Neroazzurri in crisi di gioco e di risultati, eppure nemmeno tre settimane fa gli umori erano ben diversi.
Una delle costanti dell’Inter delle ultime stagioni è la mancanza di continuità: pensiamo al breve ciclo Stramaccioni, in cui si alternavano vittorie straordinarie a sconfitte scandalose, oppure alla recente esperienza con Mancini, in cui l’Inter passava in pochi giorni da candidata per lo Scudetto a candidata per la retrocessione.
La nuova gestione De Boer sembra iniziata con lo stesso difetto: una partenza difficile, la prima grande crisi con la sconfitta con l’Hapoel Be’er Sheva, poi la grande vittoria con la Juventus, le tre vittorie consecutive in campionato e adesso le due brutte sconfitte con Sparta Praga e Roma che evidenziano innanzitutto una crisi di risultati (cammino europeo ora complicatissimo e classifica assolutamente deludente in Serie A) ma soprattutto di gioco. Troppo facile prendersela solo con la difesa, sebbene sia innegabile che sia quello il reparto più fragile dell’Inter: tolti Handanovic e Miranda, due fuoriclasse, i neroazzurri ancora non hanno trovato due terzini all’altezza e, tra Ranocchia e Murillo, non si riesce ad avere un secondo centrale difensivo affidabile. Il centrocampo composto da Medel, Banega e Joao Mario sulla carta è formidabile, ma non ci sono alternative: Kondogbia e Felipe Melo sono stati finora disastrosi, De Boer è stato costretto ad affidarsi già più volte al giovane Gnoukouri e a reintegrare Brozovic che sembrava sul punto di lasciare l’Inter già a gennaio. In attacco poco si può rimproverare a Icardi (a secco però nelle ultime due contro Bologna e Roma), mentre ci sarebbe da aprire un lungo capitolo sul rendimento pessimo di Eder e sulla situazione di Jovetic: se il primo sembra un corpo estraneo all’ambiente Inter fin dal suo arrivo e si può dire che non si sia mai adattato, il secondo è stato incomprensibilmente messo da parte da De Boer per tutto l’inizio di stagione per poi essere buttato nella mischia contro la Roma sperando in qualche suo colpo di genio improvviso. Troppo presto per pretendere qualcosa da Gabigol, per lui ci vorrà almeno qualche mese di adattamento.
Mentre si rincorrono le voci di un possibile ritorno di Massimo Moratti, l’Inter deve risolvere problemi molto più gravi: un’altra stagione fallimentare sarebbe ingiustificabile.
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