Il capo della cordata di Sino-Europe Sport, il cinese Yonghong Li, è stato accusato di aver raccolto fondi illegali, aver usato doppia identità e di illegal trading in passato
Non c’è pace per il nuovo Milan cinese, seppur il closing non è ancora arrivato. Questione di voci ed indiscrezioni, ma soprattutto di accuse pesanti nei confronti della cordata Sino-Europe Sport da parte di Bloomberg e altri giornali di economia. La Fininvest, insieme al gruppo cinese, ha più volte smentito laconicamente e con forza queste accuse, affermando che tutti i documenti presentati sono precisi ed esaltando la solidità finanziaria della cordata.
Per il closing bisognerà aspettare ancora un paio di mesi, al massimo, ma nuove ombre arrivano direttamente dalla Cina sul passato di Yonghong Li, il capo della cordata. Infatti, la storia dell’uomo che ha scelto Han Li come advisor è carica di mistero e nessuno, neanche in patria, è davvero a conoscenza del passato di questa persona. Ha provato a scavare nel passato di Li il giornale Net Ease, che ha mosso gravi accuse nei confronti del capo della cordata cinese.
Secondo il giornale cinese, infatti, Li era stato accusato dal governo di Guangdong di “Raccolta fondi illegale” nel 2005, nell’ambito di una grossa operazione di bonifica nel sud della Cina. Inoltre, in passato ha ricevuto anche una mula per “illegal trading” con l’azienda Duolun quotata alla Borsa di Shanghai. Ma la più grave in assoluto è l’accusa secondo cui avrebbe utilizzato una seconda identità, quella di Bingfeng Li. Un nome questo creato ad hoc per operare nella compravendita di aziende come nel caso della Beijing River Group.
Accusate pesanti da parte di Net Ease, che probabilmente avranno una risposta e una smentita nei prossimi giorni da parte di Fininvest e Sino-Europe. D’altronde, il comunicato congiunto della scorsa settimana mostra la volontà da parte di entrambe le parti di chiudere al più presto l’operazione.
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