Juventus-Benevento 2-1: tanta fatica per i bianconeri, ma Inter scavalcata e Napoli più vicino

Altro che 7 camicie: la Juventus ne suda almeno 120 !

Tante son le candeline spente dalla Vecchia Signora il 1° Novembre e ricordate in questo match con la casacca celebrativa vecchio stile, senza il nome sul retro della maglia, senza sponsor sul fronte, senza i fronzoli a cui il calcio moderno ci sta tristemente abituando…

E dire che ai bianconeri il gioco non è di certo mancato.

Specie sulle fasce, con la non indifferente spinta propulsiva sulla destra di Cuadrado-che deciderà il risultato finale-e sulla sinistra di un Douglas Costa –forse il migliore in campo-che finalmente fa valere il suo primato di miglior dribblomane di tutti i campionati europei nella scorsa stagione, costruendo e definendo tutto da solo la prima vera palla gol del match, ubriacando Lorenzo Venuti – la sua caduta è già candidata a diventare materiale virale sul web- e concludendo con un tiro cross deviato sul palo da Belec.

Qualche minuto dopo sempre il brasiliano coglie un altro legno, con un altro gran tiro di sinistro da posizione defilata dal limite dell’area sul quale questa volta Belec non può far altro che limitarsi a guardare il pallone scuotere la traversa alle sue spalle.

Ancora sottotono Dybala – che sembra star pagando le fatiche di un inizio di campionato scoppiettante – ci pensa così l’altro numero 10 in campo a mettersi in mostra, Amato Ciciretti- già nella storia del Benevento, suo il 1° storico gol in Serie A degli Stregoni, un meraviglioso sinistro a giro a rientrare dal limite dell’area, alla 1^ giornata, curiosamente anche allora in trasferta, in casa della Sampdoria, gol che anche in quella occasione portò sorprendentemente in vantaggio i campani prima che i doriani rimontassero fino al 2-1, curiosamente stesso risultato e per lo più stesse modalità di questo match in analisi. Anche in questo caso il centrocampista, romano di nascita, fa valere il suo superlativo mancino, al 19’, infilando magistralmente un calcio di punizione fra il disappunto del totalmente impotente Szczesny – che ancora una volta fa riposare ‘Nonno’ Buffon –  la consapevole ma quasi serena reazione stizzita di Mister Allegri e le lacrime di gioia degli increduli tifosi ospiti.  

Nel frattempo La Joya rialza un attimo la testa rendendosi protagonista di 2 occasioni, ma la prima volta viene murato da un Belec apparentemente in giornata di grazia, e la seconda viene rimpallato dalla difesa avversaria ma anche bloccato dalla direzione arbitrale, che si ravvede del fuorigioco di Higuaìn, autore della sponda di testa per il connazionale.

Se Dybala è tutt’altro che in periodo di grazia, lo stesso non si può affatto dire proprio del Pipita, che sembra aver ritrovato sia la sua incisività nella manovra bianconera – protagonista in gran parte delle trame offensive dei suoi – sia la continuità realizzativa: al minuto 56’ è suo il gol del momentaneo pareggio, il 4° personale negli ultimi 3 impegni stagionali tra campionato e Champions League, il 9° personale in stagione, 7° in questo campionato.

Il tutto grazie a uno schema ormai storicamente collaudato per i bianconeri: cross lungo dalla fascia destra-in questo caso autore De Sciglio-con pallone che sembrerebbe perso sul fondo ma viene provvidenzialmente recuperato con una sponda di testa a centro area-autore Matuidi-con Higuaìn pronto a colpire a centro area con una gran girata di sinistro-difficile dimenticare 2 storiche reti segnate dalla Juve con schema pressoché identico, entrambe in sfide di Champions nel defunto “Delle Alpi” contro il Real Madrid, in entrambi i casi il gol era stato realizzato dalla leggenda  David Trezeguet.

Sfida chiusa 9 minuti più tardi dal tandem Cuadrado-Alex Sandro, con il primo che taglia il campo cambiando gioco a beneficio del secondo il quale può sfruttare la dormita generale della retroguardia campana sull’incursione del colombiano che schiaccia di testa in rete.

Questa volta i bianconeri pagano l’iniziale shock dell’inaspettato vantaggio degli ospiti, oltre che la tenacia di questi ultimi a difendere il vantaggio acquisito, abbattuta comunque dopo un’ora buona di resistenza a oltranza.

Allegri inizia ad azzeccare l’assetto tattico dei suoi, e non solo: alla vigilia aveva quasi previsto quel che è stato il faticoso epilogo della gara dei suoi uomini, rilasciando in conferenza stampa dichiarazioni del tipo “chissà, magari il Benevento è come il Frosinone”, ricordando 2 campionati fà allorquando i laziali, a loro volta debuttanti assoluti in Serie A, stopparono i bianconeri allo Stadium con un pari 1-1.

Da rivedere ancora Dybala, le cui recenti anonime prestazioni vengono spiegate rievocando vecchi spettri di mercato, con l’ormai ben noto interesse del Barcelona-prossimo avversario dei bianconeri in Champions- da tempo pronto a far follie per accaparrarsi La Joya.

In compenso è stata una giornata provvidenziale per la banda di Allegri, alla quale tutto è girato bene, non solo questa a dir poco sofferta vittoria ma anche i contemporanei stop di Inter e Napoli, fermati sul pari rispettivamente da Torino e Chievo, con i bianconeri che superano i nerazzurri piazzandosi al 2° posto a una sola lunghezza dai partenopei.

Dal canto suo il Benevento incrementa il suo certamente non invidiabile record europeo, ora son 12 sconfitte nelle prime altrettante partite in un campionato del Vecchio Continente.

La ritrovata confidenza tattica e l’avvicinamento alla vetta della classifica costituiscono un ottimo viatico per i bianconeri in vista di due impegni a dir poco complicati nel prossimo immediato futuro, in casa in Champions contro il Barça e in campionato in casa proprio del Napoli capolista in quello che si prospetta già come un infuocato scontro al vertice.

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