MotoGP 2018 Malesia Analisi Gara – Marquez insaziabile. Bagnaia e Martin campioni

Ha regalato molte emozioni il weekend di Sepang, penultimo appuntamento di un Motomondiale che si avvia alla sua conclusione. In MotoGP, la Yamaha manda altri segnali di risalita, con un Valentino Rossi competitivo e cattivo come da tempo non lo si vedeva. Peccato per la scivolata che l’ha fatto fuori in curva 1, consegnando sul piatto d’argento a Marc Marquez l’ennesimo sigillo di questo suo 2018 da incorniciare. Convincenti anche le prestazioni di Alex Rins, che conferma una Suzuki in salute, e di Johann Zarco, che ritrova il podio dopo quasi sei mesi. Male la Ducati. I riflettori, però, erano per una volta puntati sulle categorie minori. Domenica da urlo per lo SKY Racing Team VR46 in Moto2, con Luca Marini che ottiene la prima vittoria in carriera e, soprattutto, con Francesco Bagnaia che si laurea Campione del Mondo. Stappa lo champagne anche Jorge Martin in Moto3: lo spagnolo vince e, sfruttando il 5° posto di Marco Bezzecchi ed il 6° di Fabio Di Giannantonio, può far partire la festa.

Continua il dominio di Marc Marquez che a Sepang, complice la scivolata nel finale di Valentino Rossi, si aggiudica la gara #9 in questo 2018 (foto da: motogp.com)

VALENTINO ROSSI, IL SOGNO E L’ILLUSIONE. E MARQUEZ RINGRAZIA…

Ci aveva creduto, ci avevamo creduto davvero. Valentino Rossi, su un circuito come quello di Sepang, tra i più lunghi del calendario e con le condizioni climatiche più difficili, con un’umidità ed un’afa asfissianti, stava facendo un vero capolavoro. Partito benissimo dalla seconda piazzola, il pesarese è subito passato al comando, impostando un ritmo davvero notevole. Come sottolineerà anche Lorenzo con un tweet nel post gara, è impressionante il passo di Valentino, una decina e più di giri come un martello, sul 2:01.0, con una discrepanza massima di un decimo, o giù di lì. Marc Marquez, che nel frattempo ci ha messo poco a risalire la china dalla 7° posizione al via (3° dopo un giro o poco più, 2° dopo aver infilato Johann Zarco al giro 5), non ha vita facile a stargli dietro e deve dare tutto per non far scappar via il rivale.

Il plotone della MotoGP giunge al tornantino Berjaya, durante il primo giro del Gran Premio di Malesia di domenica (foto da: twitter.com/Michelin_Sport)

Nel finale, però, forse complice un leggero calo della soft al posteriore, pur mantenendo un ottimo ritmo Rossi ha dovuto rallentare un po’, e Marquez ha guadagnato via via decimi su decimi. Tutto, comunque, sembrava apparecchiato per un duello spettacolare tra due acerrimi rivali. E invece, in curva 1 ad inizio quartultimo giro, con lo spagnolo ormai a circa 6 decimi, il Dottore perde il posteriore della sua M1, che scivola inesorabilmente verso l’esterno. Vale tiene accesa la moto e riparte, pur per un inutile 18° posto. C’è enorme rammarico, per una vittoria che manca da Assen 2017 e poteva essere riagguantata; ma dall’altra c’è il sorriso, per aver dimostrato una volta di più che, se la moto lo sostiene e in barba alla carta d’identità, è ancora pienamente in grado di giocarsi la vittoria. E per quanto fatto a Sepang, pur con la caduta, bisogna solo alzarsi in piedi ed applaudire.

Il momento (purtroppo) decisivo del Gran Premio di Malesia di domenica, con Valentino Rossi che scivola in curva 1 e deve dire addio ai sogni di vittoria, dopo una gara sempre al comando (foto da: motogp.com)

Passiamo a Marquez. Dopo l’uscita di scena del rivale, il nativo di Cervera ha avuto ovviamente un tappeto rosso steso verso l’ennesima vittoria di questo suo magico 2018. Un successo che va a rimpinguare i numeri ‘folli’ del pilota HRC (70 vittorie totali, 44 in MotoGP, 9 in stagione), tra l’altro dopo aver ottenuto la pole #80, poi toltagli per l’ostruzione ai danni di Andrea Iannone nel corso della Q2. Un Marquez che conferma la sua indole competitiva ed insaziabile, che lo spinge ad andare sempre più in là, nonostante i traguardi già raggiunti. Viviamo in pieno l’era del Cabroncito, un libro le cui pagine sembrano ancora lontane dall’esser finite. Intanto, in cassaforte è finito anche il 24.esimo titolo Costruttori Honda (7° negli ultimi 8 anni) e il titolo per i team arriverà a Valencia. Festa completa insomma.

LA YAMAHA E’ IN RIPRESA: ZARCO RITROVA IL PODIO, VINALES CI VA VICINO

Che la Yamaha abbia fatto passi avanti nelle ultime settimane è innegabile. La moto praticamente inguidabile e mangia-gomme che faceva rimediare figure meschine ai propri piloti non più tardi di un mese e mezzo fa (punto più basso toccato ad Aragòn), sembra aver finalmente imboccato la strada di una comunque ancor lunga risalita. La Thailandia era sembrata un episodio, dovuto più che altro a caratteristiche di pista ed asfalto di Buriram; a Motegi, nonostante il 4° posto di Rossi ed il 7° di Vinales, qualche segnale positivo c’era stato. A Phillip Island è arrivata la svolta, con lo spagnolo capace di interrompere il digiuno suo e della casa di Iwata. A Sepang quindi, su una pista molto severa con gli pneumatici, Rossi ha comandato le operazioni fino alla scivolata del quartultimo giro, e non era scontato per Marquez superarlo e vincere.

La giusta soddisfazione di Johann Zarco che, grazie al 3° posto di Sepang, ritrova un podio che mancava da Jerez de la Frontera (13 gare) (foto da: motogp.com)

Più che novità a livello di moto, i piloti hanno parlato di setting stravolto; modus operandi che ha dato evidentemente i suoi frutti, pur se il lavoro che attende la Yamaha è ancora molto pesante. Tornando a Sepang, Vinales ha avuto la solita gara a due volti, finendo anche 8° in avvio, per poi cominciare a risalire con un passo più che buono, anche se la sua rimonta si è arenata in 4° posizione. Può sorridere ampiamente Johann Zarco. Il francese del Tech 3 è rimasto nelle primissime posizioni sin dall’inizio, scattando anche dalla pole dopo la penalità inflitta a Marquez. Nella prima fase spera anche di reggere il passo dei primi due, ma l’illusione non dura molto. Per gran parte del gp in 3° posizione, Zarco passa 2° dopo la scivolata di Rossi, salvo poi doverla cedere a Rins nel corso dell’ultimo giro, anche a causa di pneumatici in affanno. Era da Jerez (GP di Spagna, 6 Maggio) che il nativo di Cannes mancava dal podio ed ora, ad una gara dal termine, si trova anche a comandare la classifica dei privati (anche grazie all’infortunio di Crutchlow, va detto).

DUCATI DELUSIONE IN MALESIA. DOVIZIOSO SICURO DEL 2° POSTO MONDIALE

Partiti con ambizioni di vittoria, in Ducati hanno dovuto incassare un weekend nel complesso molto deludente in Malesia. Andrea Dovizioso, reduce da due vittorie nelle ultime due volte che il Motomondiale era stato da queste parti, non è praticamente mai stato della partita, faticando ai margini della top-5 e chiudendo infine 6° e staccato di oltre 11″ dal vincitore. Un risultato deludente, (molto parzialmente) mitigato dalla certezza del platonico titolo di vice-campione del mondo, vantando 25 punti su Rossi. Una Ducati che, dopo aver dovuto incassare un altro forfait dal dolorante Jorge Lorenzo, non ha potuto contare su Michele Pirro, out dopo 5 giri. Ma il weekend malese ha vissuto una nuova fastidiosa (ed evitabile) diatriba tra il Dovi e Lorenzo.

Gran Premio di Malesia da dimenticare per Andrea Dovizioso e, più in generale, per una Ducati mai competitiva in gara (foto da: motogp.com)

Che tra i due non scorra affatto buon sangue è risaputo. A Sepang, però, è andato in scena un teatrino che i vertici di Borgo Panigale avrebbero avuto tutto l’interesse ad impedire (soprattutto per questioni di immagine). Tutto è iniziato venerdì dopo le libere, quando Jorge aveva sottolineato la precarietà delle sue condizioni fisiche, spiegando di voler aspettare il sabato mattina prima di decidere se correre o meno. Interpellato al riguardo da Boselli di Sky, Dovizioso si lascia andare ad un ‘enigmatico’ “…Non conosco i dettagli. Sono situazioni abbastanza strane che, in Ducati, succedono spesso e soprattutto con certi piloti“; quando il giornalista italiano gli chiede di essere più preciso, Andrea replica così: “vabbè la lascio così, non è un mio problema“.

La replica del maiorchino non si è fatta assolutamente attendere. Prima con un tweet emblematico: “Grazie mille Andrea Dovizioso. Sei un vero gentiluomo“, seguito subito da altri altrettanto chiari come “Un compagno davvero esemplare… Lo applaudi sotto il podio quando vince e poi… (esatto, non da la sua opinione, non è un suo problema)“, oltre poi a rispondere a messaggi di suoi fan sotto i suoi post. Per esempio, a chi si chiedeva chi fosse il Dovi, lui risponde velenoso: “Un campione del mondo, di classe 125“; oppure definendo ancora il compagno di box “invidioso ed opportunista“. Ancora interpellato, Dovizioso ha provato a chiuderla così: “Perchè dovrei parlare con lui? Non perdo tempo con queste cose. Contrariamente a quanto è stato detto, non ho fatto polemica; lui, poi, da sempre troppa importanza a quello che viene scritto, che magari è stato detto diversamente. Io non ho né puntato il dito né fatto il suo nome“. Insomma, giudicate un po’ voi…

SUZUKI SI CONFERMA: RINS A PODIO, RAMMARICO IANNONE

Tra le sensazioni positive di Sepang rientra chiaramente anche la Suzuki, che ottiene il terzo podio di fila, quarto nelle ultime cinque, ottavo del 2018. Vero, alla GSX-RR manca ancora quel salto di qualità per giocarsi la vittoria, ma ormai è una realtà quantomeno per il podio. Alex Rins (quarto podio in stagione) eguaglia il 2° posto di Assen, sfoderando un’altra gran gara, con ciliegina sulla torta del sorpasso su Zarco nel corso dell’ultimo giro. Delusione per Andrea Iannone, scivolato subito all’ultima curva e, visto il risultato ottenuto dal compagno di box, c’era da scommettere anche su delle possibilità per il pilota di Vasto. Se lo sviluppo della moto di Hamamatsu proseguirà bene, nel 2019 la Suzuki potrebbe davvero tornare a mettere nel mirino una vittoria che manca da Silverstone 2016.

Il sorriso di Alex Rins, che in Malesia giunge 2°, ottenendo il 4° podio stagionale, 8° per la Casa di Hamamatsu (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI: PEDROSA IN TOP-5, BENE BAUTISTA. INDIETRO LE PRAMAC

Passando agli altri, Dani Pedrosa ha chiuso in Malesia con un buon 5° posto, considerando anche il gap ridotto da Marquez (+6.190). Il catalano ha preceduto un quartetto di Ducati, a partire da quelle di Dovizioso e di Alvaro Bautista, autore di un’altra prova positiva, per finire alle Pramac di Jack Miller e Danilo Petrucci, anche loro in affanno. Chiude la top-10 un buon Hafizh Syahrin, protagonista di una bella rimonta nella gara di casa. Hanno completato la zona punti Aleix Espargaro (Aprilia), Franco Morbidelli (Honda Marc VDS), Stefan Bradl (Honda LCR), Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) e Bradley Smith (KTM). Classificati Thomas Luthi (Honda Marc VDS), Xavier Simeon (Ducati Avintia), Rossi e Scott Redding (Aprilia). Out, oltre a Iannone e Pirro, anche Pol Espargaro (KTM) e Karel Abraham (Ducati Avintia). Nella lotta per il Rookie of the Year, Morbidelli ha un +10 su Syahrin (50 a 40).

MOTO2: BAGNAIA, IL MONDIALE E’ TUO! FA FESTA ANCHE MARINI

E’ stata una domenica trionfale per il motociclismo azzurro in generale e per lo SKY Racing Team VR46 in particolare. A Sepang, infatti, Francesco Bagnaia ha visto coronati i suoi sforzi, chiudendo 3° e laureandosi Campione del Mondo della classe Moto2, seguendo nell’albo d’oro Franco Morbidelli, trionfatore nel 2017. Un successo meritatissimo, quello del pilota torinese, giunto in un’annata che l’ha visto consacrarsi a tutti i livelli, nonostante un contratto MotoGP (con Pramac) già in mano da inizio stagione; Pecco non si è fatto distrarre e ha dato tutto, dominando quando c’era da dominare, sgomitando quando c’era da sgomitare ed amministrando all’occorrenza. Un pilota maturato e cresciuto tantissimo, capace di portare a casa otto vittorie, dodici podi, cinque pole (otto le prime file) e tre giri record. E manca ancora Valencia.

Festa grande in casa SKY Racing Team VR46, con Francesco Bagnaia Campione del Mondo della classe Moto2 e Luca Marini che, a Sepang, ottiene la prima vittoria in carriera (foto da: motogp.com)

Ma la Malesia ha rappresentato anche la prima vittoria in carriera (dopo quattro podi) per Luca Marini. Il fratellastro di Valentino Rossi è un altro pilota che ha conosciuto una crescita esponenziale durante questa stagione, culminata nella vittoria di domenica, punto di partenza verso una carriera che potrà riservare sicure soddisfazioni e contribuire ulteriormente a far tacere molte malelingue ed invidie. Miguel Oliveira ci ha provato, ma il 2° posto ottenuto a Sepang non è bastato, visti i 32 punti ancora esistenti tra lui e Bagnaia; un Oliveira a podio (virtuale) per la terza volta nelle ultime quattro annate, atteso adesso dalla KTM in MotoGP. La bella prova degli italiani della Middle Class è stata completata da Mattia Pasini (4°) e da Lorenzo Baldassarri (6°), inframmezzati da Fabio Quartararo (5°). Ancora una gara deludente per Alex Marquez, 7° pur partendo dalla pole, precedendo al traguardo Brad Binder, Marcel Schrotter e Joan Mir. Andrea Locatelli ha chiuso 12°, mentre non hanno ottenuto punti Simone Corsi (16°) e Federico Fuligni (25°).

MOTO3: MARTIN CORONA IL SOGNO IRIDATO!

E’ successo di tutto in quest’annata di Moto3. Tra grandi vittorie, sorprese, cadute inopinate ed infortuni, alla fine Jorge Martin, il grande favorito della vigilia, ce l’ha fatta. Un trionfo meritato quello del madrileno, che a Sepang ottiene di forza il suo 7° successo stagionale (9 i podi, 10 le pole, 3 i giri record), prima sgomitando con il rivale Bezzecchi poi effettuando il tirone decisivo tra i -5 ed i -3 all’arrivo, guadagnando quel margine che gli consente di precedere in tranquillità il duo del team Leopard, formato da Lorenzo Dalla Porta e da Enea Bastianini, che completano il podio (rispettivamente al 5° ed al 6° piazzamento stagionale in top-3). In 4° posizione giunge un Albert Arenas in crescita, ma a far partire la festa sono i piazzamenti di Bezzecchi e di Fabio Di Giannantonio.

La gioia di Jorge Martin, al termine della gara vinta a Sepang, Malesia, che l’ha laureato Campione del Mondo 2018 della classe Moto3 (foto da: MotoGP.com)

Marco, infatti, chiude solo 5°, subito avanti all’altro centauro di Gresini; una combinazione che permette a Jorge di andare a +26 sul romano, irraggiungibile quindi ad una sola gara dalla fine. Ma a Bezzecchi vanno solo applausi, in un’annata che l’ha visto passare da carneade a grande protagonista, unico capace veramente di impensierire il dominatore designato, che ha dovuto sudare le proverbiali sette camice, maledicendo anche un po’ troppa sfiga nella fase decisiva del campionato. Tornando alla gara, completano la top-10 Darryn Binder, Tony Arbolino (8°) ed il duo della SIC58 Squadra Corse, Tatsuki Suzuki e Niccolò Antonelli (10°). Tutti gli altri azzurri fuori dai punti: Andrea Migno (16°), Stefano Nepa (21°), Celestino Vietti (caduto) e Dennis Foggia (caduto). Da sottolineare la gran gara dell’idolo di casa Adam Norrodin: partito dalla pit-lane, il malese era addirittura risalito in 7° posizione, per poi cadere, ripartire e chiudere 23°.

Il Motomondiale tornerà adesso nel weekend del 16-18 Novembre, con l’ultima prova in calendario al Ricardo Tormo di Valencia, per il Gran Premio della Comunitat Valenciana.

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