In un San Siro a porte chiuse l’Inter si qualifica agli ottavi di finale di Europa League, vincendo anche il ritorno dei sedicesimi di finale contro il Ludogorets per 2-1. Tutto nel primo tempo: vantaggio bulgaro con Cauly, pari di Biraghi e rete vittoria rocambolesca di Lukaku.
In un San Siro deserto e senza pubblico per via delle porte chiuse imposte allo stadio, l’Inter risolve l’ostacolo Ludogorets anche nella gara di ritorno, vincendo 2-1 e qualificandosi agli ottavi di Europa League. Partita noiosa e dall’atmsofera spettrale, certamente non godibile per i telespettatori.
Difficiile guidicare una partita simile sia per le inusuali condizioni ambientali in cui si è giocata (l’atmosfera fantasma di un Meazza totalmente vuoto), sia per l’approccio tanto leggero dell’Inter, con i nerazzurri probabilmente con la testa già alla sfida con la Juventus. Antonio Conte opta un discreto turnover, con Padelli tra i pali, pacchetto difensivo con Godin, Ranocchia e D’Ambrosio. Moses e Biraghi esterni, in mezzo Barella, Borja Valero ed Eriksen. In attacco Lukaku e Sanchez. Il primo tempo è soporifero, i ritmi sono bassissimi e specialmente l’Inter si limita a controllare un volenteroso ma mai davvero efficace Ludogorets. Il giro palla lento, la poca frequenza dei movimenti e un atteggiamento gara da amichevole non favoriscono lo spettacolo, o il crearsi di qualche situazione tattica.
Tutto l’11 nerazzurro fa il minimo (Lukaku si divora il vantaggio a inizio partita, buoni Barella e Sanchez con due tiri da fuori), ma sostanzialmente nona ccade nulla per i primi 25 minuti. Al 26° una distrazione difensiva nerazzurra regala il vantaggio ospite con Cauly, bravo a sfruttare un errore di Godin e battere Padelli con un forte destro da dentro l’area piccola. Lo spavento per una gara che potrebbe assumere contorni inquietanti si risolve 5 minuti dopo, quando Biraghi su buona imbeccata di Eriksen firma il pari propiziato da uan deviazione avversaria. Allo scadere del tempo, Lukaku firma il 2-1 con una rete rocambolesca. Assist di Sanchez, il belga a botta sicura di testa sbaglia, ma sulla ribattuta del portiere del Ludogorets la palla carambola sulla testa del 9 dell’Inter e finisce in porta.
Il secondo tempo ha ancora meno da dire, se non che al 50° della ripresa Conte sperimenta un inedito 4-4-2, abbssando Moses ed Eriksen esterni, con Borja e Brozovic (subentrato a Barella all’intervallo) in mediana, centrali Godin e Ranocchia con Biraghi e D’Ambrosio terzini. In attacco Lukaku (dal 60° un impalpabile Esposito) e Sanchez. Non accade davvero nulla, se non che il cambio modulo crea inutile confusione tattica e il Ludogorets sparisce dal campo e l’Inter prende due legni: uno con un diagonale destro di Sanchez, poi con un sinistro in area di Lukaku. La partita scivola via e l’Inter chiude la pratica di un turno mai in discussione.
VOTI E PAGELLE
SANCHEZ, 7: il più attivo dell’Inter si muove bene e si propone fin dal narcolettico primo tempo. Buon impegno e buona intesa con Lukaku (6: solito sacrificio, non troppo vispo, fortunato sul gol), un tiro pericoloso e un assist per il 2-1, in mezzo tanta intensità. Si spegne nella ripresa a partita chiusa.
GODIN, 5: la partita non offre grande lavoro o pericolo alla difesa nerazzurra, ma il centrale argentino appare sempre spaesato col modulo a 3 e fatica un po’ in velocità. Sua la colpa sul gol degli ospiti, dove si lascia soprendere in maniera non consona a uno della sua esperienza
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