorigioco e le occasioni sprecate, quella di Okaka al secondo tempo su tutte.

Salutata definitivamente la Champions (Atalanta avanti 12 punti e a solo -4 dall’Inter), la confusionaria formazione giallorossa dovrà ora ben guardarsi le spalle dal Napoli, sconfitto propri dalla Dea per 2-0. Domenica (ore 21:45) ci sarà lo scontro diretto con i partenopei. Se al San Paolo sarà la stessa Roma saranno dolori. Ed anche tanti.

TUTTI IN TRIBUNALE, BRAVA GENTE – Nessuno escluso. Ora sono tutti colpevoli. Dalla società, sempre più assente e dal futuro più che mai incerto, alla rosa (piena zeppa di inadatti e di ex giocatori) all’allenatore. Se aveva attraverso a petto in fuori la crisi post-Natale, ora Paulo Fonseca entra dritto dritto nel registro degli indagati. I capi di accusa sono i soliti (ig)noti: squadra senza né capo né coda, sfilacciata a più non posso e priva di alcuna ragione. Il fattore tecnico non è però il solo. L’altro aspetto, forse quello che preoccupa di più, è quello mentale. La formazione del tecnico portoghese (che avrà ancora il pieno controllo delle redini?) è quanto di meno uno ci si aspetti di vedere da una squadra nella stessa situazione. Ad ogni minima difficoltà, o al sol accenno, la squadra non risponde più, si disconnette. Prima che ritrovi la connessione (a banda bassissima) ce ne vuole.

È una squadra che fa fatica ad intavolare una minima azione offensiva, salvo se con qualche lampo dei soliti due-tre, talvolta quattro. Allora non si può che non constatare una cosa: Gianluca Petrachi aveva ragione. L’ex direttore sportivo aveva ragione sul fatto che i giocatori fossero spenti e molli.

Atteggiamenti che non dovranno esserci domenica. Al San Paolo passerà (quasi) tutta la stagione romanista. Una sconfitta (soprattutto se dovesse arrivare in questo modo) complicherebbe e non di poco la situazione. Complicherebbe forse anche la permanenza dello stesso tecnico. Non è mai stato veramente in bilico (forse giusto verso la partita col Bologna in casa), ma se anche l’accesso diretto all’Europa League dovesse sfumare, allora si che un’analisi accurata dovrà essere fatta.
Adesso però non è il momento di pensare al peggio. È importante, come la storia insegna, guardare il bicchiere mezzo pieno, anche se manca l’acqua.

PAGELLE ROMA-UDINESE

Mirante 6 – Evita due volte il vantaggio, poi comunque arrivato ma non per sua responsabilità. Bella ed importante la parata sullo stesso Lasagna poco dopo la prima rete. Incolpevole sul raddoppio. Uno dei migliori dall’inizio della ripresa, se lo merita.

Bruno Peres 4 -Tragicomica la dormita alla mezz’ora. Attacca e difende allo stesso modo: male, molto male. Rimane verosimilmente la prima scelta a destra. (Dal 18’st Zappacosta 5 – Tentativi su tentativi, tutti a vuoto).

Smalling 6 – Il migliore della linea difensiva. Si mangia la palla del possibile 2-1, ma di testa schiaccia a terra.

Fazio 5: Viene sovrastato in velocità da Lasagna, come in occasione del gol. Torna dopo mesi, finendo con i crampi. (Dal 27’st Ibanez SV)

Kolarov 4,5 – Non incide né avanti né dietro, dove si fa notare per il recupero in velocità di fine primo tempo.

Diawara 4,5 – Imballato nella paura di commettere l’ennesimo errore. Non è in grande forma, il giocatore visto prima dell’infortunio è ben lontano. Esce in un momento positivo, lo si poteva tenere ancora un po’. (Dal  63’ Villar SV: Consacra il debutto all’Olimpico con un’ammonizione).

Cristante 5 – All’inizio serve con un tocco sotto Kalinic, che (in fuorigioco) spreca malamente. Continua poi essendo uno dei più vogliosi sfornando diverse verticalizzazioni. Colpisce anche una traversa. Di sicuro non tra i peggiori.

Carles Perez 6 – Chi tenta di svegliare più volte la squadra è sempre lui. Come contro la Samp, ci prova da lontano e diverse volte, ma nessuna di questa finisce veramente a bersaglio. Anche lui non tra i peggiori. Anzi.

Perotti 3 – Schierato inaspettatamente trequartista, si fa notare solamente per il fallaccio su Becao. Con la fascia da capitano al braccio decisamente non il massimo. Lascia la squadra in 10, poco danno dacché ogni volta che esce la squadra sembra più libera. Imbarazzante e non più adatto (da tempo) a certi livelli.

Under 6 – Come l’argentino, anche lui viene schierato a sorpresa. Molta, soprattutto perché per Fonseca “non era in condizione”. Impegna però subito Musso, spolverando la vecchia versione. Se ne va con un gesto di classe all’inizio. Potrebbe fare qualcosa di più, se non fosse che Fonseca lo sostituisce (scelleratamente?) a fine ripresa. Il Napoli è vicino, buon per loro. (Dal 1’st Mkhitaryan 5 – Urla in panchina, ragion per cui viene ammonito, ma in campo balbetta)

Kalinic 4 – Si muove, ma male. Sbaglia il gol del possibile vantaggio ad inizio gara. Ennesima occasione sprecata. (Dal 72’ Dzeko SV)

Fonseca 4 – Cambiano i giocatori, e anche i presidenti, ma noi saremo qua” canta(va) la Sud. E lui lo mette in pratica. Cambia giocatori (inserendo parecchi che ormai appartengono alla categoria degli ex) ma il risultato è sempre lo stesso: mediocrità, imbarazzo sotto ogni aspetto. Non è il principale responsabile, ma se la squadra è vuota e senza idee. Schiera Perotti fuori ruolo (oltretutto) e tiene fuori (ben 70′) Dzeko perché “stanco”. Non ritrova la stessa sorte avuta contro la Samp con i cambi. Un allenatore nel pallone.


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