Un reportage assolutamente sconvolgente è stato divulgato dalla rivista norvegese “Josimar”, che ha svelato dettagli inquietanti riguardo alla costruzione del nuovo stadio dello Zenit St. Pietroburgo, uno dei fiori all’occhiello tra gli impianti che ospiteranno il Mondiale 2018.
Il servizio parla di almeno 110 schiavi nordcoreani che sono stati impiegati per la costruzione di questo stadio, tenuti come belve, costretti a dormire in container senza acqua e senza energia elettrica e con turni di lavoro disumani, dalle 7 del mattino sino alla mezzanotte.
Ovviamente senza diritti e stipendiati miseramente, in quanto si parlerebbe di 100 dollari al mese, ma di cui oltre il 70% andrebbe al regime nord-coreano, sempre a caccia di fondi esteri per sopravvivere.
Tutto ciò avverrebbe a causa degli accordi tra la Russia e Kim Jong-un, leader supremo nord-coreano, che in cambio di un certo benessere per se e la sua famiglia, deporta uomini e donne in Russia.
Qui viene loro ritirato il passaporto e vengono fatti lavorare senza diritto alcuno. Addirittura fino a pochi mesi fa 5 lavoratori sarebbero stati trovati privi di vita all’interno container tra l’assoluta indifferenza generale.
Uno scenario raccapricciante, simile insomma a ciò che si prospetta in Qatar, dove si stanno costruendo gli impianti per il Mondiale 2022 tra le mille polemiche legate alle condizioni dei lavoratori provenienti da fuori. La Fifa teoricamente condanna tutte le violazioni dei diritti umani, ma di concreto sarà in grado di intervenire per interrompere queste angherie?
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