Figlio d’arte come Magnussen, Palmer debutta in F1 con aspettative dignitose convinto di far bene.

JOLYON PALMER IN SINTESI:

DEBUTTA IN F1 CON UN TEAM CHE ASPIRA A DIVENTARE GRANDE:

Assieme ai due piloti della Manor, Wehrlein e Haryanto, Jolyon Palmer è uno dei tre esordienti del Mondiale di F1 2016. Anche lui come il suo vicino di stanza Kevin Magnussen è figlio d’arte. Il padre Jonathan ha già calcato il grande Circus tra il 1983 e il 1989 al volante di Williams, Ram, Zakspeed e Tyrrell. Adesso tocca a lui avendo l’opportunità di debuttare in un team glorioso e dalla grande tradizione sportiva come la Renault dopo aver ricoperto lo scorso anno il ruolo di terzo pilota nel team Lotus (poi diventato Renault dal 2016). Non è da tutti gli esordienti entrare in F1 se non dalla porta principale ma da una che non è proprio secondaria.

GRANDE PROTAGONISTA IN F.2 E GP2 SERIES:

I risultati ottenuti da Palmer prima dell’arrivo nel Circus sono di tutto rispetto. Il figlio di Jonathan, infatti, ha concluso al secondo posto assoluto la stagione 2010 del Campionato Fia di F2 ed è poi approdato nella Gp2 Series dal 2011 fino al 2014 dove è maturato progressivamente e con profitto centrando, proprio nel suo ultimo anno di permanenza, il titolo mondiale con la Dams.

Affermazione che ha attirato l’attenzione della F1 e, in particolare del team Lotus che l’ha ingaggiato come terzo pilota per la stagione 2015. Da qui il grande passo avvenuto quest’anno con l’avvicendamento Lotus-Renault e la promozione di Palmer a pilota titolare. Adesso arriva il difficile per il pilota britannico in quanto dovrà dimostrare di meritare la fiducia del suo team confermando quanto di buono ha fatto vedere nelle altre categorie che precedono la F1.

Dove, tra l’altro, ha anche corso nella serie sportiva fondata dal padre, la Formula Palmer Audi. Campionato in cui ha gareggiato tra il 2007 e il 2008 battagliando per il titolo fino alle ultime gare stagionali grazie a una vittoria in Belgio e ad altri undici podi.