Il Gran Premio d’Olanda ha riservato quasi esclusivamente sorrisi in casa Ducati. Danilo Petrucci conferma il suo processo di maturazione, disputando una gara stupenda, che lo porta a contendere a Valentino Rossi la vittoria fin sulla linea del traguardo. Una soddisfazione un pò rovinata da quanto accaduto in particolare con Rins che, da doppiato, non si è spostato, finendosi per scontrare con il ternano durante e dopo la gara. Andrea Dovizioso conclude 5°, ad un soffio dal podio, ma può consolarsi con la vetta del MotoMondiale. Chi ha invece ben poco di cui essere contento è Jorge Lorenzo, naufragato in una domenica da dimenticare, terminata 15° e doppiato.
DANILO PETRUCCI (2°) – “Sono abbastanza arrabbiato e dovrò aspettare un paio d’ore per godermi il secondo posto” – ha detto a caldo il Petrux – “In Safety Commission parliamo sempre di regole, ma negli ultimi due giri non ho visto una bandiera blu. Valentino è riuscito a passare sia Barbera che Rins, mentre io ho avuto più difficoltà. Hector l’ho trovato all’ultima chicane e con Alex ho quasi rischiato di cadere all’ultimo giro. Mi ero preparato per attaccare Valentino nell’ultimo settore, ma come al solito mi è crollato tutto il castello. Sia chiaro, sono contento, perché abbiamo fatto un grande lavoro qui, ma me la godrò tra un pò. La cosa che più mi fa incavolare è l’atteggiamento di Rins: non solo sei doppiato, ma hai anche il coraggio di arrabbiarti“.
“L’anno scorso qui ero stato in testa per la prima volta e poi hanno sospeso la gara, quindi avevo tanta voglia di rifarmi” – conclude Petrucci – “Sono stato tranquillo tutta la gara. Non appena mi sono accorto che Zarco non ne aveva mentre Rossi provava la fuga, ho deciso di attaccare. Sapevo dove potevo passarlo e nei giri finali chiudevo il gas nel curvone veloce, in modo da non fargli capire dove ci avrei provato. Ma all’ultimo giro sono arrivato con due o tre decimi di distacco di troppo“.
ANDREA DOVIZIOSO (5°) – “E’ stata una gara strana. Il partire in terza fila ha complicato tutto, perché sappiamo che in MotoGP è fondamentale scattare davanti” – spiega il nuovo leader della classifica – “All’inizio non avevo il ritmo dei primi, però sono rimasto calmo. Per quanto riguarda la caduta di Vinales, fortunatamente sono riuscito ad evitarlo. A quel punto mi sono ritrovato ad essere il più veloce in pista e stavo recuperando tanto sui migliori. Poi ha cominciato anche a piovere e questo mi ha aiutato a riagganciarmi ai primi quattro. Quando ha iniziato a piovere più forte, però ho preferito pensare al campionato, visto che non si capiva dove fosse più bagnato. Non era una situazione in controllo al 100% e questo campionato ci ha dimostrato che è importante portare a casa sempre dei punti“.
“Non sono contento del quinto posto, perché credo che avessi la velocità per chiudere terzo. Quando però è rinvenuto Cal la battaglia è diventata furiosa. Peccato perché quelli erano punti che si potevano prendere senza rischiare troppo” – continua il forlivese – “Però dopo la gara di oggi andiamo a casa con il primo posto in campionato. Nessuno avrebbe creduto che potessimo essere primi dopo 8 gare. Per me questo vuol dire che abbiamo tutte le carte per giocarcela, perché qui nessuno ti regala niente. Non sono risultati maturati per gli errori degli altri, sono conquiste e miglioramenti dovuti al lavoro. Però dobbiamo tenere sempre i piedi per terra e cercare di migliorare i punti deboli della nostra moto“.
JORGE LORENZO (15°) – “Rispetto a Barcellona, la gara di oggi, e anche la qualifica, è andata molto male. Non bisogna essere troppo pessimisti però, anche perchè sull’asciutto sono riuscito a girare poco e mi mancava feeling” – sottolinea il maiorchino – “Nelle ultime tre o quattro gare eravamo in costante miglioramento e al Sachsenring, se tutto va per il verso giusto, credo che potremo tornare a far bene. Non siamo così lontani come sembrerebbe a prima vista“.
“La leadership del Dovi? Dimostra che il potenziale della moto è alto e che si può puntare al podio e a vincere” – prosegue Lorenzo – “Evidentemente però devo conoscere la moto e sentirmi a mio agio quando la guido. In queste condizioni avevo fatto fatica anche nel 2016 con la Yamaha e correre così non aiuta la mia evoluzione. Diciamo che è stata una parentesi negativa nell’evoluzione che sto avendo con la moto“.
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