Una Juventus che come l’araba fenice risorge dalle sue ceneri di appena un mese fa e ribalta un risultato difficilissimo. Un 3-0 all’Atletico Madrid, prima volta che i bianconeri realizzano tre goal ai biancorossi, non era mai accaduto.
La partita perfetta, come più volte è stato detto dalle parti di Torino, è stata realizzata. Nonostante tutto lo scetticismo iniziale, la Juventus ha interpretato nel migliore dei modi la sfida ai biancorossi di Simeone.
Merito in primis di un campione assoluto come Cristiano Ronaldo, alle sue doti fisiche e tecniche. Sulle prime due reti sono fenomenali le sue elevazioni, la sua capacità di superare difensori esperti come Juanfran, Gimenez e Godin. Un atleta ancora nel pieno della sua forma a trentaquattro anni. Un esempio per tutti i giovani, in particolare Kean, il giovane millennials che viene dalla Primavera.
Ma poi ci sono dei meriti da condividere anche con gli altri giocatori e alle scelte del tecnico Allegri. La sua formazione iniziale è stata un 4-3-3, particolarmente offensivo, con Spinazzola meglio di Cancelo per quanto riguarda la spinta sulle fasce. La caratteristica principale della squadra è stato l’allargamento sulle fasce, l’ampiezza del gioco per non dare punti di riferimento alla difesa biancorossa. Non a caso le due reti sono giunte da traversoni dalla zona esterna del campo, con la difesa spagnola che si è trovata in difficoltà sui palloni alti.
All’andata i due difensori centrali sono stati gli autori delle reti della vittoria. Hanno sfruttato gli errori di posizionamento della difesa bianconera, con palloni sporchi tramutati in goal. Allegri ha ribaltato la partita, facendo dei cambi in alcune posizioni, dando respiro alla manovra, costruendo azioni sugli esterni e sfruttando l’elevazione di Ronaldo, davvero fenomenale.
Emre Can è stato utilizzato nel ruolo insolito di pivot davanti alla difesa. Un frangifrutti con il compito di spezzare la manovra avversaria, soprattutto fatta di contropiedi. Pjanic a regolare il gioco con tocci brevi ed efficaci, Matuidi l’altro mastino pronto a ringhiare sulle caviglie avversarie.
La vera novità di questa serata è stata la prestazione di Bernardeschi, una vera spina nel fianco della difesa spagnola. Si è mosso per tutto il fronte, attaccando sia da destra che da sinistra, con inventiva e tecnica. Ad un certo punto ha voluto imitare le gesta del portoghese, compiute in questo stesso impianto un anno fa con la maglia del Real, una rovesciata dal limite dell’area, ma senza fortuna.
Mandzukic ha fatto la consueta prestazione di generosità, con tanti palloni sporchi, forte nei contrasti, utile nelle sponde per i compagni.
Il piano di gioco di Simeone è saltato completamente, la squadra bianconera l’ha sorpresa nel gioco aereo, nonostante i suoi uomini siano piuttosto abili in questo frangente. La squadra spagnola desiderava più di ogni altra cosa arrivare fino in fondo in questo torneo, visto che avrebbe avuto la possibilità di giocare la finale al Wanda Metropolitano, davanti ai suoi tifosi.
Ora la Juventus attende il suo avversario ai quarti di finale, non nascondendo come ci siano avversari alla portata ed altri meno.
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