Parma-Roma, Di Francesco: “Dzeko è pronto, Perotti da valutare. Contro il razzismo è giusto fermare le partite”

Si è conclusa l’ultima conferenza del 2018 di Eusebio Di Francesco che precede il match di domani pomeriggio che vedrà la Roma impegnata al Tardini di Parma.

La Roma vuole chiudere al meglio il 2018. Quello a cui è chiamata la squadra giallorossa dopò un girone d’andata a dir poco deludente, è terminare con una vittoria l’anno solare per cercare di risalire la china e cominciare a dare continuità ai risultati dopo la convincente vittoria col Sassuolo.

Eusebio Di Francesco

Lo sa bene Eusebio Di Francesco ma sa anche che la trasferta di Parma nasconde delle insidie non da poco: “Sono molto pericolosi nelle ripartenze. Dovremo essere molto bravi nelle marcature, dando meno possibilità agli avversari di agire in contropiede, cosa che potrebbe accadere inevitabilmente“.

Sulla formazione che scenderà in campo domani pomeriggio tutte le attenzioni sono rivolte al possibile ritorno dal primo minuto di Edin Dzeko: “Dzeko è pronto per giocare dal 1′, ma c’è una possibilità anche per Schick di partire dall’inizio. Devo fare delle valutazioni sul recupero, ci sono giocatori che vengono da piccoli infortuni. Schick sta bene, ha recuperato e si è allenato con la squadra“.

Poi un punto sugli altri infortunati a cominciare da Diego Perotti il cui rientro con gol contro i neroverdi ha fatto ben sperare i tifosi romanisti: “Perotti voglio ancora valutarlo bene, può essere un rischio fargli giocare due partite di fila. Oggi non era al top, ma in 24 ore si può migliorare. Anche El Shaarawy non può restare in campo 90′, ma può partire con la maglia titolare. Pellegrini? Sta bene, ha svolto il primo allenamento ieri, averlo a disposizione è un grandissimo vantaggio“.

Messaggio importante quello contro il razzismo dopo la bufera di Inter-Napoli: “Servono azioni concrete, bisogna prendere l’iniziativa, fermare una partita anche solo per 10 minuti è un segnale forte. Sto con Ancelotti, condivido totalmente la sua posizione. Se lo Stato non riesce a regolamentare le problematiche esterne dobbiamo essere noi a dare una risposta importante. Il calcio può fare tanto e un segnale è fermarsi, come ha detto Carlo“.