In esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it, Giacomo Zunico, ex portiere con una lunga carriera tra Serie A e Serie B, dove ha difeso i pali di Varese, Catanzaro, Parma, Lecce, Cosenza e Brescia. Oggi è protagonista insieme ad altri suoi ex colleghi in un progetto chiamato “Academy Goalkeepers”, si tratta di una scuola di portieri che ha come obiettivo quello di formare i campioni del domani.
Ciao Giacomo, ci potresti parlare di questo interessante progetto “Academy Goalkeeper” ?
“Si è un progetto che portiamo avanti da 6 anni qui a Napoli e oltre a me si sono aggiunti altri due ex portieri professionisti come Gennaro Iezzo e Gigi Imparato, entrambi con un passato importante. L’obiettivo è rivalutare il ruolo del portiere, visto che l’Italia storicamente ne ha fatti nascere tanti, come Albertosi, Zoff, Pagliuca, Cudicini, Sarti, tanto per fare qualche nome”.
Vedi cambiato oggi il ruolo del portiere rispetto a quando giocavi tu ?
“Il ruolo del portiere oggi è cambiato, viene considerato un giocatore aggiunto. Va bene il fatto che il portiere sia parte degli schemi della squadra, ma non in maniera esasperata”.
Cosa deve avere un portiere per fare bene?
“Ai miei allievi cerco di trasmettere sicurezza senza però essere presuntuosi, sono aspetti questi che può darli solo un portiere che ha giocato a certi livelli. Un portiere oggi comunque arriva a 20 anni già formato, perché dall’età di 8-9 anni disputano tornei abbastanza impegnativi”
Come vedi il calcio di oggi ?
“Rispetto a quando giocavo io il calcio è cambiato, prima si guadagnava bene anche in Serie C oggi invece hanno tutto in mano le big. Per guadagnare bene devi giocare in squadre che puntano a vincere, purtroppo in questi anni tutto ciò non ha portato a rafforzare le piccole società, c’è troppo divario nella suddivisione degli introiti”.
Che idea ti sei fatto sulla vicenda legata al rinnovo contrattuale di Donnarumma con il Milan ?
“Donnarumma in questo momento è il portiere della Nazionale italiana, credo che alla fine rinnoverà con i rossoneri”.
La tua carriera è stata piuttosto lunga, avendo giocato in Serie B fino all’età di 40 anni, qual’è stato il segreto?
“Sicuramente i cinque anni trascorsi a Varese hanno contribuito parecchio nel proseguo della mia carriera, lì c’era un grande staff tecnico e un ottimo preparatore dei portieri. Poi è chiaro che mi sono saputo gestire senza però privarmi di qualche vizio ogni tanto, ma sempre rimanendo nei canoni”. Negli anni di Catanzaro potevo andare a giocare in A, ma all’epoca il presidente Albano chiedeva troppo, infatti per conquistare la massima serie son dovuto poi andare a vincere il campionato al Parma, dove ero io il giocatore della squadra con più esperienza, infatti davo molta sicurezza ai compagni, i quali erano abbastanza giovani. In Serie B ero un portiere che faceva la differenza mentre in A ero da valutare, comunque ho sempre preferito essere protagonista tra i cadetti anziché ricoprire un ruolo da comprimario nella massima serie. L’unico rammarico è quello di non essere riuscito a conquistare la promozione in A con Catanzaro e Cosenza”.
Quali sono oggi i portieri che ti stanno impressionando?
“Ci sono diversi portieri forti anche se non vedo in questo momento campioni come Kahn o Buffon, ma dovendo fare qualche nome dico Oblak e De Gea “.
Pensi che un giorno Catanzaro e Cosenza torneranno nel calcio che conta?
“Mi auguro di si, infatti ricordo una stagione in B quando io ero al Catanzaro, c’erano nello stesso campionato Cosenza, Reggina e Messina ed erano derby sentitissimi e molto seguiti da tutti. Speriamo si possa tornare presto a quei tempi”
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