MotoGP Repubblica Ceca 2017 Analisi – Yamaha e Ducati sbagliano, Marquez ringrazia

E’ stato un Gran Premio di Repubblica Ceca, quello disputatosi ieri a Brno, nel segno di Marc Marquez e del flag-to-flag. Il campione di Cervera, nonchè leader del campionato, ha rifilato un colpo importante agli avversari, trionfando una volta di più in condizioni miste, nelle quali sia lui che il team Honda HRC si esaltano, come dimostrato anche dal 2° posto di Dani Pedrosa. Yamaha e Ducati, dal canto loro, hanno pagato a caro prezzo l’approssimazione e la confusione al momento del cambio moto, con la Casa di Iwata che ha rimediato grazie al 3° e al 4° posto dei suoi due alfieri, Maverick Vinales e Valentino Rossi, mentre peggio è andata a quella di Borgo Panigale, con Andrea Dovizioso 6° e Jorge Lorenzo addirittura 15°, dopo esser stato al comando nei primi chilometri. Le condizioni miste non hanno detto bene ai nostri colori in Moto2, con Thomas Luthi che vince (primo non italiano o spagnolo in questo 2017 a riuscirci) e riapre la contesa, grazie al contemporaneo 8° posto di Franco Morbidelli. In Moto3, infine, Joan Mir si conferma il più forte, battendo in volata un generoso Romano Fenati.

Gli spagnoli Marquez, Pedrosa e Vinales dedicano il podio di Brno al compianto Angel Nieto, scomparso la scorsa settimana (foto da: motogp.com)

HONDA, MARQUEZ PROVA L’ALLUNGO. BENE ANCHE PEDROSA

Brno si conferma terra di conquista della Honda, a segno sul Masaryk Circuit per la sesta volta nelle ultime sette edizioni. Un trionfo, la doppietta di ieri, frutto di una serie di fattori che hanno consentito a Marquez di dominare in carrozza e a Pedrosa di issarsi velocemente e tranquillamente in seconda posizione, senza disturbo alcuno da parte degli avversari. Eppure le cose non erano cominciate benissimo per il team HRC. In condizioni di umido (ma con il sole già ad asciugare l’asfalto ceco), Marquez si differenzia al via da tutti gli altri, montando una rain soft al posteriore, probabilmente nel tentativo di scappare subito via e costruirsi un margine di sicurezza prima dell’ovvio flag-to-flag. Invece nei primi chilometri il Cabroncito sembra stranamente in affanno, perdendo posizioni su posizioni, in sella ad una Honda molto difficile da guidare. Anche a Pedrosa le cose non vanno tanto meglio, attestandosi intorno alla 6°/7° posizione.

L’esultanza di Marc Marquez, al momento di tagliare il traguardo del Gran Premio di Repubblica Ceca da vincitore (foto da: motogp.com)

Alla fine del secondo passaggio ecco l’azzardo che poi si rivelerà decisivo. Marquez è il primo a rientrare in pit-lane per cambiare moto, ripartendo dopo meno di 20″, con anche una soft al posteriore. Il segreto sta tutto nell’aver approntato già le moto per l’asciutto. Una mossa che, unita alla rinomata capacità dello spagnolo di trovare subito il limite in queste condizioni a metà (in particolare degli pneumatici), gli consegna il terzo successo stagionale. Girando anche 10″ al giro più veloce dei rivali, Marc si ritrova con un margine enorme sulla concorrenza, gestendo il tutto alla perfezione fino alla bandiera scacchi. A beneficiarne è anche Pedrosa che, pur rientrando insieme a Lorenzo e Vinales, esce molto prima dai box e, una volta passati velocemente piloti come i vari Abraham, Redding ed Aleix Espargaro, s’invola in tutta tranquillità al 2° posto. Marquez, così, si ritrova ad avere 150 punti, +14 su Vinales, +21 su Dovizioso, +22 su Rossi e +31 su Pedrosa. Pur non guidando la moto migliore in assoluto, Marc è il favorito principale, e gli avversari dovranno fare in modo di non sbagliare più, per non consegnargli il sesto iride.

YAMAHA, DISASTRO STRATEGICO. VINALES E ROSSI CI METTONO UNA PEZZA

Poteva essere una Caporetto per la Yamaha in Repubblica Ceca. Al di là della vittoria gentilmente consegnata su un piatto d’argento a Marc Marquez (fatto già di per se molto grave, in un Mondiale così tirato), per l’ennesima volta gli uomini di Iwata non si sono distinti per prontezza e per capacità strategiche, tenendo fuori rispettivamente per due e tre giri di troppo Vinales e Rossi, complicando oltremodo la gara di entrambi (soprattutto dell’italiano). Se nei primissimi giri almeno la M1 del Dottore, passato poi al comando, si era ben distinta, il momento del flag-to-flag si rivela ancora tragico per la Yamaha. I due alfieri della Casa dei Tre Diapason, infatti, non vengono richiamati subito ai box poichè le seconde moto, assettate per il bagnato, non sono pronte.

Valentino Rossi, 4° al termine della gara di Brno. Con una bella rimonta, il Dottore ha limitato i danni nei riguardi delle Honda (foto da: motogp.com)

A ciò aggiungiamo il fatto che, come ammesso da Rossi, in Yamaha sono ancora molto indietro con l’implementazione dei messaggi sul dashboard delle moto, ed ecco che la frittata è fatta. Maverick e Valentino si ritrovano fuori dalla top-10 e, pur mostrando un passo che avrebbe permesso ad entrambi di giocarsela tranquillamente almeno con Pedrosa (sotto questo aspetto in ripresa lo spagnolo ex Suzuki), devono remare con fatica per risalire posizione su posizione, arrivando comunque alla fine ad agguantare un 3° ed un 4° posto molto importanti. Detto questo, lascia perplessi la gestione di queste situazioni in Yamaha, poichè ormai la cosa si ripete ciclicamente nelle ultime stagioni. Sarebbe bastato guardare i primissimi parziali di Marquez per decidere di muoversi con maggior tempestività. Come detto poc’anzi, regalare punti in questo modo al Cabroncito può risultare fatale. Fortuna che si torna a correre già il prossimo weekend al Red Bull Ring. Con la speranza, in casa Yamaha, che non si ripetano le condizioni climatiche di Brno.

DUCATI, QUANTI PUNTI GETTATI VIA. DOVIZIOSO FA IL MASSIMO, LORENZO NAUFRAGA

Ancora maggiore è il rammarico in Ducati. Nonostante nelle ultime stagioni il circuito ceco non sia mai stato molto amico delle moto di Borgo Panigale, in questo weekend sia Dovizioso che anche Lorenzo, forte della nuova carena (a proposito, genialata di Dall’Igna, anche se in Austria si capirà bene se e quanti benefici porterà), sembravano avere tutte le carte in regola per giocarsi posizioni importanti. E invece anche in questo caso il flag-to-flag si è rivelata una situazione gestita davvero male. Lorenzo, partito a cannone e in testa dopo sole 4 curve (salvo essere passato ad inizio 3° giro da Rossi), rientra ma trova la moto spenta, oltre che non ancora pronta; Dovizioso, in quel momento 2°, oltre ad entrare troppo tardi (con Valentino per intenderci), trova i meccanici ancora al lavoro sulla seconda GP17, perdendo ulteriori secondi preziosi. Da questo momento in poi comincia tutta un’altra gara. Trovatosi quasi fuori dai punti, Dovizioso risale con difficoltà, provando a seguire ad uomo Rossi, ma arrestando la rimonta in 6° posizione. Decisamente peggio va a Lorenzo che, completamente senza feeling, precipita in 15° posizione, raccogliendo l’ennesimo weekend da cestinare in questo suo primo anno in Ducati.

Domenica da dimenticare per Jorge Lorenzo, solo 15° su un circuito a lui storicamente gradito come Brno (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI: CRUTCHLOW E PETRUCCI TRA I PRIMI. LONTANI I TECH 3

Domenica positiva per Cal Crutchlow e Danilo Petrucci. Entrambi ritrovatisi tra i primissimi grazie al fatto di aver cambiato moto in anticipo, resistono come possono alla rimonta dei big rimasti attardati, ovvero le Yamaha e Dovizioso, portando a casa rispettivamente un 5° ed un 7° posto. Discreta prestazione anche per Aleix Espargaro su Aprilia (8°), per qualche giro anche in zona podio, salvo venir risucchiato nel finale, oltre che penalizzato per l’unseafe release ai box in seguito al quale è caduto Iannone. Subito dietro arriva un ottimo Pol Espargaro, che regala alla KTM il miglior risultato della sua brevissima storia in MotoGP (9°). Deludono i due piloti del team Tech 3: Jonas Folger e Johann Zarco giungono rispettivamente 10° e 12° (nel mezzo la Suzuki di Rins), non facendosi quasi mai vedere nelle posizioni che contano, ad esclusione del francese, che ha anche guidato la gara per un giro, quando però praticamente tutti erano già rientrati a cambiar moto. A punti sono andati anche Karel Abraham e Jack Miller, mentre sono finiti fuori dai 15 Scott Redding, Tito Rabat, Sam Lowes, Andrea Iannone e Hector Barbera (doppiato). Caduti Bautista e Baz, ritirato Smith. Su Iannone, il pilota di Vasto conferma di passare un momento estremamente difficile, culminato ieri con la caduta in pit-lane mentre si accingeva al cambio moto, causata dalla partenza improvvida di Aleix Espargaro.

MOTO2, CAPOLAVORO LUTHI. INTERROTTO IL DUOPOLIO ITALIA-SPAGNA

Il grande protagonista della ‘Middle Class‘ è stato senz’altro Thomas Luthi, capace di interrompere il predominio italo-spagnolo in questo 2017. In una gara cominciata sull’asciutto e spezzata in due dal sopraggiungere della pioggia, l’elvetico ha costruito la sua vittoria con una partenza fulminante nella seconda gara (di 6 giri), portandosi dalla 7° alla 1° posizione e salutando subito la compagnia. Luthi ha preceduto sul traguardo un ottimo Alex Marquez e un Miguel Oliveira al terzo podio nelle ultime quattro gare. Non è andata bene ai nostri portacolori, in primis a Mattia Pasini e a Franco Morbidelli. Pasini, dominatore della prima parte di gara, è caduto dopo poche curve dal restart; Morbidelli, invece, è andato in grossa difficoltà, portando a casa alla fine l’8° posto. Il migliore dei nostri è stato un bravissimo Luca Marini (4°), che ha preceduto Xavi Vierge, Simone Corsi e Francesco Bagnaia. Con Remy Gardner e l’esordiente Joe Roberts a completare la top-10, per trovare gli altri italiani dobbiamo scendere in 13° posizione con Andrea Locatelli, in 18° con Lorenzo Baldassarri e in 21° con Stefano Manzi. In classifica, Brno rimescola le carte, con Luthi che si porta a -17 da Morbidelli (182 a 165), mentre il duo formato da Alex Marquez e da Oliveira segue a -49.

Thomas Luthi ed Alex Marquez, 1° e 2° ieri a Brno in Moto2. Lo svizzero è stato il primo pilota non italiano o spagnolo a vincere quest’anno (foto da: motogp.com)

MOTO3, FENATI C’E’ MA NON BASTA. MIR E’ IL PIU’ FORTE

Un generoso e sempre combattivo Romano Fenati (2° e al quarto podio in fila) non basta per fermare la marcia iridata di Joan Mir, che in Repubblica Ceca ottiene la seconda vittoria di seguito (6° stagionale), allungando a +42 sull’ascolano e a +64 su Aron Canet, 3° dopo una grande rimonta. Una gara, quella di Brno, cominciata sotto la pioggia e finita con la pista quasi asciutta, che ha visto inizialmente i cosiddetti ‘specialisti del bagnato’ dare spettacolo, in primis l’olandese Bo Bendsneyder (4° all’arrivo), il thailandese Nakarin Atiratphuvapat (poi 10°) e soprattutto il deb tedesco Tim Georgi (poi 18°), autore di un’esaltante rimonta dalla 30° posizione di partenza. Con le condizioni che man mano miglioravano, i big sono usciti allo scoperto, con Mir e Fenati che si sono giocati la vittoria fino all’ultimo. Per quanto riguarda gli altri piazzamenti, gli spagnoli Juanfran Guevara e Marcos Ramirez sono giunti 5° e 7°, con lo scozzese John McPhee nel mezzo. Il nipponico Tatsuki Suzuki (SIC58 Squadra corse) ha chiuso in 8° posizione davanti al malese Adam Norrodin e al già citato Atiratphuvapat. Passando agli altri italiani, a punti sono giunti Andrea Migno (11°) e Dennis Foggia (14°). Fuori dai 15, nell’ordine, Tony Arbolino (16°), Enea Bastianini (17°), Lorenzo Dalla Porta (19°), Fabio Di Giannantonio (21°), Marco Bezzecchi (22°), Nicolò Bulega (23°), Niccolò Antonelli (24°) e Manuel Pagliani (25°).

Il podio del Gran Premio di Repubblica Ceca, classe Moto3, con Mir che ha preceduto Fenati e Canet (foto da: motogp.com)

Il Motomondiale continua a ritmo serrato e torna in pista già il prossimo weekend, con il Gran Premio d’Austria al Red Bull Ring. 

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