Natale sottotono in casa Inter. C’è poco da fare, doveva essere l’anno della svolta invece sono tornate le consuete paure e lo spettro dell’ennesima stagione fallimentare. -16 dalla capolista Juventus, eliminazione dalla Champions League dopo una partenza sprint (2 vittorie in 2 partite) e prestazioni poco edificanti. Se una squadra non gira non può essere colpa soltanto dell’allenatore, ad ogni modo in quest’ultimo mese sono emersi un po’ di tensioni che hanno destabilizzato l’ambiente. Ci sono nodi che vanno risolti e che “obbligano” l’Inter a sconfiggere il Napoli.
LAUTARO MARTINEZ
L’argentino al momento è il più grande equivoco dell’Inter. A distanza di 4 mesi, Spalletti non è riuscito a ritagliargli un posto in squadra e ogni volta che Lautaro entra in campo si ha la sensazione che non sappia cosa fare. Spalletti lo vede soltanto come alternativa a Mauro Icardi e non è mai riuscito a trovare uno schema adatto a lui.
MODULO
Tra gli errori commessi da Spalletti, c’è stato anche quello di essersi affidato soltanto a un modulo. 4-2-3-1, senza se e senza ma. Un limite che non ha aiutato l’Inter a crescere come gruppo e come mentalità. Una grande squadra sa plasmarsi, sa cambiare anima, sa cambiare modulo in corsa come un camaleonte. Senza contare che Icardi, con un attaccante al suo fianco, potrebbe giovare dei tagli e giocare più palloni. Nell’ultima gara contro il Chievo, Icardi si è lamentato con Politano e Perisic per la mancanza di supporto.
NAINGGOLAN
Il Ninja, ad oggi, è la grande scommessa persa di Spalletti. L’ha voluto a tutti i costi, l’ha messo al centro del gioco dell’Inter, l’ha responsabilizzato. Ha preferito Nainggolan a Rafinha, ha garantito per lui. Oggi, 25 dicembre, il calciatore belga è fuori rosa e se c’è un colpevole, non può che essere lui. Avendolo già allenato a Roma avrebbe dovuto sapere e conoscere i limiti caratteriali ed emotivi di Nainggolan e avrebbe dovuto pretendere un comportamento diverso. C’è voluto Marotta per portare un po’ di disciplina in casa nerazzurra.
ASAMOAH
Nei momenti più importanti della stagione, Asamoah è mancato. L’errore di Spalletti è quello di non avergli cambiato posizione. Col senno di poi, nelle due partite decisive con Psv e Juventus, sarebbe stato meglio dirottarlo al centro o metterlo in panchina.
GIOCO
Sul piano del gioco, in questi due anni, ci sono stati netti miglioramenti. La squadra è consapevole dei propri mezzi, gioca a calcio con una certa serenità ma pecca ancora di quella cattiveria che serve per portare a casa i risultati. Una grande squadra con una mentalità ancora fragile, timorosa, impaurita. L’emblema di questo atteggiamento si è visto contro il Chievo. In vantaggio di un gol, la squadra si è disunita e ha ringalluzzito l’animo di un Chievo moribondo, che ha trovato le energie per lanciarsi in avanti alla ricerca del pareggio. Inaccettabile che una squadra indietreggi così contro l’ultima in classifica.
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