MotoGP, ufficiale il ritiro dalle competizioni a fine stagione di Jorge Lorenzo

Quella di domenica a Valencia non sarà soltanto la 19.esima ed ultima prova della stagione 2019 del Motomondiale. Per Jorge Lorenzo, 32 anni, sarà la 296.esima ed ultima di una carriera cominciata nell’ormai lontano 2002. Questo pomeriggio, nella sala stampa del circuito Ricardo Tormo di Valencia, alla presenza del CEO di Dorna, Carmelo Ezpeleta, di tutti i piloti spagnoli e buona parte di quelli delle altre nazionalità, oltre che di giornalisti ed addetti ai lavori, il maiorchino ha annunciato il suo addio alle competizioni a fine stagione, confermando voci che circolavano già dall’estate e che Jorge aveva, a volte anche con durezza, respinto.

Jorge Lorenzo, affiancato dal CEO Dorna Carmelo Ezpeleta, durante la conferenza stampa di oggi a Valencia nella quale ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica (foto da: twitter.com)

Innanzitutto ringrazio i presenti per aver accolto il mio invito ad essere qui, oggi; significa molto per me” – ha esordito Jorge – “Nella vita di un pilota ci sono giorni importanti, come quando vinci la prima gara, quando vinci il Mondiale e quando annunci il ritiro. Il Gran Premio della Comunitat Valenciana sarà la mia ultima gara da pilota professionista“. “Le persone che hanno lavorato con me negli anni conoscono l’energia, l’intensità e la dedizione che ho sempre messo in questo sport. Quando ho firmato con la Honda, diventando pilota ufficiale HRC, ho avuto un’ulteriore motivazione, avendo realizzato il sogno di ogni pilota“, prosegue lo spagnolo.

I tanti infortuni dell’ultimo periodo e le conseguenti difficoltà alla base della decisione: “Quando mi sono fatto male questa stagione mi sono chiesto in continuazione se ne valesse davvero la pena. Mi piace tantissimo questo sport, ma a me piace vincere o almeno lottare per riuscirci. Mi dispiace molto per il team e specialmente per Alberto Puig, colui che mi ha voluto fortemente in HRC“. E’ tempo quindi di ringraziamenti: “Dando uno sguardo alla mia carriera, posso dire di esser stato molto fortunato. Grazie a tutti i team in cui ho corso, anche alla mia famiglia, al mio fan club e a tutti gli appassionati che mi hanno sempre appoggiato. Auguro loro tutto il meglio. Grazie a tutti“.

JORGE LORENZO: LA CARRIERA

Pilota controverso dal lato caratteriale, tacciato spesso di essere ai limiti (ed oltre) dell’arroganza, con non pochi scivoloni dovuti ad uscite poco felici, dal punto di vista del pilota Lorenzo può tranquillamente esser inserito nel novero dei piloti più forti degli anni 2000, sia come palmares (5 titoli mondiali (2006-07 in classe 250, 2010, 2012 e 2015 in classe MotoGP), 68 vittorie, 69 pole position, 37 giri record e ben 152 podi) che come stile di guida, tra i più puliti ed efficaci in assoluto quando coadiuvato dal mezzo meccanico. Famose le vittorie ‘alla Lorenzo‘, con il maiorchino a partire a cannone dalla griglia di partenza, prendere il comando ed imprimere da subito un ritmo forsennato, impossibile da sostenere alla lunga per gli avversari, un vero martello (da cui il suo nickname più famoso, El Martillo).

Jorge Lorenzo, in sella alla sua Aprilia 250, durante l’annata 2007, che lo vide laurearsi Campione di categoria per la seconda volta di fila (foto da: twitter.com)

Dopo oltre un decennio al vertice, a partire dagli anni delle categorie propedeutiche, con le prime soddisfazioni in classe 125 (prima vittoria nel Gran Premio del Brasile 2003 e prima pole nel Gran Premio di Malesia, sempre nel 2003, per un totale di 4 successi, 9 podi, 3 pole ed altrettanti giri record nella quarto di litro) e i primi due titoli iridati (con l’Aprilia) in classe 250, datati 2006 e 2007 (nella Middle Class 17 vittorie, 29 podi, 23 pole e 4 giri record). Quindi il passaggio in MotoGP, con la Yamaha, nel 2008, con la quale comincia subito a far vedere di che pasta fosse fatto (subito 2° in Qatar, tre pole nelle prime tre gare e vincente alla terza (Portogallo), con quattro podi nelle prime cinque uscite), nonostante la scomodissima presenza di Valentino Rossi, allora nel suo prime, nell’altra metà del box. Qualche volo di troppo lo estromette dalla lotta al titolo, ma la rivalità con il #46 è ormai acclarata, con il famoso ‘muro’ a dividere le due metà del box del team ufficiale della Casa di Iwata.

Nel 2009 Jorge diventa un avversario ancora più scomodo per Valentino, che comunque la spunta a fine stagione. I tempi sono ormai maturi e, nel 2010, sfruttando anche l’infortunio di Rossi al Mugello e le difficoltà di Casey Stoner con la Ducati, oltre all’evanescenza della Honda, lo spagnolo conquista il primo titolo nella classe regina, al termine di un’annata che lo vede vincere nove volte, sedici sul podio, sette in pole e con due 4° posti come peggiori risultati; oltre ad un record di punti in una singola stagione (383), battuto quest’anno da Marc Marquez. Da lì in avanti Lorenzo è tra i protagonisti indiscussi del Circus a due ruote, sempre in lotta per la vittoria. Nel 2011 deve inchinarsi a Stoner (passato alla Honda), saltando tra l’altro anche le ultime tre gare a causa di una lesione all’anulare della mano sinistra. Nel 2012 arriva il quarto iride, mostrando una continuità di rendimento eccezionale (in 18 appuntamenti arrivano sei successi e dieci 2° posti, insieme a due ritiri).

Jorge Lorenzo, Yamaha, durante la stagione 2012, che lo consacrò Campione per la quarta volta, seconda nella top class (foto da: youtube.com)

Con il ritiro di Stoner, un Pedrosa veloce ma sempre alle prese con qualche infortunio di troppo e un Rossi tornato si alla Yamaha, ma con l’incognita dei due anni orribili in Ducati, Lorenzo pare lanciato verso nuovi successi. Ma nel 2013 si abbatte sulla MotoGP quel meteorite devastante che porta il nome di Marc Marquez. Il rookie catalano stupisce sin da subito e, nonostante sei vittorie contro le otto dello yamahista, a fine anno è Campione con 4 punti di vantaggio (334 a 330). Lorenzo, come tutti gli altri, può poco o nulla nel 2014, pur portando a casa due vittorie e undici podi totali, ma finendo in classifica dietro a Valentino Rossi. Il 2015 è l’anno del quinto ed ultimo titolo, ma anche quello della famigerata faida tra Marquez ed il Dottore nel finale di stagione, che a Valencia consegna l’iride dal #99, il quale ne approfitta a piene mani. Un Lorenzo che, comunque, nell’arco della stagione si era dimostrato per larghi tratti il più veloce del duo Yamaha (sette vittorie a quattro e cinque pole ad una), ma che ha rischiato di pagare a caro prezzo la grande costanza di Valentino (quindici podi a dodici per l’italiano).

Il 2016 è l’ultimo anno dello spagnolo con la Casa dei Tre Diapason: una stagione con alti e bassi, con quattro vittorie (tra le quali quella di Valencia, all’ultima esibizione sulla M1), dieci podi e due pole, tornando però dietro al #46. L’inizio della fine è segnato dal passaggio in Ducati per la stagione 2017. Il primo anno a Borgo Panigale è complicatissimo per Jorge, in estremo affanno in sella alla GP17, con cui arrivano solo un 2° (Sepang) e due 3° posti (Jerez ed Aragon), con una pole (Assen) e il peggior risultato a fine stagione (7° con 139 punti). Il 2018 parte ancora in maniera deludente e con continui attriti con i vertici Ducati al punto che, prima di Le Mans, viene clamorosamente ufficializzato il divorzio tra le parti a fine stagione, con Lorenzo che quindi si accorda con la Honda. Improvvisamente, il maiorchino comincia a tornare se stesso, imponendosi al Mugello, a Barcellona e al Red Bull Ring, con pole sempre al Montmelò, poi a Misano e ad Aragon.

La gioia di Jorge Lorenzo, dopo aver conquistato la vittoria in Austria, lo scorso anno. E’ stata la sua ultima vittoria (foto da: twitter.com)

Proprio in quest’ultima occasione parte la sequela di cadute ed infortuni che spingerà Lorenzo al ritiro. Nel Gran Premio d’Aragona vola a terra subito dopo il via, subendo una microfrattura all’alluce del piede destro; nelle libere del weekend di Buriram, Thailandia, due domeniche dopo, cade di nuovo (problema al cambio della sua Ducati), fratturandosi stavolta il radio del braccio sinistro; tornerà a Valencia dopo aver saltato, compresa la Thailandia, quattro gare. Il 2019 comincia sotto i peggiori auspici, a causa di un infortunio in allenamento (infrazione allo scafoide della mano sinistra). Con una condizione approssimativa, che si aggiunge ad un adattamento faticoso alla nuova RC213V, i risultati sono molto al di sotto delle attese; come se non bastasse, una brutta caduta ad Assen gli provoca la frattura della sesta vertebra dorsale, saltando altre quattro gare. Dal rientro in poi, Jorge non riesce più a scollarsi dal fondo del gruppo, prendendo sempre distacchi abissali dai big (in particolare da Marquez), arrivando infine alla decisione comunicata quest’oggi.

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