La Haas è l’ultimo dei team presenti in Formula 1 a dover mettere i proprio lavoratori in cassa integrazione, a causa del COVID-19.
La Haas è l’ultimo dei team presenti in Formula 1 a dover mettere i proprio lavoratori in cassa integrazione, a causa del COVID-19.
La Haas si laurea ultimo team costretto a mettere il proprio staff in cassa integrazione. Purtroppo, infatti, l’emergenza scaturita dal Coronavirus ha portato ad allungare notevolmente il periodo di chiusura delle fabbriche. Le squadre hanno provato a far fronte a questo imprevisto ma purtroppo non sono -come era prevdeibile- riuscite a coprire le spese necessarie. L’unica soluzione rimane quindi la cassa integrazione.
McLaren, Williams, Racing Point e Renault avevano già dato la notizia di aver dovuto ricorrere alla cassa integrazione per pagare il proprio staff. La scuderia americana li ha seguiti. L’emergenza della pandemia, infatti, non ha solo messo in difficoltà la stagione sportiva del 2020 ma sta causando una serie di conseguenze economiche. L’economia mondiale sta soffrendo, per non parlare della sanità, e gli effetti si stanno ripercuotendo anche sulla Formula 1. La pandemia, infatti, ha forzato Liberty Media non solo ad anticipare ma ad estendere la chiusura delle fabbriche, originariamente prevista ad agosto, prima a 21 ed ora 35 giorni di stop. Se tutto va bene. Questo vuol dire che turnare non basta più. La produzione è ferma, di conseguenza l’unica maniera per continuare a pagare il proprio staff rimane attingere ai finanziamenti statali.
Un portavoce ha confermato che la maggior parte dei lavoratori del Regno Unito potranno avere accesso ai sostegni statali dal primo aprile, il che comporta, secondo la legge britannica, uno stipendio pari all’80% di quello normale. I boss ed i manager, invece, vedono arrivare una riduzione del salario.
In realtà, viste le precarie condizioni finanziarie in cui versa il team americano, ci si poteva aspettare questa decisione e non ci resta che sperare che la Haas possa tornare in griglia il prima possibile.
Tutto, però, è in movimento, e si aspettano conferme e ulteriori informazioni su quella che è una situazione instabile e senza precedenti.
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