Il ferrarista, dopo il team radio al vetriolo nei confronti di Whiting, si è scusato. Ma potrebbe non bastare
Lo sfogo in mondovisione di Sebastian Vettel nei confronti di Charlie Whiting, reo, insieme con il collegio dei commissari, di non aver deciso in fretta sul taglio di chicane da parte di Verstappen, è diventato il manifesto del Gran Premio del Messico. L’espressione di un sentimento popolare tra i fans della Formula 1, come si può facilmente intendere dalla miriade di post pubblicati dopo la gara di domenica.
Ma, com’è noto, tutto ciò potrebbe costare caro al tedesco, che rischia da un minimo di una sanzione pecuniaria, al massimo della squalifica per una gara (il Brasile in questo caso). Per evitare l’avverarsi di un’evenienza simile, Seb, dopo essersi incontrato in privato con lo storico direttore di corsa, ha preferito inviare, allo stesso Whiting e a Jean Todt, due lettere di scuse, facendo ammenda per quanto detto nel famoso team radio.
Però, quest’ammissione di colpa potrebbe non evitare a Vettel delle spiacevoli conseguenze. Sotto pressione della Red Bull (ma guarda un po’…), la Federazione ha deciso di aprire lo stesso un procedimento disciplinare nei riguardi del pilota Ferrari, il quale ha infranto due articoli del regolamento sportivo, ovvero il 12.1.1c (“Qualsiasi condotta fraudolenta o qualsiasi atto che pregiudica l’interesse di una competizione o del motorsport in generale”) e il 12.1.1f (“Ogni parola, atto o scritto che può causare lesioni morali o mancanza di rispetto alla FIA, i suoi organi, i suoi membri ed i suoi dirigenti”).
Vedremo come andrà a finire. Nel mio piccolo, non sono d’accordo con queste lettere di scuse, chiaramente di facciata. Ormai si è in ballo. Bisogna andare fino in fondo e trarre le dovute conclusioni.
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