La stagione 2019 è cominciata in maniera pessima per la Williams. Prima il lavoro di assemblaggio a rilento della FW42, che ha portato al rinvio del filming day prima, e al debutto nei test soltanto al terzo giorno. Dopo una prima settimana dedicata quella si praticamente al filming day, visto il ritmo tenuto in pista dai piloti, anche la seconda non è stata scevra di problemi.
Dopo due giorni finalmente promettenti e con un buon numero di giri messi in cascina, nell’ultimo paio di giornate di test sia Robert Kubica che George Russell sono andati praticamente a spasso, stante la mancanza di ricambi che avrebbe comportato uno stop definitivo in caso di guasti o incidente. Il tutto con un quadro, a livello di competitività della monoposto, davvero fosco.
Come si suol dire, però, può capitare che piova sul bagnato. Nella serata di ieri, come un fulmine a ciel sereno (o forse mica tanto), è arrivata la notizia del passo indietro del direttore tecnico Paddy Lowe, sul quale Claire Williams e tutto il team di Grove riponevano tante speranze. Una decisione giustificata come “congedo dall’azienda per motivi personali”, ma che finora non ha trovato ulteriori dettagli a livello ufficiale.
Un matrimonio, quello tra Lowe e la storica scuderia inglese, che ha faticato sin dall’inizio, ovvero dai primi mesi del 2017. I primi suoi interventi, con gli aggiornamenti della FW40, non efficaci; poi la FW41, la ‘sua’ prima monoposto, assolutamente da cancellare. E adesso i grossi problemi della FW42. Perché come se non bastasse la nuova nata della Williams è anche sotto inchiesta da parte della FIA e a rischio squalifica a Melbourne.
Oggetto del contendere sono gli specchietti retrovisori, finiti sotto la lente di ingrandimento della Federazione Internazionale a causa della loro funzione aerodinamica (vietata) e della scarsa visibilità garantita ai piloti, e la sospensione anteriore, alla quale viene contestato lo spostamento verso l’alto di tutto il cinematismo, in modo da favorire il passaggio dei flussi nella zona bassa del telaio, e per l’attacco al portamozzo.
Con il passare delle ore sta emergendo che, con tutta probabilità, dietro al ‘congedo’ di Lowe ci sia in realtà un’impossibilità da parte del team di pagare la liquidazione (molto alta) all’ex Mercedes, e quindi questa pausa sarebbe a tempo indeterminato, fino al raggiungimento di un accordo tra le parti, possibilmente al ribasso. Una situazione davvero drammatica, che un team avente in bacheca sette titoli piloti e nove costruttori non merita assolutamente.
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