Ieri è andata in onda la famigerata conferenza stampa (si fa per dire) di Mino Raiola, un autentico delirio a cui la stampa ha dedicato troppo spazio e in cui il procuratore ha sostanzialmente calunniato la società e il suo ds Mirabelli.
L’ad Marco Fassone ha replicato in mattinata sottolineando la grande influenza di Raiola nei confronti di Donnarumma, che fino a pochi giorni fa voleva rinnovare e che, invece, ha repentinamente cambiato idea. Non ha nascosto, dunque, una certa delusione nei confronti del portiere.
Sulla causa per mobbing minacciata dall’agente, Fassone ha negato pressioni sul ragazzo, sostenendo di aver parlato con lui e la famiglia per fargli sentire l’amore della società. Ha poi lanciato una stoccata, sostenendo che le accuse rivolte a Mirabelli hanno come unico scopo quello di creare tensioni societarie.
Fassone ha poi ricordato che l’incontro di Montecarlo era andato positivamente e che l’offerta fatta a Donnarumma era stata accolta con entusiasmo. Da qui l’ottimismo per la conclusione della vicenda. Ma poi Raiola ha accusato la società di aver messo fretta, accusa rigettata da Fassone, il quale si era incontrato con i due già ad aprile per conoscere bene la situazione. La “fretta” era dovuta alla volontà di evitare che un giocatore in scadenza potesse creare problemi alla squadra.
Infine, non sono chiuse le porte ad eventuali novità: Fassone è speranzoso di poter ancora rinnovare il contratto del portiere, un’eventualità, a suo dire, che farebbe felici tutti, anche i tifosi più arrabbiati. La vicenda ha, però, cementato il rapporto tra club e tifoseria. Dopo anni di attriti è una bella novità.
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