Esclusiva Stadiosport- Antonio Criniti :”Non esistono più le bandiere, oggi i procuratori hanno pieni poteri. Ci vuole tempo per rivedere Reggina e Catanzaro ai massimi livelli”

In esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it, Antonio Criniti , ex attaccante con trascorsi importanti tra Serie A, B e C, dove ha vestito le maglie di Catanzaro, Cagliari, Palermo, Avellino, Brescia e Reggina, Perugia, Triestina, Sambenedettese e Lodigiani.

Oggi ricopre le vesti di allenatore, ci ha spiegato le difficoltà nel lavorare in alcune realtà dilettantistiche mentre ritiene che sia molto più entusiasmante e stimolante allenare i giovani, i quali hanno più motivazioni per arrivare in alto. Abbiamo inoltre parlato del calcio d’oggi, ormai senza più bandiere e con i procuratori a farla da padroni, infine essendo di origini calabresi ha espresso un’opinione sulla situazione attuale di Catanzaro e Reggina, squadre in cui ha giocato durante la sua lunga carriera calcistica.

Ciao Antonio, ricordiamo tutti quel goal realizzato all’Inter in Coppa Uefa con la maglia del Cagliari, come mai dopo tanti ottimi campionati disputati in Serie B, non ti è stata data l’occasione di affermarti nella massima serie ?

“E’ stata una mia scelta quella di andare a giocare in B, dove sono stato in piazze importanti come Palermo, Avellino, Brescia e Reggina. Avevo la possibilità di restare al Cagliari, ma ho preferito giocare con più continuità anche se avrei avuto la possibilità di restare in rossoblu nonostante avessi davanti grandi giocatori a quell’epoca. Poi sono tornato in Serie A in tarda età a 32 anni con la maglia del Perugia, però purtroppo fui penalizzato da un brutto infortunio. Comunque è stata una scelta professionale quella giocare in B magari può essere sbagliata però va bene così”.

Le tue origini sono calabresi, la tua carriera è iniziata dalla tua Catanzaro, passando in B dalla Reggina. Oggi entrambe dopo un passato glorioso soffrono in Lega Pro, pensi che potranno tornare nel calcio che conta?

“Per quanto riguarda la Reggina in questo momento l’obiettivo principale è mantenere la categoria. Il presidente Praticò che io reputo una persona molto seria, è stato molto chiaro con i tifosi, e non butta fumo negli occhi. In questi giorni si è letto di questa cordata americana, ma bisogna attendere dei fatti concreti. Riguardo il Catanzaro, la situazione è molto più complicata a causa delle vicende societarie successe, quindi c’è molta confusione in questo momento e purtroppo gli imprenditori locali non sono interessati ad aiutare la società. Credo che ci vorrà ancora molto tempo prima di rivedere Catanzaro e Reggina nel calcio che conta”.

 

A Reggio Calabria arrivasti a stagione in corso con la formula del prestito dal Brescia, che in quella stagione fu promossa in A, ma tu volevi rimanere comunque in amaranto, perché poi non andò così ?

“Fosse per me sarei rimasto alla Reggina per 20 anni, perché oltre tutto ero vicino alla mia famiglia che stava a Catanzaro, quindi per me sarebbe stato l’ideale. Al termine di quella stagione però, il compianto presidente del Brescia, Corioni dichiarò alla Domenica Sportiva di voler puntare su di me per il prossimo campionato di A, ma poi preferirono valorizzare Pirlo che in quell’anno fu acquistato dall’Inter per 24 miliardi di vecchie lire e di conseguenza non trovai spazio. Alla Reggina poi era troppo tardi per tornare e sono andato ad Avellino, dove lì avevo già giocato qualche anno prima in B”.

Sulla vicenda Donnarumma, che idea ti sei fatto dopo le tante polemiche che questa storia ha suscitato ?

“Gli italiani devono mettersi in testa che le bandiere non esistono più, oggi purtroppo conta il business, dimentichiamoci dei vari Bergomi, Totti ecc. . Donnarumma oltre ad essere fortissimo è un ragazzo ambizioso e molto maturo per la sua età ed è giusto che vada dove sa di poter vincere rispetto a un Milan attualmente in fase di costruzione e non si sa quando tornerà ad essere quello di un tempo. Consideriamo anche che Donnarumma è gestito da un agente molto furbo come Mino Raiola, il quale ha un peso decisionale su dove dovrà giocare il suo assistito. Io ricordo che lasciai la B per andare a giocare in C2 alla Sambenedettese, molti non capivano questa mia scelta e poi lì vinsi il campionato da protagonista, questo per far capire che ogni giocatore deve seguire le proprie ambizioni”.

Non pensi che i procuratori hanno troppi poteri nel calcio d’oggi ?

“Ormai si purtroppo, oggi i procuratori scavalcano una figura importantissima all’interno della società come lo è quella del direttore sportivo”.

Tu una volta appesi gli scarpini al chiodo hai iniziato come direttore sportivo e soltanto dopo come allenatore, confermi ?

” Si avevo provato all’inizio come direttore sportivo nella Bagnoregio, dove il presidente è un mio amico, era un modo per capire se dovevo intraprendere la strada da dirigente o di allenatore, alla fine ho scelto di allenare”.

Come sta andando la tua carriera da allenatore ?

“A me piace lavorare più con i giovani perché è più entusiasmante e stimolante, infatti a Monza abbiamo fatto ottime cose con gli allievi nazionali. Per il resto ho lavorato in categoria dilettantistiche, trovando poca serietà e professionalità, infatti duro poco per questo, perché preferisco dimettermi, alla fine tutte queste squadre finiscono sempre retrocesse o alle prese con dei fallimenti societari. Per non parlare di alcuni presidenti che ti chiedono di portare lo sponsor per farti allenare, ad esempio ultimamente sono stato contattato da una società maltese che dopo tanti giri di parole mi ha chiesto di portare uno sponsor e a quel punto ho stroncato subito la discussione. In Italia più vai giù in categorie minori come in alcune realtà d’eccellenza e ancor più noti cose che non vanno, vale a dire presunzione, mancanza di rispetto e disorganizzazione. Oggi se uno vuole allenare deve essere fortunato ad entrare in un giro dove ci sono i soldi, solo in quel caso puoi lavorare in maniera seria e professionale”.

La tua ultima esperienza è stata in Serie D sulla panchina del Seregno, come è stata ?

“Anche lì ho trovato una situazione problematica, arrivai ad anno in corso, ma poi andai via subito perché c’era una situazione insostenibile”.

Quali sono i tuoi progetti futuri ?

“Io vivo a Iseo vicino Brescia e spero di poter trovare un progetto serio a pochi chilometri senza allontanarmi troppo dalla mia famiglia”.

 

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